Un’associazione di cacciatori ha fatto causa a Michela Vittoria Brambilla perché la ministra aveva giudicato la caccia una “pratica barbara” che “non solo fa male agli animali, ma causa anche grave danno all’ambiente”. Citando Tolstoj, la Brambilla, che è una nota animalista e vive in una specie di Arca di Noè, aveva definito la caccia “un atto stupido, crudele e nocivo al sentimento morale”. Il Tribunale di Salerno ha bocciato la richiesta di risarcimento, giudicandola infondata. Meno male: la libertà di opinione non può essere processata. Del resto, la ministra ha detto la verità: e speriamo che continui a dirla a voce alta.
Fabrizio Rondolino da: Donna Moderna del 18.05.2011 Anno XXIV n. 20