Piana di Maiano: la posizione della Lupus dopo la sentenza del TAR |
La Lupus in Fabula intende manifestare il proprio dissenso
relativamente ai ricorsi contro la disposizione di tutela per la Piana
di Maiano. Al di la di quelle che possono essere le ragioni che hanno
portato il TAR a decidere per la sospensiva cautelare del provvedimento,
rimane il grave atteggiamento di istituzioni pubbliche quali i Comuni
di Cagli, Frontone, Pergola, la Comunità Montana del Catria e Nerone
e la Provincia che sembra stiano facendo di tutto per screditare e sminuire
il valore di una vasta zona dell'entroterra pesarese e per di più
spendendo denaro pubblico. Non crediamo infatti esistano precedenti in
questo senso. Di solito chi amministra fa di tutto per valorizzare il
territorio di sua competenza, ma questa volta, stranamente, ci troviamo
di fronte ad un fenomeno diametralmente opposto. Mentre da una parte c'è
la Soprintendenza, massimo organo competente per i beni storico culturali,
che vuole elevare una porzione di territorio ai livelli di centri come
Urbino (conosciuto in tutto il mondo) o di luoghi come il Colle dell'Infinito
(Recanati), dall'altra ci sono amministratori come il Sindaco di Cagli
che arrivano addirittura a mettere in discussione la scelta degli esperti
dichiarando, sui quotidiani locali, che la Piana in questione non avrebbe
le caratteristiche del monumento. Queste dinamiche politiche, sottoscritte
anche dalle opposizioni con il loro silenzio assenso, rappresentano uno
degli aspetti più oscuri nell'amministrazione della cosa pubblica.
Altra singolare posizione è quella dell'Istituto di Sostentamento
del Clero. Tutto ci saremmo aspettati tranne che trovare questo ente tra
quelli che hanno presentato il ricorso contro la tutela. Credevamo che
tra le altre cose questo organismo si dovesse muovere incondizionatamente
a difesa del creato, ma evidentemente ci sbagliavamo. Speriamo solo che
i soldi utilizzati per il ricorso non siano quelli raccolti grazie all'8
x mille.Chiederemo al Vescovo. Insomma nel complesso un deciso passo indietro
che potrebbe aver determinato grave pregiudizio all'immagine dell'entroterra
e che non lascia ben sperare neanche in previsione di una possibile istituzione
del Parco Naturale del Catria e del Nerone. Ora, per attirare turisti
nel prossimo futuro, quali immagini si pensa di inserire nei depliant
informativi? Bisogna continuare a contraffare le fotografie dei paesaggi
mascherando le zone dove ci sono cave e capannoni? O forse parlando di
industria del turismo si pensava all'arrivo di pulman di cavatori e rampanti
industrialotti interessati a visitare bellezze nostrane come le Cave di
Ponte Alto e di Frontone?
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