Oggetto: Spettacoli e corsi di falconeria a Gradara
Le associazioni ANPANA, Associazione Nazionale Protezione Animali, Natura e Ambiente, Sezione di Pesaro-Urbino, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Sezione di Pesaro-Urbino, La Lupus in Fabula, LAV – Lega Anti Vivisezione, Settore Fauna Selvatica, LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Pesaro-Urbino e OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Sezione di Pesaro-Urbino, sono recentemente venute a conoscenza di una serie di iniziative organizzate dal comune di Gradara, in particolare spettacoli di falconeria, nei quali gli uccelli vengono fatti esibire in volo di fronte al pubblico, e veri e propri “corsi di falconeria” il cui scopo sarebbe, stando alla descrizione che ne fa lo stesso Comune di Gradara, “interagire” con questi uccelli, “conoscerli e imparare il loro linguaggio”.
La pratica della falconeria, ammantata quasi sempre di un alone di sedicente “tradizione” e “storia”, in realtà non è altro che l’ennesima forma di sfruttamento di animali per fini economici. Così come avviene nei circhi, nei circhi acquatici, nei delfinari, negli zoo e in qualsiasi altra prigione creata per l’intrattenimento umano, anche qui stiamo parlando di animali, in questo caso uccelli rapaci, che vengono allevati, addestrati e fatti vivere in prigionia, ai quali viene del tutto negata la possibilità di decidere del proprio destino, che in definitiva vengono privati della libertà.
Il Comune di Gradara spiega che “L’obiettivo primo del neofita deve essere innanzi tutto quello di saper gestire correttamente e mantenere in salute il proprio rapace”. Da questa frase traspare chiaramente come questi animali vengano considerati veri e propri oggetti di proprietà e non esseri viventi con un diritto alla libertà. Dietro a termini quali “arte”, “passione”, “amore”, di cui spesso si riempiono la bocca i falconieri si nasconde una pratica nella quale tutto è finalizzato all’affermazione del dominio dell’uomo sull’animale, oltre che ovviamente al ritorno economico.
Le caratteristiche etologiche di questi animali, per loro natura selvatici e quindi del tutto inadatti alla convivenza con l’uomo, vengono del tutto ignorate: i rapaci vengono obbligati a eseguire continuamente esercizi innaturali, rimangono esposti alla folla, alle luci e ai rumori per ore e ore, vengono trasportati spesso per centinaia di chilometri da una festa paesana all’altra. Questo per tutta la loro vita.
Questa pratica non di rado è accostata ad episodi di bracconaggio, quali la cattura dei piccoli dal nido (non a caso la legge impone il loro utilizzo per la caccia solo dopo la seconda generazione nata in cattività), e questo per ovviare al forte limite che la cattività impone alla riproduzione, tant’è che l’alternativa è in genere l’inseminazione artificiale, con la creazione di tanti ibridi a seconda del rapace che si vuole poi allevare.
Il falconiere a volte non è una passione, ma un mestiere, nel quale si arriva a guadagnare oltre 300 euro a spettacolo, perché di fatti di uno spettacolo da circo si tratta.
Le associazioni firmatarie fanno notare, inoltre, che la pratica della falconeria nella caccia è soggetta alle regole ed ai limiti stabiliti dalla Legge 157/1992 (“Norme sulla tutela della fauna selvatica”), che prescrive l’obbligo della licenza di caccia, il porto d’armi e i limiti di orari, giorni e luoghi di caccia; in ogni caso, si ricorda che tale pratica deve rispettare le leggi che regolamentano la detenzione dei rapaci in cattività (CITES), la legge contro il maltrattamento degli animali (Legge 189/2004), e le leggi che regolano gli aspetti veterinari ed igienici degli allevamenti.
Per concludere, ci chiediamo cosa possa esserci di educativo – per gli adulti e soprattutto per i bambini – in un corso e in uno “spettacolo” che insegna a sfruttare gli animali a proprio piacimento per il solo scopo di intrattenere il pubblico. Riteniamo che non ci sia nulla di “nobile”, di “artistico” o di “amorevole” in tutto ciò e che anzi si tratti di uno spettacolo davvero triste e vergognoso in una società che voglia definirsi civile.
Chiediamo pertanto al Comune di Gradara di riflettere su questi argomenti e di decidere di porre fine a questo genere di spettacoli sul proprio territorio, optando per iniziative più etiche e che non facciano uso di animali. La sua immagine ne uscirebbe senz’altro decisamente migliorata, senza nulla togliere al divertimento per i suoi turisti.
Cordiali saluti,
ANPANA, Associazione Nazionale Protezione Animali, Natura e Ambiente – Sezione di Pesaro-Urbino
ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali – Sezione di Pesaro- Urbino
La Lupus in Fabula, Associazione Ambientalista
LAV, Lega Anti Vivisezione – Settore Caccia e Fauna Selvatica
LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli – Sezione di Pesaro-Urbino
OIPA, Organizzazione Internazionale Protezione Animali – Sezione di Pesaro Urbino