Una città con una capacità ricettiva fino 5800 persone , in cui la funzione termale sarà solo un pretesto per costruire di tutto e di più: Attrezzature termali e poliambulatori, negozi, alberghi, bar, ristoranti, centro congressi, impianti sportivi, ma soprattutto case private e residenze turistiche (mini-appartamenti).
Più che il rilancio delle Terme sembra una operazione edilizia in grande stile suggerita dalla Società Terme di Carignano srl e dalla Società Golf sas alla quale la Provincia di Pesaro ed Urbino si sono subito adeguati. Tra le novità della nuova soluzione urbanistica, che interessa un’area di 61 ettari tra il comune di Fano e di Pesaro, c’è il coinvolgimento diretto del comune di Fano e della Provincia sia come proprietari delle aree (17,3 ha. il primo e 2,2 ha. la seconda), sia come soggetti competenti ad approvare l’accordo di programma, rivestendo al contempo il ruolo di controllori e di controllati. Una bella pensata per far correre l’operazione velocemente e senza intoppi. L’accordo di programma diventa quindi un’ulteriore variante (la terza in due anni su quell’area) che non viene valutata preventivamente nei vari consigli comunali (Fano e Pesaro) e provinciale, ma che vedrà gli stessi organismi protagonisti solo dopo che il soggetto competente (la Provincia) avrà espresso il suo parere favorevole, cioè quando poco e niente resterà da discutere. L’attuale variante prefigura un progetto urbanistico molto diverso e più impattante di quello pensato da Cervellati nel 1996.
Aumenta il perimetro ed i proprietari coinvolti (da 10,4 ha. si passa a 61 ha.), aumentano le superfici edificabili (da 43.000 a 56.000 mq.) cambia la distribuzione dei volumi (da una soluzione compatta e ben inserita nel territorio si passa a edifici sparsi di varie tipologie), ma soprattutto viene inserita la residenza per 12000 mq di superficie utile lorda (SUL). Un vero cavallo di troia che sarà il pretesto per possibili nuove varianti se, come pensiamo, l’operazione economica non si regge sotto il profilo turistico alberghiero e termale. Altra novità è che dopo la variante urbanistica non ci sarà nessun Piano Particolareggiato a definire nel dettaglio, come e quando saranno realizzati gli alberghi, gli impianti, gli ambulatori, le case, ecc. I cittadini ed il consiglio comunale non potranno più valutare se le costruzioni e le infrastrutture saranno correttamente progettate per minimizzare l’impatto sul paesaggio e gli inquinamenti ambientali. La Società avrà mano libera, con l’unico debole condizionamento della commissione edilizia.
Che si tratti di una operazione immobiliare mascherata da investimento per il rilancio turistico del piccolo impianto termale lo lascia intendere anche Berloni, quando dice “aprirò a nuovi investitori”, a cui forse cederà parte delle sue quote monetizzando subito la rendita fondiaria.
Questa operazione va bloccata o per lo meno ridimensionata per almeno due ottime ragioni:
1) perché è ben altra cosa rispetto al rilancio dell’attività termale e perché la valorizzazione delle proprietà curative delle acque (ma della loro quantità e qualità nel S.I.A –Studio di impatto ambientale- nulla si dice) si può fare senza devastare un paesaggio agricolo quasi perfetto. Non servono case private, mega alberghi e centri commerciali, ma è sufficiente il centro salute ed il centro benessere per cui la Soc. Terme ha già ottenuto la variante (al posto dell’impianto di imbottigliamento) e una rete di agriturismi, guest house, country house che può essere incentivata e favorita attraverso il recupero edilizio di decine di case coloniche e dei borghi di Carignano e di Candelara.
2)perché una cittadella come quella delle nuove Terme di Carignano, per la sovrabbondanza di attività e funzioni previste in una dimensione chiusa e autosufficiente, è capace di mettere in crisi decine di aziende del centro storico e della zona mare di Fano, come pure i vicini centri termali di Petriano, Macerata Feltria e Montegrimano, senza parlare degli effetti di soffocamento sul nascere di altre piccole iniziative imprenditoriali vedi Terme Montefelcino
Siamo pronti a discutere su una proposta compatibile con la situazione economica generale e con gli obiettivi prioritari di salvaguardare l’ambiente, di non consumare più il nostro territorio e di creare posti di lavoro stabili e non temporanei, ma ostacoleremo con ogni mezzo la speculazione edilizia mascherata da sviluppo economico.
Fano, 19/07/2009
Ass.ne LA LUPUS IN FABULA Il Presidente
Ass.ne LEGAMBIENTE – PESARO Il Presidente
Ass.ne ARGONAUTA – FANO Il Presidente