Premesso che
-
il problema
dell’accesso all’acqua va assumendo una sempre maggiore importanza a livello
mondiale in relazione all’enorme perdita di vite umane causata dalla sua mancanza;
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tale problema
già nel quadro attuale, ma sempre più, in prospettiva, rappresenta se non
affrontato democraticamente secondo principi di equità, giustizia e rispetto
per l’ambiente, una causa scatenante di tensioni e conflitti all’interno della
comunità internazionale;
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lo stato
disastroso delle risorse idriche mondiali, caratterizzato da fenomeni di
sperpero, inquinamento e contaminazioni, può e deve essere invertito con
un’assunzione di responsabilità da parte dei Governi e delle comunità nazionali
e locali, volta ad assicurare ad ogni essere umano, attraverso investimenti
pubblici e gestioni efficienti e democratiche, la quantità e qualità di acqua
necessarie ed indispensabili alla vita;
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tra cause
delle modifiche intervenute nel ciclo naturale dell’acqua, vi è la forte
diminuzione a livello mondiale della superficie forestale e boscata, per
effetto dell’urbanizzazione, delle moderne pratiche agricole estensive, dello
sfruttamento economico del legname e delle risorse del sottosuolo;
-
il modo con
cui gli organismi politici ed economici internazionali intendono affrontare
questo problema, attraverso l’apertura ai capitali privati, quindi alla
mercificazione di un bene comune che rappresenta un diritto umano, è
estremamente pericoloso per il futuro dell’umanità;
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tale processo
di privatizzazione dell’acqua sta investendo anche la nostra realtà locale, in
quanto l’applicazione di recenti normative nazionali, impone di vendere a
soggetti privati, nazionali o multinazionali, una quota consistente della proprietà
dell’azienda pubblica che gestisce localmente tale risorsa, per poi procedere
senza alcuna garanzia alla gara d’appalto per la gestione del servizio idrico
integrato;
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la
privatizzazione della nostra azienda di servizi, impegnata
da decenni a gestire in modo economico, efficiente ed efficace tale
servizio, e la sua possibile esclusione dalla gestione dello stesso, a seguito
della liberalizzazione del mercato, rappresenterebbe la definitiva distruzione
di un patrimonio di esperienze e competenze pubbliche, faticosamente costruito
con il contributo di tutte le realtà istituzionali e politiche del nostro
territorio, e vanificherebbe la possibilità di mantenere sotto il controllo
democratico tale importante risorsa;
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decisioni così
importanti per il futuro della comunità locale non possono né essere imposte
dall’alto, né tanto meno “passare sulla testa” dei cittadini senza una
consapevole discussione nelle sedi istituzionali e politiche del
territorio;
Ritenuto di condividere i principi espressi nel “Manifesto dell’Acqua”
redatto nel Settembre 1998 da un Comitato Internazionale presieduto da Mario
Soares, di cui fanno parte altre personalità di grande prestigio
internazionale, quali Daniel Mitterand e Riccardo Petrella; principi portati
avanti nel nostro Paese dal “Comitato Italiano per il Contratto Mondiale
sull’acqua”;
Vista la “Carta dell’acqua”, elaborata a Ferrara nel Marzo scorso, dal
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua contenete impegni che
gli Enti Locali ed i Cittadini debbono assumersi per affrontare in modo
corretto e democratico le problematiche in questione;
alla “Carta dell’acqua” degli enti locali e dei cittadini, il cui testo
è allegato sotto la lettera A) quale parte integrante e sostanziale.
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a divulgare i
contenuti della “Carta” nell’ambito del territorio locale e nazionale e ad
individuare le iniziative politiche ed istituzionali idonee alla concreta
attuazione dei principi in essa contenuti;
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ad attuare
scelte politiche ed amministrative finalizzate a mantenere il controllo
pubblico della gestione del servizio di erogazione dell’acqua potabile;
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ad informare
adeguatamente i cittadini sui vari aspetti che riguardano l’acqua sul nostro
territorio, sia ambientali che gestionali;
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a pianificare
da subito e con tempi precisi un percorso di risanamento della falda acquifera
di Fano adottando azioni ed interventi concreti;
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a pianificare
da subito e con tempi precisi, con gli altri soggetti interessati, un percorso
di risanamento della rete idrica al fine di ridurre sensibilmente le perdite
attuali;
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a promuovere,
attraverso l’informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, la
riduzione dei consumi idrici in eccesso, presso le utenze domestiche,
industriali ed agricole;
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a garantire ad
ogni cittadino a titolo gratuito 40 litri di acqua al giorno per usi domestici;
tale costo può essere finanziato con la fiscalità pubblica o attribuito ai
consumi superiori ai 40 l/g per persona.
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a promuovere,
in campo urbanistico-edilizio, l’installazione della doppia conduttura, di
meccanismi di riciclo delle acque e di azioni di raccolta dell’acqua piovana;
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a destinare
annualmente risorse finanziarie per interventi di rimboschimento di aree
agricole di proprietà comunale, a reintrodure la “festa dell’albero”, a
rispettare la Legge Regionale che obbliga la messa a dimora di un albero per
ogni nuovo nato;
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ad introdurre
nel nuovo PRG norme che impediscano la totale impermeabilizzazione del suolo ed
incentivino la messa a dimora di alberi di alto fusto;
-
ad avviare
degli studi per il riutilizzo delle acque reflue del depuratore per usi
agricoli ed industriali;
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ad effettuare,
su tutto il territorio comunale, un censimento degli scarichi domestici che non
confluiscono nella rete fognaria, per disporre di un quadro aggiornato delle
possibili fonti di inquinamento e progettare un piano di sviluppo organico
della rete fognaria;
-
a contrastare
l’invasione delle acque minerali e promuovere l’uso dell’acqua dell’acquedotto
per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense
comunali. Ad intraprendere una efficace campagna informativa su questo tema;
-
ad installare
alcune fontanelle pubbliche all’interno del centro abitato;
-
ad accantonare
un centesimo di euro per ogni metro cubo di acqua fatturata da destinare a
progetti di cooperazione decentrata con comunità del sud del mondo che soffrono
la crisi idrica, come già deciso da numerosi enti pubblici italiani.
-
a costituire
in tempi brevi una consulta comunale dell’acqua di cui facciano parte
amministratori, rappresentanti delle categorie economiche, dei consumatori,
delle associazioni ambientaliste, delle organizzazioni di solidarietà
internazionale che svolga un ruolo di stimolo e di collaborazione nei confronti
dell’amministrazione rispetto a quanto enunciato in questo documento.
Allegato
Noi, rappresentanti di enti locali, di associazioni di liberi cittadini
e dei soggetti gestori, riconosciamo che l’acqua è un bene vitale, patrimoniale
e comune dell’umanità e che l’accesso è un diritto umano e sociale, individuale
e collettivo, indispensabile.
Consapevoli dell’importanza che riveste la risorsa acqua, sia per la
vita che per l’economia della nostra comunità, in sintonia con i principi
espressi nel Manifesto per il Contratto dell’Acqua, Noi ci impegniamo, in
prospettiva locale, a:
-
utilizzare,
proteggere, conoscere e promuovere l’acqua come bene comune, nel rispetto dei
principi fondamentali della sostenibilità integrale (ambientale, economica,
politica e istituzionale);
-
mantenere
nella sfera pubblica la proprietà e la gestione dell’acqua ovvero il capitale
ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di
captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione);
-
garantire la
sicurezza dell’accesso all’acqua, nella quantità e qualità necessarie alla
vita, a tutti i membri della comunità locale, in solidarietà con le altre
comunità e con le generazioni future: a tal fine riteniamo che l’accesso a 40
litri di acqua al giorno per ogni persona debba essere garantito come diritto e
che i costi necessari al mantenimento di tale diritto debbano essere a carico
della collettività;
-
applicare un
sistema tariffario giusto e solidale, fondato sul principio di sostenibilità:
al principio secondo cui chi spreca paga e chi inquina paga va aggiunto il
principio secondo cui lo spreco non può essere accettato: devono essere posti
dei severi limiti ai consumi massimi tollerabili, oltrepassati i quali le
sanzioni diventino molto pesanti;
-
ridurre, sul
nostro territorio, i prelievi eccessivi e sconsiderati imposti da
un’agricoltura e da una zootecnia iperproduttive e da un’industria ad alta
intensità energetica e divoratrice di risorse naturali che hanno portato, negli
ultimi trent’anni, ad un notevole abbassamento della falda freatica e al
prosciugamento di numerosi tratti fluviali;
-
favorire la
riduzione, al di sotto dei livelli di concentrazione massima ammissibile, delle
sostanze inquinanti nelle acque superficiali e sotterranee, come previsto dalla
Legge n. 152/99;
-
promuovere le
forme più innovative di partecipazione dei cittadini alla definizione delle
politiche dell’acqua a livello locale tramite gli strumenti della democrazia
rappresentativa, partecipativa e diretta e tramite un’intensa opera di
formazione e informazione dei cittadini in materia d’acqua;
-
promuovere il
ritorno dell’acqua nei luoghi pubblici, (re)introducendo “punti acqua” di
ristoro, informazione e cultura nei luoghi di incontro sociale (piazze,
stazioni, giardini, aeroporti, stadi…) al fine di contrastare il consumo di
acqua in bottiglia, così deleterio per l’ambiente, e di incentivare una nuova
cultura dell’acqua.
Coscienti che 1,4 miliardi di persone non hanno ancora oggi accesso a
una fonte di acqua potabile e che, se le dinamiche attuali non saranno
interrotte o capovolte, questa cifra è destinata a raggiungere i 3,5 miliardi
nel 2020, Noi ci impegniamo, in una prospettiva internazionale e mondiale, a:
-
prelevare, per
ogni metro cubo d’acqua fatturato, una piccola percentuale da destinare al
finanziamento di progetti di cooperazione internazionale che perseguono modelli
sostenibili di gestione dell’acqua nei paesi sofferenti di penuria di acqua
potabile (in attuazione dei principi esposti in Agenda 21);
-
sostenere, a
livello di cooperazione decentrata, il finanziamento di progetti di
cooperazione e di scambio di esperienze tra abitanti delle nostre comunità e
quelli di popolazioni africane, latino americane ed asiatiche, a livello di
gestione dell’acqua;
-
stimolare ed
incentivare lo studio di soluzioni innovative per la realizzazione del diritto
all’accesso all’acqua per tutti entro il 2020.
Campagna promossa da: La Lupus in Fabula, Rete di Lilliput Fano, Mondo
Solidale Fano, Associazione Argonauta C. P 29 - 61032 Fano www.altraofficina.it/accadueo 0721 700113 |
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