Al Presidente della Provincia di Pesaro ed Urbino
Al Sindaco di Fano
Al Sindaco di Pesaro
All’Assessore regionale alla Sanità
Al Presidente della Giunta Regionale
e Alla stampa locale
Ci opporremo con ogni mezzo lecito alla previsione del nuovo Ospedale unico a Fosso Sejore, e lo stesso dicasi se si scegliesse la piana di Carignano nel comune di Mombaroccio (indicata da 23 sindaci con in testa quello di Fano) o qualsiasi area caratterizzata da forti valenze paesaggistiche e ambientali.
Quella che sembrava solo un’ipotesi trova conferma nelle dichiarazioni di Matteo Ricci (Presidente della Provincia) e di Almerino Mezzolani (Assessore regionale alla Sanità) rilasciate pochi giorni fa sulla stampa locale. Questa scelta sciagurata è dettata esclusivamente da equilibri politici e partitici e dall’esigenza degli amministratori di Fano e Pesaro di dimostrare ai propri elettori di non cedere il dominio della sanità al Comune vicino. Solo questioni di visibilità e di campanile spingono ad identificare un’area che non ha nessuna caratteristica per diventare un polo ospedaliero provinciale.
Fosso Sejore non è baricentrico rispetto al territorio della provincia, ma solo rispetto ai due comuni costieri più grandi e quindi costringerebbe agli abitanti dell’alta valle del Metauro, della valle del Cesano e dell’alta valle del Foglia a fare decine di chilometri in più rispetto alle strutture esistenti, che sono quasi sotto casa.
Non è su aree di proprietà pubblica, con il risultato di far aumentare notevolmente il costo dell’operazione e favorire la speculazione dei privati che hanno il possesso dei terreni.
Non è servito da infrastrutture capaci di sostenere un movimento quotidiano di migliaia persone: tutti conosciamo la strada statale 16 ed i suoi problemi quotidiani, che si amplificano nel periodo estivo. Un polo ospedaliero a Fosso Sejore richiederebbe la costruzione di una nuova ampia strada che, a partire dal nuovo casello di Fenile, andrebbe a sfasciare le bellissime colline di Roncosambaccio (comune di Fano). Ma probabilmente comporterà anche la creazione di nuove infrastrutture nel versante di Pesaro, come ad esempio la prosecuzione dell’interquartieri fino a Fosso Sejore. Tutto questo con costi ambientali ed economici ingentissimi. Siamo fermamente contrari al consumo di nuovo territorio agricolo, specialmente in aree di pregio, che hanno forti e chiare vocazioni turistiche. Non comprendiamo perché non si possano destinare allo scopo aree nella media valle del Metauro (già ampiamente compromessa da aree industriali e da espansioni residenziali) riconvertendo previsioni urbanistiche superflue; perché non si riutilizzano aree dismesse, come le ex caserme di Pesaro o al limite quelle adiacenti all’Ospedale di Muraglia.
Invitiamo il presidente Matteo Ricci a rivedere la decisione, anche per essere coerente con quello che da mesi va dicendo per i teatri di tutta la provincia in merito alle politiche urbanistiche, alla sanità ed al turismo.
Temiamo che siano più gli interessi legati al mattone che quelli connessi con la salute a dettare le scelte. Ma soprattutto se i criteri per l’individuazione del sito devono essere a rigor di logica l’esistenza di adeguate infrastrutture, la proprietà pubblica dell’area e la baricentricità rispetto a tutta la provincia, non si capisce assolutamente perché la scelta sia caduta su Fosso Sejore.
Gentilissimi amministratori, come cittadini e come portatori di interessi diffusi chiediamo delle risposte convincenti, in quanto ben motivate e sostenute da analisi e valutazioni tecniche adeguate.
Fano, 28/04/2011
LEGAMBIENTE–PESARO/CIRCOLO ROSSO&VERDE–PESARO/LA LUPUS IN FABULA-FANO