La posizione di Lupus in Fabula sul possibile ampliamento di Benelli Armi ad Urbino

Mercoledi prossimo 29 settembre, al vaglio dell'Amministrazione Comunale di Urbino ci sarà l'ampliamento della Benelli Armi: un progetto che prevede la costruzione di una enorme struttura (70 metri di lunghezza, 15 di altezza) con funzioni di magazzino merci. Una struttura che farà diventare il complesso dei capannoni di questa ditta ancor meno sostenibile in funzione della tutela paesaggistica e monumentale del territorio circostante il centro storico. Eppure si parla della Città Ideale del Rinascimento, Patrimonio dell'Unesco, ma a meno di un chilometro in linea d'aria da Palazzo Ducale sorge una grande fabbrica che è in netto contrasto architettonico e che produce armi, persino componentistica per mitra in uso tutt'ora in Iraq. La città delle contraddizzioni, dove la squadra di pallavolo femminile che gioca in serie A nella scorsa stagione ha portato fiera il nome di "Urbino per la Pace", dove fino a qualche anno fa la manifestazione pacifista Vivicittà annoverava tra i patrocinanti associazioni del calibro di Amnesty International ed Emergency, ma lo sponsor era appunto la Benelli Armi.... Tutti a dire che infondo è la fabbrica più grande in città, e che di certe sponsorizzazioni non si può fare a meno. Anche in una delle prossime manifestazioni attese nel centro storico è in programma un divertente "Trekking Urbano" con magliette e cappellini....della fabbrica di armi: niente male di questi tempi. Fatto sta che non si mette assolutamente in discussione la legittimità di certe attività commerciali, o l'importanza dei posti di lavoro che questa determina: si discute dell'opportunità di accostare certe manifestazioni pubbliche o peggio ancora il nome o il panorama della città con un marchio che significa fucili, pistole e mitra. L'eventuale ampliamento dello stabilimento della Benelli non farà altro che dimostrare con maggiore evidenza quanto sia sconventiente l'accostamento tra il turismo, l'arte, la qualità della vita, ed una fabbrica che oltre a produrre armi produrrà anche un pessimo impatto visivo. Già oggi il vasto capannone è facilmente distinguibile salendo da Fermignano, ma soprattutto lo si scorge già dal centro storico, persino dalle sale di Palazzo Ducale, e dopo l'ampliamento avrà la capacità di attrarre l'occhio d'ogni turista o urbinate che pensa di vedere attorno le mura le dolci colline dove si alternano i boschi e i campi coltivati. La Benelli Armi ha tutto il diritto di esistere, e per come vanno le cose nel mondo purtroppo il prodotto pare tutt'altro che fuori moda: allo stesso modo il Comune di Urbino dovrebbe sentirsi in diritto di difendere l'immagine etica e visiva della città. Anzichè autorizzare l'ampliamento dello stabilimento andrebbe valutata la possibilita di trasferire l'intero edificio nella nuova zona industriale di Canavaccio, lontano del centro storico e vicinissima alla superstrada. Al posto della Benelli Armi potrebbe sorgere (con una bassa spesa) un parcheggio, che poi sarebbe il potenziamento di quello realizzato negli ultimi anni lungo via della Stazione e servito puntualmente e comodamente dai mezzi pubblici. Qualora diventasse utilizzabile il grande spazio occupato oggi dalla Benelli, si potrebbe iniziare a ragionare davvero sul tanto sperato e ipotizzato trasferimento del congestionato approdo delle corriere, liberando finalmente Borgo Mercatale. Questa vicenda, se mai dovesse sfuggire di mano all'Amministrazione, confermerebbe (dopo la Bretella, le antenne, ecc.) la necessità di adottare un sistema davvero efficiente di tutela del paesaggio urbinate. Per lo stesso motivo tutto ciò implicherebbe l'inizio di un confronto che consenta l'istituzione, da parte della Sovrintendenza, di un vincolo Monumentale (dello stesso tipo di quello vigente nella Piana di Maiano, nei pressi di Cagli) che sorvegli e coordini attività e interventi potenzialmente invasivi prendendo come riferimento il campo visivo riscontrabile dal centro storico in direzione delle campagne oltre le mura.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO

Acqualagna, lì 27.09.04

Scrivi alla Lupus Home Page Lupus in Fabula