La Riserva del Furlo deve essere ampliata

In vista dell'adozione del Piano di Gestione, la Riserva Naturale della Gola del Furlo potrebbe ampliarsi; i proprietari terrieri e i residenti della zona Tarugo-Monte Scatto, per ora esclusa dai confini dell'area protetta, hanno già da tempo avviato le pratiche burocratiche per la richiesta di annessione dei propri terreni alla Riserva. Il fatto è di grande importanza: la presa di posizione di queste persone, agricoltori, allevatori e gestori di agriturismi, costituisce una novità ed un caso che ora diventerà politico in attesa di una risposta della Provincia. La richiesta si basa prima di tutto sul valore biologico ed ecologico dell'area, coperta di boschi, arbusteti, solcata da torrenti perenni e cosparsa di coltivazioni in gran parte biologiche. La storia di questa zona, grande circa 500 ettari, è tra l'altro poco chiara: ancora oggi è in gran parte tabellata come Oasi di Protezione ma la Provincia, che un tempo la istituì, non la intende come tale e per questo non risulta nelle carte ufficiali degli istituti venatori. Un'Oasi fantasma, che c'è e non c'è, che sembra essere stata eliminata dalla precedente amministrazione ma poi lasciata sopravvivere per chissà quale interesse o dimenticanza. Una dimenticanza positiva, perchè la zona merita quanto meno una tutela quale Oasi e la conseguente inclusione alla Riserva. Invece il colpo di spugna è arrivato: la Provincia si è acccorta della precarietà dell'Oasi in questione e pare abbia deciso di eliminarla, e questa volta davvero. Non poteva andare diversamente, vista la consueta politica filo-venatoria e la pressione eserciatata, a quanto pare, da una squadra di cacciatori di cinghiale direttamente interessata; ma la Provincia e i cinghilai non avevano fatto i conti con la popolazione e con chi ha dei propri reali interessi sulla zona: non la solita associazione ambientalista ma gente comune che ritiene più che legittimo (e come dargli torto!) di chiedere l'annessione ad un'area protetta e dire di no alla caccia. Così la Riserva Naturale della Gola del Furlo continua a far parlare di se. La Provincia di Pesaro-Urbino, ente gestore dell'area protetta, nella prima proposta di modifica ai confini inviata al Ministero non aveva incluso nè la zona di Monte Scatto, nè altri 170 ettari sottratti qua e la a seconda delle necessità di amministratori e, quel che è più grave, dei cacciatori di cinghiali. Il caso di Monte Scatto mette a nudo una situazione che ha lo stesso movente ma certo una maggiore gravità: come dire che dietro ad un taglio di 170 ettari se ne nasconde un altro di oltre 500 ettari, in buona parte posseduti da persone che invece vogliono far parte della Riserva e non vogliono i cacciatori sotto casa, per tutta una serie di motivi che vanno dalla consapevolezza che l'area in questione è di vitale importanza per la fauna del Monte Paganuccio, ma anche di vitale importanza per lo sviluppo turistico e agricolo.

 

 

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