MARCHE: RICHIESTA DI POSTICIPO DELLA STAGIONE VENATORIA A CAUSA DELLA SICCITA’
La LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, l’Ass. Lupus in Fabula, l’Ass. Amici Animali di Osimo e l’Ass. Vittime della Caccia, in considerazione delle eccezionali e drammatiche condizioni climatiche, caratterizzate da altissime temperature e assenza di piogge, che si stanno ormai protraendo sulle Marche da mesi, ai sensi del comma 1 dell’art. 19 della Legge 157/92, chiedono ufficialmente al Presidente Spacca ed all’Assessore alla caccia Eusebi, l’annullamento dell’apertura anticipata della stagione venatoria 2012 – 2013, che era stata fissata al prossimo 1 settembre. Le associazioni animaliste ed ambientaliste denunciano infatti che il prolungarsi della siccità sulle Marche, oltre a favorire gli incendi, con conseguente distruzione degli habitat naturali, ha determinato anche una forte limitazione delle produzioni agricole e quindi una penuria delle risorse alimentari ed idriche per tutti gli animali selvatici. Essi quindi diventerebbero un facile bersaglio per le doppiette lungo i pochi corsi d’acqua o laghi in cui c’è ancora acqua. Questa cronica situazione, oltretutto, ha causato una drastica diminuzione della natalità in molte specie, ma anche l’incremento della mortalità nei giovani di piccola “selvaggina” come le lepri, fagiani, starne e nei confronti delle tortore, la cui caccia è la principale motivazione dell’anticipo dell’apertura della stagione venatoria nella nostra Regione. La preapertura, quindi, è a tutti gli effetti una “deroga” alla legge sulla caccia particolarmente deleteria, che dovrebbe essere applicata solo in casi eccezionali, ma che invece ormai è diventata una regola, che i politici applicano puntualmente per accontentare la parte più becera ed estremista del mondo venatorio. Cacciare ai primi di settembre, infatti, ha un gravissimo impatto sulla fauna anche per altri motivi: perché si è in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie, in quanto molti individui giovani non sono ancora maturi. Inoltre si spara quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo, ma anche di possibile abbattimento. Si tratta quindi dell’ennesima conferma di come la gestione della caccia nelle Marche, come nel resto d’Italia, viene fatta non sulla base dei dati scientifici e dei pareri degli esperti, ma semplicemente sulla base delle esigenze dei cacciatori. Le associazioni chiedono, a questo proposito, anche la convocazione urgente della Commissione venatoria regionale.