Al sindaco
Alla Giunta del Comune di Pesaro.
Oggetto: provvedimenti urgenti per il rispetto dei parametri U.E. sull’inquinamento
da polveri sottili
I morti per le polveri sottili (PM10) e ultrasottilli (PM02, ancora
non misurate e poco studiate) non si vedono ma ci sono. Le statistiche
ormai piovono da tutte le parti, ed oltre ai decessi rilevano anche
gli elevati costi sociali e quelli economici che il Servizio Sanitario
Nazionale sopporta per le terapie e le cure. Uno studio condotto dall’Università
di Udine e dall’Istituto Burlo Garofalo di Trieste, parla che
nella regione europea (inclusi anche i paesi dell’Est), ogni anno
13000 bambini fino a 4 anni muoiono a causa delle polveri sottili (fonte
“Gaia”).
Sulle cause della formazione delle polveri, ognuno tenta di tirare acqua
al suo mulino, ma ormai sono rimasti solo i commercianti e gli artigiani
a sostenere che non è il traffico veicolare il vero responsabile
dell’inquinamento. Lo studio condotto lo scorso anno dall’università
di Urbino chiarisce che nella nostra provincia (dove sono assenti le
grandi industrie, e sono molto diffuse le caldaie a metano) il traffico
produce il 60/70% di PM10.
Il Piano d’azione per la qualità dell’aria 2004/2005
approvato dalla Giunta Comunale è condivisibile, anche se potrebbe
essere ulteriormente migliorato (es. dovrebbe prevedere anche l’aumento
delle corsie preferenziali per gli autobus: ciò significa aumento
della velocità e quindi delle corse). Ma tra le azioni strutturali
anche l’urbanistica deve fare la sua parte: si dovrebbe obbligare
l’installazione di pannelli solari termici in ogni nuova costruzione
o significativa ristrutturazione (lo ha fatto la Regione Lazio con un
delibera di Consiglio del 08/11/2004 e di recente la Regione Toscana),
senza attendere disposizioni di ordine superiore.
Invece non ci troviamo affatto d’accordo sulle azioni deliberate
dall’amministrazione pesarese per fronteggiare la fase acuta.
Il superamento dei parametri dell’U.E. è ormai cosa certa
e non occorreva essere dei maghi per prevederlo gia da alcuni mesi.
Bastava guardare ai dati dello scorso anno e quindi muoversi con congruo
anticipo per attivare le cosiddette misure tampone. Forse la Giunta
s’illudeva dei “miracolosi” risultati della campagna
del Bollino Blu o forse più naturalmente sperava in un inverno
con maggiori precipitazioni. Ora che è vera emergenza giudichiamo
i provvedimenti assunti pochi giorni fa dalla Giunta del tutto insufficienti
ad arginare la gravità del fenomeno. Mentre mezza Italia ha imboccato
la strada delle domeniche ecologiche e delle targhe alterne (ci sono
anche tre città marchigiane: Ancona, Macerata e Jesi) Pesaro
si ostina a considerare poco utili e difficili da gestire tali misure.
Evidentemente, secondo la Giunta, centinaia di comuni (dalle metropoli
ai piccoli centri), da mesi, fanno delle scelte impopolari, sulla pelle
dei cittadini, senza ottenere risultati! Tale linea rappresenta anche
una critica alla precedente amministrazione guidata da Giovanelli che,
invece, con più coraggio e realismo, aveva iniziato ad aggredire
il problema degli sforamenti ai parametri della U.E. Ci sembra che la
Giunta pesarese sia troppo succube delle tesi delle categorie economiche,
che sono ben felici quando si parla di bollino blu o verde ma alzano
subito gli scudi quando gli si chiede di condividere i sacrifici derivanti
dalla riduzione del traffico motorizzato. Solo se si arriva a fermare
un congruo numero di auto, motorini e furgoni ci sono speranze che i
valori delle PM10 rientrino sotto i limiti. Delle nuove iniziative di
restrizione del traffico presto valuteremo gli effetti, ma siamo convinti
che non sortiranno i risultati sperati dalla Giunta. Le fasce orarie
di limitazione per i diesel “euro zero” e i motorini “pre-euro”
sono troppo ristrette e probabilmente interesseranno pochi veicoli;
inoltre i motorini in questo periodo sono quasi tutti in garage!. Per
quanto riguarda le altre misure (temperature interne degli edifici,
combustione di legna), la difficoltà di esercitare i controlli
sulle singole utenze, le svuota di efficacia. Rinnoviamo quindi la richiesta
di provvedimenti più incisivi, come le domeniche ecologiche e
le targhe alterne.
Domeniche ecologiche. Hanno un valore educativo, richiedono minori
sacrifici (sono minori gli spostamenti obbligati), offrono l’opportunità
di vivere la dimensione urbana in modo più naturale e sociale,
danneggiano in misura limitata le attività economiche, mettono
tutti nelle stesse condizioni di dover contribuire alla riduzione delle
polveri (a patto che le uniche deroghe siano per i veicoli elettrici,
a metano, gas, bi-fuel e mezzi di emergenza).
Targhe alterne. Se le limitazioni deliberate dalla Giunta colpiscono
unicamente, per un mese, chi ha un vecchio diesel e magari ha anche
la sfortuna di non poterlo cambiare, le targhe alterne costringono ad
un cambio di abitudini chi non possiede due auto con targhe diverse,
ma l’impegno è sicuramente più limitato e accettabile.
Le targhe alterne sono meno classiste, colpiscono le auto di grossa
cilindrata come le utilitarie, le nuove come quelle più vecchie.
Costringono tutti, per un giorno o due la settimana, ad organizzarsi
e verificare altre modalità di trasferimento casa-lavoro-scuola-attività
ricreative. Modalità che potrebbero diventare, in alcuni casi,
anche stabili e quindi strutturali alla diminuzione delle polveri. I
risultati delle città che da anni applicano questa misura nella
fase acuta (c’è anche Rimini che nel 2004 è riuscito
a rispettare i limiti fissati dall’U.E.), ci dicono di un calo
del 20/30% del parco circolante e di una pari riduzione delle polveri.
In conclusione crediamo che se la Giunta di Pesaro crede veramente nel
valore prioritario della salute, e se vuole seriamente combattere il
fenomeno delle polveri sottili rispettando i parametri imposti dalla
Unione Europea, deve programmare in maniera forte ed urgente la riduzione
del traffico privato. Ricordiamo che non è solo un obbligo morale
ma lo è anche di legge. Ci dispiacerebbe se anche il Comune di
Pesaro, nella cui Giunta ci sono persone che stimiamo, fosse sottoposto
ad un’indagine della Procura per omissione di atti d’ufficio,
come sta già accadendo in numerose città.
Fano, 21/02/2005
LA LUPUS IN FABULA
IL CONSIGLIO DIRETTIVO