Dati allarmanti riguardano l’inquinamento atmosferico della nostra Città dovuto in particolar modo sia ai gas di scarico del traffico, agli impianti di riscaldamento, alle emissioni industriali ed altro. La Comunità Europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti della Regione Marche per i superamenti dei valori di PM10 degli scorsi anni. Quindi qualcosa va fatto non solo per salvaguardare la salute dei cittadini, ma, a questo punto, anche per evitare di pagare le giuste multe previste per chi non ottempera alle direttive europee. Ricordiamo che ogni multa pagata da un ente pubblico (stato compreso), così come i finanziamenti non ottenuti, sono soldi non più disponibili per gli indispensabili servizi ai cittadini.Le associazioni ambientaliste e culturali della Città ricordano agli organi competenti ed alla cittadinanza tutta il loro costante impegno per evitare situazioni drammatiche come l’attuale.
Le azioni da mettere in atto sono di due tipi: quelle strutturali (che danno risultati a medio/lungo termine) e quelle per affrontare l’emergenza (data dai superamenti dei valori limite stabiliti dalla legge). Non abbiamo ben capito in quali di queste azioni si colloca la misura adottata con decreto dalla Regione Marche che, dopo lunghe trattative con gli enti locali, ha stabilito il divieto di circolazione di alcuni autoveicoli, ritenuti più inquinanti. Tuttavia si poteva fare di più e meglio. Non si risolve il problema affrontandolo quando è sfuggito di mano. I cittadini non sono preparati a rinunciare all’auto dalla mattina alla sera. Con iniziative estemporanee si danneggia il sistema produttivo, di servizi e di relazioni del territorio. La limitazione adottata è piuttosto blanda perché riguarda un numero ridotto di veicoli e non si estende per tutto l’arco della giornata (sono escluse le ore dei trasferimenti casa-lavoro-scuola). Inoltre si penalizza solo chi non ha voluto o potuto cambiare l’auto con un modello meno inquinante (e spesso si tratta di anziani o di persone a basso reddito). Pensiamo che in un periodo di crisi economica i sacrifici, in termini di mobilità, debbano essere fatti da tutti indistintamente. Per questo crediamo che gli unici blocchi del traffico praticabili e quelli che danno maggiori risultati in termini di qualità dell’aria, siano quelli generalizzati. Tutti gli Enti oltre agli interventi sul traffico, è indispensabile che agiscano su tutte le fonti di emissioni iniziando dalla riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
E’ necessario programmare, come nei migliori paesi europei, una mobilità collettiva diversa dall’uso dell’auto da parte di ogni singolo individuo. Nella città di Pesaro esiste già un’esperienza interessante di uso conclamato del mezzo pubblico: la navetta Sottomonte e zona Mare durante il periodo estivo. I cittadini sono consapevoli che durante l’estate c’è quella possibilità, la stessa, identica procedura si deve instaurare per tutto l’anno, per tutta la città, territorio regionale e nazionale. In relazione alla situazione di emergenza in atto, allo scopo di ridurre l’incidenza delle malattie che si manifestano a causa dell’ inquinamento atmosferico, le associazioni ambientaliste culturali di Pesaro ritengono opportuno adottare con tutta urgenza le seguenti iniziative immediate e di medio-lungo termine:
1) blocco totale del traffico veicolare urbano (esclusi ovviamente i mezzi di emergenza e quelli meno inquinanti) da attuarsi 2 giorni alla settimana;
2) attivare l’uso di parcheggi scambiatori fuori dalla città e già esistenti quali Campanara, palazzo dello sport AdriaticArena tramite un efficiente sistema di bus-navetta;
3) promuovere l’uso del mezzo pubblico con azioni incentivanti (buoni di spesa dei negozi, gadget, altro);
4) estendere i parcheggi a pagamento e allargare la Z.T.L.
5) privilegiare l’uso del mezzo pubblico rendendolo più rapido del privato con la realizzazione di piste preferenziali;
6) attivare azioni d’informazione per promuovere l’uso del mezzo pubblico coinvolgendo tutti i mezzi d’informazione locali;
7) razionalizzare le linee degli autobus, eliminando le corse non produttive e incrementando i passaggi nelle zone con maggiore utenza potenziale;
8) prevedere un miglior uso del treno con la realizzazione di un’ulteriore stazione e conseguenti fermate dei convogli regionali a nord e sud della città;
9) realizzare più celermente le necessarie piste ciclabili e collegarle a rete;
10) fissare l’obiettivo di completare la sostituzione degli attuali mezzi pubblici con quelli ad alimentazione elettrica o a metano;
11) pianificare lo sviluppo urbanistico della città in relazione alla vivibilità della stessa e quindi anche della viabilità, arrestando l’effetto “sprawl” (urbanizzazione incontrollata e diffusa) e recuperando la progettualità dell’ambiente urbano inteso in tutti i suoi aspetti.
12) incentivare il telelavoro.
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