Leggendo i resoconti degli incontri che si sono svolti tra la Giunta,
gli ordini professionali, i costruttori e le associazioni di commercianti,
artigiani e industriali, cominciamo a pensare che il nuovo P.R.G. possa
essere ancora peggiorato. Avevamo dichiarato che per l’eccessiva
estensione di nuove aree edificabili, e per la riduzione dei vincoli
e delle prescrizioni sul verde urbano e non, il PRG adottato dal precedente
consiglio comunale non era sostenibile sotto il profilo ambientale.
Ora quasi tutti i soggetti fino ad oggi interpellati dalla nuova amministrazione
di centro destra, chiedono nuove concessioni, maggiori deroghe, riduzione
dei vincoli. Ci domandiamo se nessuno tra gli operatori economici e
tra i progettisti abbia mai pensato cosa produrrà il nuovo Piano
in fatto di impermeabilizzazione dei suoli, aumento dell’inquinamento
atmosferico, maggior produzione dei rifiuti, riduzione della biodiversità.
Tutti sono capaci di calcolare il tornaconto personale, ma crediamo
che pochi si pongano il problema del degrado delle condizioni ambientali
generato dalle nuove urbanizzazioni.
Gli allarmi delle maggiori autorità scientifiche internazionali
sull’effetto serra e sul continuo aumento della CO2 a causa del
crescente utilizzo dei combustibili fossili e del costante calo dei
sink, cioè gli assorbitori dei gas serra (foreste, boschi, superfici
agricole, ecc.), non sembra preoccupare molto chi ha responsabilità
di governo. A questo proposito un recente studio sul rapporto tra verde
ed emissioni gassose (prof. G. Campos Venuti e arch. A. Kipar) offre
dei dati importanti a chi deve programmare l’uso del territorio.
Se per es. una città prevede di aumentare di 5000 abitanti con
2000 nuovi alloggi in 10 anni e circa 2700 auto, si dovrebbero destinare
67 ettari a verde dei quali 47 alberati per assorbire le maggiori emissioni
ci CO2. Per Fano ciò significa, stante le nuove previsioni, 280
ettari in più di verde dei quali 200 alberati (con 150 alberi
di medie dimensioni ad ettaro).
Per questo la Lupus chiede modifiche significative nelle N.T.A (norme
tecniche di attuazione) perché il verde urbano sia incrementato
e non cancellato come accade oggi: quindi maggiore distanza dai confini
(strade e case) e cancellazione del vincolo dell’altezza massima;
aumento dell’indice di permeabilità, e obbligo di piantumazione
di un certo numero di alberi d’alto fusto per ettaro di terreno
edificabile. Contestualmente chiediamo:
· una seria e realistica programmazione di infrastrutture ed
incentivi per la mobilità sostenibile (ciclo-bus-ztl),
· il taglio di almeno il 30% delle superfici edificabili,
· estensione della raccolta differenziata domiciliare a tutto
il territorio comunale e incentivi per la riduzione dei rifiuti.
· la conferma dell’emendamento Benini che penalizza chi
non adotta tecniche di bioedilizia nelle nuove costruzioni.
Occorre un deciso cambio di rotta che forse può significare qualche
rinuncia di tipo economico, ma che ci può permettere di non spezzare
per sempre il rapporto che ci lega alla natura ed all’ambiente
di cui ci nutriamo.
Fano, 13/09/2004
LA LUPUS IN FABULA
Sezione di Fano