Aspes organizza visita all'inceneritore di Bologna

A quanto pare la campagna di sensibilizzazione a favore della realizzazione di inceneritori, anche nel territorio della Provincia di Pesaro, inizia ad entrare nel vivo: Aspes ha addirittura deciso di organizzare un “pellegrinaggio” all’inceneritore di Bologna (Hera s.p.a.) nel tentativo di convincere alcuni amministratori che spendere migliaia di euro per incenerire rifiuti è più pratico che impegnarsi maggiormente nella raccolta differenziata. Decisamente un brutto segnale che testimonia, in senso negativo, quali potrebbero essere le politiche di conduzione del settore da parte del futuro gestore unico, se Aspes dovesse esservi rappresentata come componente più importante. Così, mentre in altri Comuni italiani, in virtù di una raccolta differenziata funzionale, si respinge anche solo l’idea di nuovi inceneritori, evitando il rischio di pericolosi inquinamenti ambientali, nella nostra provincia, Comune di Pesaro in testa, ci si adopera invece per convincere tutti che quella degli inceneritori è l’unica soluzione possibile. Una predisposizione, questa del capoluogo di provincia, che sembra aver subito una decisa accelerata da quando, guarda caso, Hera s.p.a., che ha fortissimi interessi nel settore, è diventata consociata proprio di Aspes.
In realtà nulla di male rispetto alla gitarella: è giusto che amministratori pubblici si muovano per raccogliere informazioni e studiare opzioni, è loro dovere; tuttavia, a questo punto, consideriamo sia opportuno organizzare, con la stessa solerzia, una gita anche per andare a studiare quei comuni e quelle province virtuose in cui la raccolta differenziata ha raggiunto valori tra il 45 e il 55% con conseguente abbassamento dei costi di raccolta. A noi sembra che, rispetto alle possibilità offerte dal Piano Provinciale Rifiuti, ci si sia arresi un po’ troppo presto; i margini di progresso rispetto alla raccolta differenziata sono ancora molto ampi. La possibile realizzazione di un inceneritore invece, oltre ad aumentare i rischi d’inquinamento ambientale, vanificherebbe ogni velleità rispetto ai piani di recupero e riciclo in quanto, per necessità di guadagno e ammortamento dei costi, si finirebbe con il bruciare gran parte dei rifiuti prodotti o addirittura ad importarne in quantità, pur di mandare avanti gli impianti. Grandi quantità di ceneri dovranno comunque essere stoccate, come rifiuto speciale, in siti idonei, per cui non c’è neanche da aspettarsi che scompaiano le discariche. Insomma, il Piano Regionale è datato 1999, quello Provinciale 2002, possibile se ne sia già decretato il fallimento dopo così poco tempo? Un comportamento illogico fino al punto da portarci a dubitare della bontà degli intenti e a domandare: ma il settore dei rifiuti e gli altri servizi pubblici (vedi risorse idriche) debbono essere gestiti in funzione degli interessi dei cittadini oppure in funzione delle mire espansionistiche e di profitto di società sempre meno pubbliche e sempre più private come, ad esempio, le stesse Aspes s.p.a ed Hera s.pa.? Crediamo che ciò non sia proprio quello che la gente si auspica.


Pesaro, lì 02.10.04
Luca Orciani

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