Al Presidente della Giunta
Dott. Vito D’Ambrosio
All’assessore all’Ambiente
Dott. Amagliani
REGIONE MARCHE
Via G. Da Fabriano, 9
60125
Ancona
Al Presidente
All’assessore all’Ambiente
All’assessore ai Lavori Pubblici
PROVINCIA DI PESARO E URBINO
Viale
Gramsci, 4
61100 Pesaro
Al sindaco
alla Giunta
COMUNE DI PESARO
P.za del Popolo, 1
61100 Pesaro
Al Sindaco
All’assessore all’Ambiente e Mobilità
COMUNE DI FANO
Oggetto:
inquinamento da polveri sottili.
Seguiamo
con molto interesse le notizie, che apprendiamo dalla stampa locale, inerenti
la gestione del problema delle polveri sottili.
Rischiando
di non esaminare gli interventi più recenti e di non dare comunque un quadro
completo degli stessi tentiamo di riassumere le posizioni emerse fino ad oggi:
Il
Comune di Fano sembra solo orientato ad avviare l’applicazione del “bollino
blu”, e a identificare un’area interdetta a chi non ne è provvisto. Non è
in grado di stabilire quando inizieranno i controlli sui mezzi ne’ quando
partirà l’ordinanza. Non si prevedono altre iniziative.
Il
Comune di Pesaro è molto più avanti rispetto a Fano, ha già identificato
le officine autorizzate al rilascio del “bollino” e potrebbe essere già
pronto ad emettere l’ordinanza che regola la circolazione delle auto (a valere dal
nuovo anno). Pesaro è quasi pronta, sempre in accordo con gli artigiani di
categoria, ai controlli sulle caldaie domestiche. Pesaro è contraria a targhe
alterne e domeniche ecologiche, perchè hanno un rapporto costi benefici non
vantaggioso.
La
Provincia di Pesaro e Urbino si limita ad un ruolo di coordinamento, non
ha una sua proposta per la gestione del problema, avalla la linea del “bollino
blu”.
La
Regione Marche intende riproporre la delibera di indirizzo dello
scorso anno, che punta prevalentemente su targhe alterne e domeniche
ecologiche, non è intenzionata ad estendere per legge la metodologia del
“bollino blu” a tutto il territorio regionale e lascia ampio margine alle
amministrazioni locali di fare quello che vogliono. La delibera quindi non sarà
ne’ vincolante, ne’ coercitiva.
Le
associazioni di categoria di artigiani e commercianti sono d’accordo con
la proposta di un “bollino blu” esteso a tutta la regione, sono favorevoli ai
controlli sulle caldaie e sulle emissioni industriali. Sono fortemente
contrarie a qualsiasi limitazione del traffico.
Con
i dati delle centraline che segnalano frequenti superi ai limiti di indicati
dalla U.E., con punte di oltre il doppio, il quadro sopra descritto è piuttosto
allarmante. Abbiamo l’impressione che gli amministratori siano troppo
sensibili alle lobby ed al consenso elettorale. In un paese in cui ogni anno si
vota per qualche organismo rappresentativo è un vero dramma se non si ha il
coraggio di prendere provvedimenti che, almeno in una prima fase, possono
sembrare impopolari, perchè vanno ad incidere su abitudini consolidate e su
forti ed organizzati interessi economici.
Riteniamo
che ci sia una generale sottovalutazione del problema, anche perchè siamo certi
che nessuna delle soluzioni sopra descritte, da sola, riuscirà a portare
cambiamenti significativi ai valori delle polveri, e ad evitare le sanzioni che
scatteranno dal 2005 per i comuni che supereranno i limiti (50 microgrammi/mc
per la media giornaliera – da non superare più di 35 volte all’anno- 40 per
quella annua).
E
stiamo certi che le sanzioni scatteranno: nel mese di ottobre la centralina di
Via Montegrappa a Fano ha superato la media giornariela per 18 volte, quella di
Pesaro, in Via Giolitti, per 13 volte (dal sito della Provincia). Nei primi
giorni di novembre (dall’1 al 5) le polveri sono state sempre fuori norma. Quindi
oltre ai danni alla salute, i cittadini dovranno sostenere un danno economico,
a causa di amministratori incapaci di dare avvio ad una politica concertata,
organica, ed efficace alla soluzione del problema. Speriamo che non sia
così.
Cosa
fare? Come associazione
ambientalista, in qualità di rappresentante di interessi diffusi, vogliamo dare
il nostro contributo di proposte ed idee, sottolineando che il problema delle
PM10 (ma fra poco dovremo monitorare anche quelle più piccole che sono anche
più dannose) non si può affrontare con delle pregiudiziali (come fanno le
categorie economiche) ne’ con delle ricette mono-tematiche (come pensano di
fare Pesaro e Fano), ne’ con dei provvedimenti volontari, scollegati e a
“macchia di leopardo” (come sembra favorire la Regione).
Il
“bollino blu”, ovvero la certificazione che i gas di scarico rispettano
certi parametri di legge, produrrà solo benefici marginali sulle concentrazione delle polveri. Tuttavia
crediamo sia la base di partenza, le fondamenta, su cui avviare qualsiasi
politica di disinquinamento. Il parco auto circolante (da cui deriva oltre
il 60/70% delle polveri prodotte – dati studio Arpa Pesaro e Università di
Urbino) deve essere controllato periodicamente e l’automobilista deve sapere
che la sua auto, indipendentemente dall’uso che ne fa, deve inquinare meno
possibile.
Ma
risultati significativi nel medio periodo si avranno però solo se parte del
traffico privato a motore sarà sostituito con il trasporto pubblico e con
vettori non inquinanti (auto elettriche, a metano, biciclette, ecc.). Per
raggiungere questo obiettivo gli Enti pubblici, a partire dalla Regione, per
seguire con la Provincia ed i singoli
Comuni, devono impegnarsi con investimenti sempre più cospiqui per la mobilità
a basso impatto ambientale, per realizzare le infrastrutture, per
trasformare il parco auto, per dare incentivi ai mezzi non inquinanti, per
estendere le zone pedonali, le Z.T.L., le zone 30. Nelle fasi più difficili
dell’emergenza polveri, come i mesi invernali, per evitare di superare i limiti
indicati dalla U.E. non ci sono alternative alle domeniche ecologiche
ed alle targhe alterne, stabilite in maniera programmata o solo al
verificarsi di continuità nei valori di picco.
Anche
i controlli sulle caldaie domestiche e sugli impianti industriali fa
parte di una politica di base per il contenimento delle polveri sottili: devono
essere fatti a prescindere dai risultati. Tuttavia considerato l’ampio utilizzo
del metano per il riscaldamento, e la bassa concentrazione (per il momento) di
grossi impianti industriali (a parte Falconara e Jesi) non pensiamo che da
questi settori possano venire dei risultati apprezzabili. Maggiore attenzione
deve essere posta alle tariffe applicate dagli artigiani, affinché i controlli
non siano troppo gravosi per le tasche dei cittadini.
Il
ruolo fondamentale per gestire sia le fasi acute dell’emergenza polveri (mesi
invernali), sia per risolvere il problema alla radice, è nelle mani della
Regione.
La
Regione deve varare una
delibera più stringente, che preveda la possibilità di esercizio dei poteri
sostitutivi da parte del presidente della Giunta regionale, se i sindaci non
adempiono alla stessa. I contenuti della della delibera dovrebbero essere i
seguenti:
1)
Il controllo dei fumi
ed i successivo rilascio del ”bollino blu” per tutti i mezzi a motore (secondo
l’esperienza avviata dal Comune di Pesaro) con conseguente divieto di
circolazione, valido tutto l’anno e in tutto il territorio regionale, per i
mezzi che ne siano sprovvisti.
2)
Il controllo dei
fumi, ed il successivo rilascio del “bollino verde” per tutti gli impianti
domestici di riscaldamento (secondo il protocollo studiato dal Comune di
Pesaro) e le verifiche delle amministrazioni locali per sanzionare che non si
fosse messo in regola con tale normativa.
3)
Blocchi della
circolazione dei mezzi a motore, ad esclusione di quelli elettrici e di quelli
a metano, la domenica successiva al superamento ripetuto (per n. volte da determinare)
dei valori limite.
4)
Targhe alterne due
volte la settimana, in giorni prestabiliti (la regolarità dei blocchi consente
ai cittadini di attivare forme di mobilità sostitutive ai mezzi a motore
oggetto del blocco)
5)
Rafforzamento degli
organici dell’Arpa regionale e degli Arpa provinciali, per rendere più incisivi
e frequenti i controlli sui fumi emessi dagli impianti manifatturieri della
regione.
Ancora
più importante di una delibera di coordinamento sono i fondi da stanziare per
infrastrutture a favore della mobilità a basso impatto ambientale. Servono più
risorse per il trasporto pubblico sia urbano che extraurbano, finanziamenti per
piste ciclabili, parcheggi scambiatori, intermodalità treno-bus-bici. Tali
risorse possono essere reperite dallo Stato, presentando nei modi e nei tempi,
di volta in volta indicati, progetti di moderazione del traffico (vedi Regione
Emilia Romagna).
E’
necessario anche verificare con Trenitalia Spa, la possibilità di incrementare
le corse dei treni locali facenti funzioni di “navetta” per i centri costieri.
La
Regione dovrebbe sottoscrivere con i Comuni accordi di programma con i quali
vincolare i finanziamenti a precisi obblighi in merito a infrastrutture,
campagne informative e provvedimenti di restrizione del traffico, finalizzati
alla diminuzione delle PM10.
Tra
le iniziative da mettere in campo la priorità spetta alle piste ciclabili; ma
non vanno dimenticati le esperienze ed i progetti in corso in altre città
italiane come il “Car Pooling” il “Car Sharing” e i “taxi Collettivi”. La
Regione dovrebbe individuare le città dove avviare la sperimentazione di queste
nuove modalità di trasporto.
I
fondi per nuovi e cospiqui investimenti la Regione li può reperire
dall’incremento delle accise regionali sui carburanti.
Comprendiamo
che questa misura può sembrare ardita in un periodo di forti incrementi dei
prezzi alla pompa. Ma siamo convinti che se le nuove entrate servono a
realizzare concreti progetti infrastrutturali, a vantaggio della qualità
dell’aria, non è difficile giustificare l’incremento della tassazione.
I
comuni devono innanzitutto
tutelare la salute pubblica e non diventare ostaggio delle lobby più forti ed
organizzate. Devono quindi, in accordo con le disposizioni regionali, prendere
misure di contenimento del traffico e di controllo dei gas di scarico
(ricordiamo che è dal traffico che derivano la maggior parte delle PM10). Ma
affinché la riduzione degli inquinanti sia duratura e definitiva, devono
attuare politiche di gestione del traffico che favoriscano l’uso della
bicicletta e del mezzo pubblico. Quindi occorre realizzare:
1)
corsie dedicate agli
autobus;
2)
piste ciclabili,
funzionali e sicure, lungo direttrici principali, interconnesse tra loro;
3)
nuove Z.T.L., zone
pedonali e zone a velocità ridotta (zone 30);
4)
nuovi parcheggi per
la sosta prolungata, possibilmente interrati o coperti, in aree perimetrali al
centro, collegati con bus navetta, verso le zone in cui è interdetto il
traffico;
5)
aree di sosta coperte
per le biciclette;
6)
parcheggi a pagamento
con tariffa differenziata in relazione alla vicinanza o meno dal centro urbano
o dai luoghi di maggior attrazione del traffico.
Inoltre
i comuni devono:
·
migliorare la
funzionalità del trasporto pubblico, attraverso un incremento delle corse, la
verifica degli itinerari, l’avvio di incentivi anche in accordo con le
associazioni del commercio;
·
individuare e rendere
operativi il Mobility Manager (M.M.), con funzioni sia di coordinatore d’area
(coordinamento con altri M.M. di aziende private), sia di livello aziendale.
Le Province
devono realizzare e far funzionare (quando non presenti) il sistema di
tele-rilevamento delle polveri attraverso una rete di centraline distribuite
nei principali centri urbani.
Inoltre le Province dovrebbero:
·
integrare le risorse
dei comuni e della Regione per le infrastrutture inter comunali;
·
coordinare gli
interventi di moderazione del traffico dei comuni;
·
fare i controlli
sulle caldaie domestiche per i comuni più piccoli;
·
coordinare l’attività
dei M.M. d’area.
Per combattere le polveri e gli altri inquinanti dell’aria
non ci sono soluzioni miracolose. Serve un mix di azioni e una dose di
lungimiranza e di coraggio superiore a quella oggi in uso. Se è vero, come è
vero, che le polveri sottili rappresentano un problema serio, solo con serietà
e determinazione possono essere combattute.
Fano, 10/11/2004
LA LUPUS IN FABULA
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