Sci sul Catria: forse l’ennesimo bidone!

Tutto pronto per celebrare l’ennesima saga del non senso. Siamo a pochi giorni dall’inaugurazione delle piste da sci e della funivia del Catria, ma l’operazione continua a non convincere molti cittadini ed associazioni tra cui la Lupus in Fabula.
Troppe le incongruenze, troppi i soldi spesi, nessun tangibile progetto di rilancio.
Insomma ce n’è più che a sufficienza per mettere in discussione la credibilità degli
amministratori coinvolti. Proviamo a fare il punto: siamo in periodo di recessione conclamata.
I Servizi Pubblici (sanità, trasporti, energia, rifiuti, asili, scuola ed altro ancora),
ormai da diversi anni, vengono ceduti, più o meno direttamente, ai privati con buona pace di molti amministratori. La provincia di Pesaro non fa eccezione.
Ora, ci domandiamo, il cittadino medio, quello che non arriva alla fine del mese con il proprio stipendio, se fosse stato chiamato ad esprimersi ,avrebbe appoggiato la scelta fatta da Comune di Frontone, Provincia e Regione?
Sarebbe stato d’accordo nello spendere 3 milioni di euro sulla bidonvia o, piuttosto, avrebbe chiesto di stornare l’investimento a favore di asili, ospedali ed altro ancora?
Troppo scontata come provocazione? A noi sembra che, di questi tempi, non ci sia più nulla di scontato se non il fatto che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Investire in impianti come quello della bidonvia senza pianificare la chiusura di almeno alcune delle strade che portano alla cima del monte, spendere nuovamente soldi in impianti che già in passato erano stati dismessi perché antieconomici, pretendere di fare, di un posto dove nevica due volte l'anno e dove la neve non si mantiene, un polo sciistico, sono cose che non hanno senso; infine non attivarsi per realizzare l'unico vero progetto di sviluppo economico sostenibile per queste zone (un PARCO NATURALE) è un grave segnale di miopia politica.
Impegni di spesa così importanti (almeno 3 milioni di euro per iniziare, più i futuri
costi di manutenzione) e interventi invasivi fino al punto da modificare per sempre un
territorio, sottintendono idee chiare su sviluppo economico e occupazione altrimenti si
rischiano danni irreversibili. Allora vorremo sapere, quanti posti di lavoro verranno creati? In quanti anni si pensa di ammortizzare il costo dell’operazione? Che proporzione c’è tra impegno di spesa,
danno al territorio e risultati previsti? Il progetto di sviluppo è stato messo per iscritto o si tratta solo di un intervento estemporaneo dettato dalla solita logica del "intanto spendiamo poi si vedrà"? Un anno fa circa, il Sindaco Volpi, non sembrava avere le idee tanto chiare su questi argomenti. E’ cambiato qualcosa?
A noi sembra di no.

Fano, 19/01/2009

Il Presidente

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