Nasce l’Osservatorio Nazionale su Fauna e Legalità, su iniziativa di Enpa, Lav, Lipu e Wwf Italia, cui prenderanno parte giuristi, esperti, studiosi e il cui fine sarà il monitoraggio dell’applicazione delle normative di tutela degli animali selvatici.
«Un organismo – dichiarano le quattro associazioni promotrici – che nasce come iniziativa d’emergenza, a fronte della sistematica violazione del diritto che, in materia di tutela degli animali selvatici, si registra in Italia, ma che potrebbe assumere un carattere strutturale e permanente.»
L’attenzione dell’Osservatorio sarà rivolta in modo particolare ai calendari venatori che le regioni, ai sensi della legge 157/92 anche come modificata di recente, dovranno varare entro il 15 giugno.
«La stagione di caccia 2010-2011 è stata un campionario di illegalità istituzionalizzate che non dovrà ripetersi – proseguono le associazioni -. Le regioni hanno voluto ignorare le modifiche apportate dal Parlamento alla normativa nazionale su tutela della fauna e regolamentazione della caccia conseguenti al parziale adeguamento del nostro Paese alla direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici».
Tra tutte le innovazioni che avrebbero dovuto applicarsi, le più rilevanti sono quelle relative al rispetto dello stato di conservazione degli uccelli e quella del divieto di spari durante le fasi biologicamente più delicate della vita selvatica, cioè durante la riproduzione e la migrazione prenuziale degli uccelli. Le nuove norme, accompagnate dalle valutazioni tecniche dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che è l’autorità scientifica nazionale, avrebbero dovuto e dovranno comportare la riduzione significativa della stagione venatoria e la cancellazione o sospensione di varie specie dalla lista di quelle cacciabili.
«Il dossier raccolto durante la stagione di caccia 2010/11 ci dice di regioni che hanno disatteso la legge nazionale, ignorato le indicazioni scientifiche, disapplicato le ordinanze della magistratura, violato gravemente il diritto. Non solo – aggiungono le associazioni -: c’è materiale per capire che tutto ciò, in molti casi, è avvenuto in piena consapevolezza delle illegittimità che venivano compiute e secondo piani artatamente progettati. Il risultato, tra gli altri, è stato quello di impartire un danno irreparabile al patrimonio della collettività che non permetteremo si ripeta. Per questo, l’attenzione sarà massima e nessun azione verrà scartata, inclusa la strada penale su cui stiamo facendo una seria e dettagliata valutazione.»
«Canale ulteriore – concludono, Enpa, Lav, Lipu e Wwf Italia – sarà quello dell’Unione Europea, rispetto alla quale l’Italia, in materia di caccia, è già incappata in un numero amplissimo di infrazioni e condanne ma che chiama a una denuncia ancor più complessiva: quella del “sistema caccia Italia” e delle sue tantissime zone d’ombra. »
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