Il futuro dell'Aset

Non abbiamo mai creduto che l’allontanamento di Cicetti dalla Presidenza dell’Aset Spa, sia dovuto esclusivamente alle sue relazioni di parentela con una neo assunta. Come è avvenuto allo stesso Aguzzi con il sindaco Carnaroli, probabilmente le scelte gestionali del neo presidente non collimavano più con il maggiore azionista. Questa vicenda viaggia parallela all’aumento del 6,2% della Tia, poi revocato. Anche questa volta le categorie economiche possono cantar vittoria. Sembra che sia scoppiata la luna di miele tra loro e la Giunta. Ma il buco di 500.000 euro resta e nemmeno l’assessore Carloni sa ancora come chiuderlo. La “mucca da mungere” non riesce a dare più latte e i grossolani errori del passato ora si pagano.
Prima l’acquisto pro-quota di Natura srl, un’azienda che grazie ad una gestione “allegra” aveva accumulato miliardi di debiti ed era sull’orlo del fallimento.
Poi la creazione di Aset Holding, che invece di essere una “scatola vuota” con la sola proprietà delle reti (come stabilisce la legge) diventa essa stessa gestore di servizi. La discarica, la distribuzione del gas (tramite Prometeo), lo sfruttamento del biogas (tramite Aura), le farmacie. Le migliori professionalità (il direttore di Aset Spa ed il capo contabile) sono assunti in Aset Holding. Una sovra-struttura che costa solo in stipendi ben 400.000 €. Ma non basta: Aset Holding per non pagare le tasse sugli utili ogni anno è probabilmente costretta a generare costi. Invece l’Aset Spa lo scorso anno ha chiuso il bilancio con un risicato utile di 8.000 € ed ha seri problemi di flussi di cassa. A fronte di un fatturato di 22.0000.000 € paga canoni per circa 6.000.000 € (inclusi gli accantonamenti per la post gestione della discarica). 1.750.000 € circa glie li chiede il Comune di Fano, compresi 500.000 € per il mancato incasso delle imposte ex-eca, che il Comune ha perso dopo il passaggio da tassa a tariffa dell’imposta di smaltimento rifiuti. Fino ad oggi gli amministratori comunali hanno attinto all’Aset i soldi che servivano per quadrare i bilanci. Ora non ce ne sono più. O si aumenta la Tia o si diminuisce il canone di servizio e si trovano altre risorse. Speriamo che il nuovo amministratore prosegua sulla linea che Cicetti aveva dichiarato di voler intraprendere per la ristrutturazione dell’azienda e che noi riteniamo fondamentali per la creazione di valore: rientro in possesso della discarica e degli altri servizi gestiti dalla Holding, trasformazione della Holding nella cassaforte delle reti, ma senza un reale apparato amministrativo.
Senza queste manovre abbiamo seri dubbi che Aset Spa possa valere quanto si merita all’interno della futura azienda provinciale. Ma non solo. Se non vengono liberate risorse non si troveranno mai i finanziamenti per aumentare le raccolte differenziate porta a porta, e la strada per l’inceneritore sarebbe ancora più spianata. Il sindaco di Fano deve riflettere molto bene sull’opportunità di entrare in una azienda unica sponsorizzata da Ucchielli e Ceriscioli dove Hera conterà almeno per il 24/25%. La logica del profitto prenderà il sopravvento su una gestione che dovrà essere, sì efficiente ed efficace, ma non dovrà mai dimenticare l’interesse pubblico. Aguzzi fa bene a guardarsi intorno: non sta scritto da nessuna parte che Aset Spa debba andare per forza con Megas e Aspes (Hera). Se Pesaro ha fatto la scelta (sbagliata) di trovarsi un partner privato, Fano può decidere di rimanere totalmente pubblica e di trovarsi un partner che ha le stesse logiche amministrative: tutela del territorio e delle sue risorse, qualità dei servizi al cittadino, partecipazione e trasparenza nelle scelte politiche.
Fano, 21/02/2005

Associazione Ambientalista
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