Una volpe per amica: la storia di Mesules

La storia di Mesules risale all'inverno del 2000, quando abitavo in una casa nel bosco, sul Monte Pietralata. Iniziò tutto in una fredda serata di dicembre, quando un vento gelido annunciava la prima neve e i gatti, nella veranda, mi convincevano puntualmente ad aprirgli la porta di casa per intiepidirsi un pò davanti al camino. Tutti e sette erano dentro quando dall'esterno arrivò uno strano rumore: era il tintinnio del piatto in cui versavo il magiare per i gatti.
Accesa la luce esterna andai poi con circospezione alla finestra: sul piatto c'era una bellissima volpe e lo leccava vigorosamente. Lei avvertì molto presto la mia presenza e se ne andò. I gatti avevano lasciato qualcosa e il profumo di croccantini doveva averla convinta a vincere il timore per la casa.


Un' immagine di Mesules
Abbondai le sere successive con il pasto ai gatti così che ne avanzasse ed ogni sera lei tornò. Dopo averla ammirata oltre il vetro, una sera non ho resistito e ho provato un primo approccio. Ho aperto lentamente la finestra e gli ho gettato un pezzo di pane. Lei prima si è ritratta, poi lo ha odorato a lungo il nuovo alimento e se lo è portato via.
Una volta mi attardai intorno a casa e d'un tratto, mentre la truppa di mici accerchiava il contenitore della cena, la volpe spuntò dal buio. Doveva avere più fame del solito. Era arrivata la neve e per lei il cibo nel bosco era certamente diminuito. Di bacche e frutti vari ce ne erano, anche vicino casa si trovavano numerose rose canine, ma vuoi mettere con dei profumati croccantini....
La volpe mi vide ma io non ero un problema più grande del branco di gatti che la costringeva ad aspettare il suo turno. Mi batteva forte il cuore e dopo pochi minuti entrai velocemente in casa e mi feci seguire dai miei coinquilini a quattro zampe. Mesules ora aveva a sua completa disposizione un discreto quantitavito di cibo avanzato. Era ora di passare ai preparativi per il grande incontro. Messi via i gatti una sera ho appoggiato sul piatto della veranda un bel pezzo di carne.
Mesules è arrivata puntualmente e gli si è avventata divorandolo in pochi secondi. Col passare del tempo la mia presenza la turbava sempre di meno, anzi quasi sempre cercava di capire se avessi in mano il barattolo dei bocconcini. Finchè una volta provai a fare diversamente: la carne non gliela posi sul piatto ma sulla forchetta che allungai verso di lei. La situazione non la convinceva, si vedeva bene, ma dopo aver zampettato a destra e a sinistra si avvicinò di soppiatto inforcando con la bocca il pezzo di carne e sfilandolo dalla forchetta, prima di fuggire.
Dopo quello strepitoso momento Mesules si fidava di me e porgli il cibo a quel modo diventò abitudine. Ciò mi permise di osservarla da vicino a guardare i suoi occhi, le orecchie, il pelo che col passare delle settimane mutò allungandosi e poi accorciandosi in primavera. Non c'erano problemi neanche più coi gatti; una di loro, Anna, provò anche un approccio affettuso ma a lei non la convinse...


Mesules accetta il cibo dalle mani del suo nuovo amico

Mesules ad aprile veniva a trovarmi anche in pieno giorno, all'ora di pranzo, e dopo mangiato restava davanti casa a guardare curiosa tutto ciò che facevo. Una immagine che non dimenticherò mai è stata vederla sulla porta, con le zampe anteriori dentro casa e il naso all'insù: non avrei dovuto stupirmi, avevo appena messo sul tavolo un prelibato piatto di pastasciutta.
In questo modo, quasi sempre, veniva due volte al giorno a casa, e aveva più fame del solito; non stava solo ingrassando, era incinta. Sparì per qualche tempo e quando tornò era piuttosto magra, con le mammelle ingrossate. Stava svezzando i cuccioli e quel periodo era insaziabile: una sera tornai col buio e quando parcheggiai la mia macchina furgonata lasciai inavvertitamente sul vano posteriore uno dei pacchi di croccantini da 3 Kg acquistati quel pomeriggio. La mattina non c'era più, ma c'erano diversi croccantini sparsi in qua e in là, poi per terra altre di quelle tracce dell'evidente furto. La sequenza di croccantini persi per strada portava dentro il bosco: Mesules aveva fatto spesa....
Sono andato via da quella casa alla fine dell'estate, ma per un paio di mesi son tornato, prima tutti i giorni, poi gradulmente sempre meno spesso, a portare cibo in veranda: la volta successiva non ne rimaneva nulla e credo proprio che fosse Mesules, magari coi suoi piccoli, a sfamarsi.
Non l'ho più vista ma sento che sta bene. Spero solo usi sempre una grande cautela nel cercare e trovare amici umani.
In quei memorabili 18 mesi trascorsi sul Monte Pietralata il mio rapporto con la volpe non è stata l'unica esperienza straordinaria, anche se certamente la più appasssionata. Ci fù il tempo dei ricci, del tasso, dei caprioli, dei cani randagi, ma queste sono altre storie....

Andrea Pellegrini

 

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