La ristrutturazione dell'impianto di risalita sul Catria: |
La forte perplessità che Lupus in Fabula e il Gruppo Amici della
Montagna di Pergola nutrono rispetto alla ristrutturazione della funivia
del Catria non corrisponde ad un atteggiamento contrario alla valorizzazione
della montagna o ad una sua fruizione intelligente e sostenibile. C'è
il sospetto, invece, che all'opera manchino quei supporti di programmazione
irrinunciabili. Se le sole garanzie sono rappresentate da un Consorzio
che al suo interno vede schierati i cavatori, ci chiediamo piuttosto
cosa ci aspetta. Neppure l'istituzione della Riserva nasce sotto buoni
auspici perchè se è vero che è stata condivisa
con i cacciatori il fatto non costituisce alcun successo perchè
di nuove aree vietate alla caccia pare che non ce ne saranno e allora
sarà forse il primo caso di un'area protetta non condivisa dagli
ambientalisti. La funivia del Catria non è di principio un'idea sbagliata, per quanto si è sempre sostenuto che in tempi come questi tutti quei soldi pubblici non andrebbero spesi per strutture del genere. Tuttavia la funivia del Catria diviene un vezzo e uno sperpero ingiustificato se non la si colloca in un progetto concreto e davvero conveniente per la tutela della montagna e il lancio turistico. Così com'è pensata non si capisce perchè dovrebbe avere un destino diverso da quello che la portò alla chiusura e ai debiti vent'anni fa. Riaprirla oggi significa per di più che non c'è la curiosità degli anni 80 in cui qualcuno ancora non ci era mai salito. Quindi c'è da chiedersi chi la utilizzerà se non si chiudono le strade e se il Catria non diventa un nome elevato nel firmamento dei Parchi Nazionali italiani. Fermo restando che l'impianto non può reggersi sull'inaffidabile innevamento invernale e che nuove piste sono assolutamente da evitare, non dispiace l'idea di veder salire escursionisti e turisti d'ogni estrazione lungo tutte le stagioni mentre a valle restano le auto. Ma come la mettiamo con la caccia, con le moto che sfrecciano sui prati fino in vetta? Se l'impianto di risalita non sarà pensato come un'opera che innesca una nuova gestione dell'ambiente, non può che diventare una trappola economica e l'ennesimo elemento di disturbo al patrimonio naturale del Catria. Non si capisce perchè, con una così alta posta in palio, le istituzioni coinvolte non abbiano valutato la necessità, morale e tecnica, di verificare il contesto in cui va ad inserirsi l'opera. Per il Catria, come per il Petrano e il Nerone non esiste e non esisterà mai un progetto realmente qualificante e sostenibile se non nell'ottica dell'istituzione di un grande Parco, insostituibile vettore di turismo ambientale e culturale, occasione imperdibile di fare cassa per i piccoli comuni e unica salvezza per il mondo dell'agricoltura, l'allevamento, l'artigianato e la selvicoltura. LUPUS IN FABULA Ottobre 2006 |
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