L'inverno è anche stagione
di tagli. Sotto i colpi delle motoseghe sono caduti e cadranno altre centinaia
di ettari di bosco per ricavarne, nell'epoca del metano e del gasolio....,
migliaia di tonnellate di legname da ardere. Il taglio ceduo matricinato
distrugge i boschi decidui e restano in piedi solo poche centinaia di piante,
di solito mai le più grandi, e siccome il loro tronco si è
sviluppato in altezza all'interno dell' ex-bosco, questi strani alberi lunghi
ed ora soli contro gli eventi climatici, in caso di forti nevicate (o forte
vento) si pieghano e si spezzano. Cosi la distruzione è completa.
Questo fenomeno, che si ripete ogni anno, non fa altro che destituire ulteriormente
le leggi vigenti ma sia chiaro che le matricine (cioè gli alberi
lasciati in piedi dopo il taglio) non hanno nè la capacità
di seminare, nè di attenuare lo scempio paesaggistico, nè
tantomeno la possibilità di assicurare la copertura del suolo (leggasi
dissesto idrogeologico). |
Il solito taglio dissennato nei pressi di Cagli (Pesaro-Urbino) |