A dieci giorni dall’inizio della sperimentazione possiamo affermare
tranquillamente che PUT2, quello della Giunta Aguzzi, ha fallito in
buona parte i suoi obiettivi. Sicuramente i residenti di alcune vie
che erano state penalizzate maggiormente dalla precedente versione del
PUT (es. Via Palazzi e le vie della scorciatoia per Pesaro – Via
Squarcia, Via della Fornace, Via Cimabue ecc.) hanno beneficiato di
uno sgravio di traffico, ma complessivamente la situazione è
peggiorata per tutti gli altri, in modo particolare per i pedoni ed
i ciclisti. Sarebbe stato meglio che la nuova Giunta avesse continuato
nelle migliorie che l’ex. Assessore Alfassio stava attuando, purtroppo
con troppo ritardo. Il vero problema di entrambi i Piani del Traffico,è
quello di aver impostato la mobilità partendo dai bisogni di
chi si muove in auto. Fano, la città dove da oltre dieci anni
è attivo un Laboratorio dedicato ai bambini, la città
che avrebbe dovuto sviluppare le sue politiche, dall’urbanistica
ai lavori pubblici, dal verde alla viabilità, a partire dalla
esigenze dei più piccoli, ha varato due PUT che considerano in
primo luogo le esigenze dei più forti: gli automobilisti.
Oggi ci troviamo a pensare, per prima cosa, su come fare andare veloci
e scorrevoli le auto, poi se c’è lo spazio, se esiste il
modo, se si trova la soluzione che non contrasta con il primo punto,
si pensa ai pedoni ed ai ciclisti. Se cambiasse l’approccio tutto
sarebbe diverso.
In una città ed in un periodo in cui domina la cultura dell’auto,
amministratori illuminati dovrebbero preoccuparsi di come rovesciare
o almeno invertire il rapporto tra mobilità privata e pubblica,
tra mezzi di trasporto inquinanti e mezzi a basso impatto ambientale.
Facilitando il flusso del traffico e costruendo nuove strade, si ha
come effetto nel breve termine quello di incentivare l’uso dell’auto
e nel medio termine il problema dell’intasamento, dei rallentamenti
e dell’inquinamento si ripropone. Quindi invece della costruzione
di nuove strade la priorità dovrebbe essere quella di costruire
molte piste ciclabili, sicure, funzionali, connesse tra di loro. Nuove
piste ciclabili vorrebbe dire più persone che lasciano l’auto
a casa, meno problemi di inquinamento, meno ingorghi e soprattutto una
pressione minore delle auto sulle infrastrutture esistenti.
Pesaro, nonostante stia per completare una strada interquartieri, ha
finalmente capito che deve investire massicciamente su una rete di piste
ciclabili e su pargheggi scambiatori fuori dal centro storico. Gli amministratori
della nostra città pensano solo a nuove strade.
Chiediamo quindi:
-che siano realizzati attraversamenti pedonali rialzati ed incroci rialzati
dal piano stradale (es. vedi Cattolica), per la sicurezza ed il diritto
di mobilità dei pedoni,
-che siano realizzate nuove piste ciclabili in via Fanella, in via Squarcia,
in Via Abbazia, in viale Gramsci e che siano costruiti altri tracciati
nelle principali direttrici,
-che siano messi in sicurezza i tracciati ciclabili esistenti,
-che sia più puntuale e severa la vigilanza sulla sosta e sul
transito in zone vietate alle auto,
-che vengano chiesti maggiori finanziamenti per il trasporto pubblico,
-che siano realizzati parcheggi coperti per biciclette,
-che siano attivati autobus-navetta dai principali parcheggi (Foro Boario
e Cimitero).
Questi sono solo alcuni dei provvedimenti da attuare. Gestire la mobilità
non è una questione di poco conto, servono idee, coraggio e investimenti.
Altri sono riusciti in questo intento. Ma Fano ha amministratori e tecnici
all’altezza della situazione? Stiamo a vedere.
Fano, 13/11/2004
LA LUPUS IN FABULA
Sezione di Fano