Ad una settima dall’incontro con l’Assessore all’urbanistica Pieri le associazioni  Circolo Rosso & Verde, La Lupus in Fabula, Legambiente, WWF  si sono nuovamente riunite con Consiglieri comunali e rappresentanti di PD, Liberi X Pesaro, Pesaro 5 Stelle, IDV, per approfondire l’ormai nota vicenda Xanitalia.

Sul tema è apprezzata la disponibilità al dialogo dimostrata dall’Assessore, come pure alcune garanzie su cui si è impegnato, come  il recupero di terreno agricolo che si perderebbe con la variante Xanitalia dall’area sul lato opposto della Montelabbatese.

Nonostante questo, sentiamo di ribadire con forza che qualcosa di profondamente stonato è alla base di tale operazione immobiliare. A chi è servita la previsione presente nel PRG di nuove aree industriali, se anche un importante imprenditore come è Signoretti invece di cercare risposta alle sue necessità in quelle aree, preferisce acquistare terreni agricoli “scommettendo” sulla trasformazione da agricolo a industriale?

Forse la città non ha chiaro che in ballo ci sono cifre da capogiro. Da quanto ci risulta infatti  il costo di un’area agricola oscillerebbe fra i 3 e i 6 euro al mq, mentre  un’area industriale si aggirerebbe intorno agli 80/90 euro al mq. Questo significherebbe che la differenza di valore fra 10 ettari agricoli e 10 ettari “produttivi”, come nel caso Xanitalia,  potrebbe essere fra 300/600 mila euro e 8/9 milioni di euro!!

Di fronte a queste cifre viene da chiedersi perché un singolo imprenditore dovrebbe beneficiare di una tale agevolazione. Come si potrebbe rifiutare la stessa cosa ad altri che manifestassero la stessa esigenza? Dunque che fine faranno le intenzioni programmatiche di Ceriscioli e Ricci di favorire il recupero del patrimonio immobiliare esistente prima di avallare nuove previsioni edificatorie, se nella pratica si dovrà sempre accondiscendere alle richieste dell’imprenditore di turno?

Rimane evidente che se il Consiglio Comunale vorrà ad ogni costo perseguire la strada di incontrare le richieste di Xanitalia,  debbono far comunque fede gli impegni presi dall’Assessore e cioè che ciò verrà fatto ad invarianza di utilizzo di suolo agricolo in termini quantitativi.  Vogliamo anzi aggiungere che proprio l’incontro con l’Assessore ci ha lasciato seri dubbi su un fatto: sembra che l’intenzione sia di procedere a questa “compensazione” tramite cambi di destinazione d’uso, concentrazione dei volumi  e tramite strumenti amministrativi  tra loro diversi, da un lato una pratica SUAP e dall’altro protocolli di intesa e varianti urbanistiche. Temiamo fortemente, proprio in ragione dell’alea che caratterizza certi passaggi amministrativi, che tutto possa rivelarsi un gioco delle tre carte, in cui ciò che appare è “tanto metto da un lato, tanto tolgo dall’altro” mentre in realtà tutta l’operazione potrebbe risolversi in un semplice ulteriore consumo di suolo agricolo, anche se le attuali intenzioni sembrano non essere queste.

Ci sembra che l’unico modo di procedere per ottenere una “perequazione seria e certa” sia di approvare una variante unica che includa tutte le aree in gioco e che contestualmente, nello stesso atto amministrativo, faccia le compensazioni di cui si è parlato in modo che “simul stabunt vel simul cadent” (come insieme staranno così insieme cadranno).

A queste condizioni e solo a queste condizioni è possibile ragionare dei temi urbanistici che l’Assessore ha messo sul tavolo come i cambi di destinazione d’uso e lo spostamento dell’area logistica anche se neppure queste condizioni superano, giova ripeterlo, le perplessità di fondo che accompagnano una operazione così palesemente avulsa dalla pianificazione territoriale come la trasformazione – su richiesta di un singolo – di 10 ettari da agricoli a produttivi.

Sottoscritto da:  “Circolo Rosso & Verde” –  “La Lupus in Fabula” – “Legambiente – Pesaro” – “WWF – Pesaro”