La
faggeta nel suo classico aspetto autunnale accoglie gli escursionisti.
Un soffice tappeto di foglie rende piu' piacevole il cammino.
Il rifugio "Le Gorghe" visto dal crinale del Monte Acuto: il colore
bruno dei faggi contrasta con il verde dei prati
Salita
sul prato lungo il crinale del Monte Acuto
A
fine mattinata il calore del sole disperde le fitte nebbie che ristagnavano
nelle valli. La risalita dell'aria umida lungo le pendici della montagna
regala questo spettacolare controluce.
Sosta
per il pranzo in vetta al Monte Acuto. Il panorama mozzafiato che si gode
da lassu' non ha niente da invidiare a quello che si potrebbe vedere dall'oblo'
di un aereo: la vista spazia a 360 gradi su tutta la catena appenninica.
Lo
spettacolo che la Natura ci ha offerto nel corso dell'escursione, stride
non poco con la triste realtà venatoria presente purtroppo su vaste
zone del nostro territorio. Dopo aver lasciato l'auto a Valpiana, percorrendo
il comodo sentiero che conduce a Bocca della Valle e al rifugio Mochi sembrava
di esere in prima linea sul fronte di battaglia. E' un'esperienza veramente
triste da descrivere e che chiunque puo' sperimentare personalmento facendo
una passeggiata da quelle parti. Dai numerosi appostamenti fissi di caccia
infatti (foto in alto) una serie ininterrotta di fucilate viene
esplosa su qualsiasi cosa si alzi in volo e le migliaia di pallini di piombo
sparati contro le prede ricadono come una pioggia al suolo e sulla testa
degli escursionisti. Già, le prede: spesso si tratta di piccoli uccelli
di nessun "interesse culinario" che non vengono quindi neppure
recuperati dai cacciatori. E' facilissimo imbattersi nei loro numerosi cadaveri
abbandonati sul prato (foto al centro e in basso).
Provare in prima persona questa esperienza è molto istruttivo e probabilmente
è la strada più efficace, al di là di tante parole,
per dimostrare quanto sia assurdo mantenere in vita l'attività venatoria.
Se in passato essa poteva avere una senso per garantire il sostentamento
della povera gente, oggi la sua sopravvivenza è mascherata sotto
le spoglie di "pratica sportiva" dove, ad armi assolutamente impari,
il più forte uccide il più debole per il semplice gusto di
farlo.