Il governo vara ddl “Salva suolo”.
Monti: «Garantire equilibrio tra terreni edificabili e agricoli»
In 7 punti l’obiettivo di promuovere l’agricoltura e il riutilizzo delle zone già urbanizzate
Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania ha portato a termine un provvedimento a cui stava lavorando da tempo. Si tratta del disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo che è stata approvato oggi in via preliminare dal Cdm. Si tratta a nostro avviso di uno dei più importanti provvedimenti varati dall’esecutivo tecnico.
I dati parlano chiaro: in Italia ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166%.
«L’obiettivo principale è di garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificabili ponendo un limite massimo al consumo del suolo e stimolando il riutilizzo di zone già urbanizzate – ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Monti – Inoltre il ddl mira a promuovere l’attività agricola. Quindi potete cogliere l’insieme di ragioni per le quali al sottoscritto, che non ha competenze specifiche, questo è parso un provvedimento particolarmente significativo e riassuntivo dei rimedi ai molti mali che caratterizzano l’Italia, l’economia italiana e il suolo. Forse avremmo dovuto metterlo nel nostro primo provvedimento Salva Italia».
Apprezzabile l’autocritica di Monti, considerato anche che il mantenimento dell’attività agricola consente tra l’altro di poter gestire il territorio e contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici.
«In 40 anni – ha aggiunto il premier – è stata cementificata un’area pari a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, passando da 18 a 13 milioni di ettari di superficie agricola. Ma sono molteplici le ricadute negative a cui questo provvedimento vuole porre fine: la prima è la perdita di superficie agricola e la conseguente riduzione della produzione che impedisce al paese di soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale e aumenta la dipendenza dall’estero. Una situazione resa più preoccupante dal fatto che le zone rurali con maggior tasso di cementificazione sono le più fertili, come la pianura padana», ha concluso Monti.
I punti principali del provvedimento sono 7: vengono identificati come “terreni agricoli” tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola; si introduce un meccanismo di identificazione, a livello nazionale, dell’estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d’uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici).
Lo scopo è quello di garantire uno sviluppo equilibrato dell’assetto territoriale e una ripartizione calibrata tra zone suscettibili di utilizzazione agricola e zone edificate; si prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari. Nell’ottica di disincentivare il dissennato consumo di suolo, l’intervento mira a evitare che i terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell’attività agricola subiscano un mutamento di destinazione e siano investiti dal processo di urbanizzazione; viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti; si istituisce un registro presso il ministero delle politiche agricole al fine di identificare i comuni interessati, i cui strumenti urbanistici adottati non prevedono l’ampliamento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite determinato dalle Regioni, che possono chiedere di essere inseriti; si abroga la norma che consente che i contributi di costruzione siano parzialmente distolti dalla loro naturale finalità (consistente nel concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria) e siano destinati alla copertura delle spese correnti da parte dell’Ente locale; si abroga inoltre la norma che prevede che una percentuale dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal Testo Unico in materia edilizia sia utilizzata per il finanziamento delle spese correnti dell’ente locale. Il fine è quello di disincentivare l’attività edificatoria sul territorio.
Da Greenreport.it [ 14 settembre 2012 ]