Pesaro, 30 settembre 2009

Con la presente le associazioni ENPA, Lupus in Fabula e OIPA desiderano rispondere al recente intervento di Luciano Baffioni in merito alla questione delle nutrie presenti all’interno dell’Area Naturalistica del Parco Miralfiore di Pesaro e cercare di fare chiarezza sulla propria posizione e sul progetto da esse elaborato e che tra pochi giorni verrà proposto alle amministrazioni locali.

Desideriamo innanzitutto puntualizzare che siamo perfettamente consapevoli e condividiamo a pieno quanto espresso da Baffioni in merito al problema rappresentato da questi animali che, nel nostro ecosistema, hanno pochi predatori e trovano condizioni climatiche e ambientali molto favorevoli per la loro riproduzione. Siamo inoltre coscienti del fatto che la presenza di questi animali all’interno del Parco Miralfiore crei una situazione davvero insostenibile, con una presenza di un numero molto elevato di animali in un’area di dimensioni relativamente limitate, le cui risorse alimentari vengono progressivamente esaurite dagli stessi. Vorremmo tuttavia sottolineare che le nutrie non sono i soli animali “dannosi” presenti all’interno del Parco Miralfiore: abbiamo infatti rilevato una massiccia presenza (in numero di gran lunga superiore a quello delle nutrie) di tartarughe acquatiche della specie Trachemys Scripta, che si nutrono anche di uova di anfibi, di uccelli e di pesci, e possono attaccare anche i piccoli uccelli. A nostro avviso, questi animali contribuiscono fortemente alla riduzione delle nascite di uccelli (anatre ecc.), anfibi e altri animali all’interno del parco.

E’ prevedibile che in territori come quello della Val Padana e del delta del Po a cui viene fatto riferimento, sia praticamente impossibile, con le risorse attualmente messe a disposizione da Province e/o Comuni, applicare il metodo del contenimento mediante sterilizzazione delle femmine. Stiamo infatti parlando di aree molto vaste e non circoscritte o circoscrivibili. A nostro avviso è però altrettanto vero che, per la stessa ragione (mancanza di fondi sufficienti e di un programma organico), nemmeno le campagne di abbattimento che costantemente vengono attuate stanno riuscendo a risolvere efficacemente il problema: anche in queste zone si è infatti ancora ben lontani dall’eradicazione delle nutrie, nonostante le enormi cifre investite dalle amministrazioni e le centinaia di migliaia di animali che vengono uccisi ogni anno.

Tornando al problema presente nel Parco Miralfiore, riteniamo che si tratti di una situazione molto diversa da quella di cui sopra: stiamo infatti parlando di un’area relativamente piccola e ben circoscritta e con un piccolo sforzo economico da parte delle Amministrazioni sarebbe pertanto possibile, e quindi doveroso, riuscire a salvare questi animali, preservando al contempo l’Area Naturalistica e il suo ecosistema nel lungo termine.

Il nostro progetto non prevede la sola sterilizzazione delle nutrie e il loro riposizionamento all’interno del parco. Riteniamo infatti che, prima di poter mettere in atto qualsiasi azione finalizzata al contenimento di questi animali, cruenta o incruenta che sia, sia fondamentale fare in modo di impedire il futuro accesso delle nutrie dal fiume Foglia, creando una recinzione “antinutrie” sul lato dell’Area Naturalistica rivolto verso il fiume Foglia. Se si salta questo “passaggio”, possiamo anche uccidere tutte le nutrie presenti ma fra pochi mesi il problema si ripresenterà pressoché identico e in questo caso sì che avremmo speso inutilmente soldi ed energie. Successivamente passeremo alla cattura delle nutrie, alla sterilizzazione delle femmine e, dopo un breve periodo di degenza, al loro reinserimento in un’area precedentemente recintata all’interno della stessa area naturalistica (che permetterebbe di salvaguardare la restante porzione dell’Area Naturalistica dalle nutrie). Tutte queste operazioni (cattura, gestione durante la degenza e successiva liberazione) saranno effettuate dai volontari delle Associazioni promotrici del progetto, quindi non andranno a “pesare” su Provincia o Comune. Tutte le nutrie verranno marcate per essere riconoscibili e su alcune di esse verranno eseguiti dei prelievi di sangue a campione per verificare la presenza di eventuali patologie. Anche la successiva gestione delle nutrie dopo la liberazione all’interno del recinto più piccolo (fornitura del cibo e quant’altro sarà necessario) sarà ad opera dei volontari delle associazioni coinvolte nel progetto.

La recinzione interna ha il doppio vantaggio di “salvare” la restante porzione dell’Area Naturalistica dalle nutrie e, nel contempo, di evitare di dover trovare un luogo “idoneo” (ammesso che esista) all’esterno del parco in cui liberare le nutrie dopo la cattura e sterilizzazione. La porzione recintata sarebbe inoltre occupata dalle nutrie per un periodo di tempo relativamente contenuto, in quanto la vita media di questi animali è di circa 4-5 anni. Successivamente, il recinto potrà essere smantellato e l’area tornerà ad essere parte integrante del parco.

Detto questo, non abbiamo la presunzione di affermare che il nostro progetto sia “perfetto”, contiene sicuramente degli elementi migliorabili (e vorremmo sottolineare che siamo apertissimi a qualsiasi tipo di suggerimento o proposta costruttiva da parte di tutti), riteniamo però che, al momento, sia una buona soluzione che riesce a conciliare egregiamente le esigenze di salvaguardia del parco e quelle etiche di protezione di questi animali.

Riteniamo infatti che l’aspetto etico della questione non debba essere trascurato e non sia da mettere in secondo piano: l’alternativa al nostro progetto (che, lo sottolineiamo, è l’unico progetto organico finora proposto per cercare di risolvere definitivamente questo problema) è l’uccisione inutile di circa 40 animali, che NON rappresenta la soluzione del problema del Parco Miralfiore.

L’ideologia protezionistica non fa distinzioni tra animali in via di estinzione o meno, tra animali più o meno legati all’uomo o tra animali dannosi o meno per l’ecosistema. Chi affronta questi argomenti da un punto di vista non solo scientifico ma anche etico vede ogni singolo animale, di ogni singola specie, come essere senziente e quindi come detentore di diritti, primo fra tutti il diritto alla vita. Ciò non significa che ignoriamo le sorti degli altri animali selvatici o delle piante presenti nel parco, e il nostro progetto ne è la dimostrazione. Riteniamo che sia doveroso, in un paese civile, cercare ove possibile (come in questo caso) soluzioni alternative a quelle cruente, a prescindere dal fatto che l’abbattimento sia la pratica attualmente accettata come standard. In tal senso, vorremmo segnalare una tra le primissime iniziative in tal senso, avviate dal comune di Buccinasco (MI), che prevede la sterilizzazione delle nutrie presenti sul territorio comunale (per maggiori informazioni visitare il sito http://sites.google.com/site/progettonutrie/ e cliccare sui primi due link a sinistra dello schermo).

L’esempio dei gatti randagi a cui fa riferimento Baffioni, non è pertinente in quanto si tratta di animali tutelati dalla legge in modo ben diverso e per il contenimento dei quali si utilizzano da anni le sterilizzazioni, essendo l’abbattimento o l’eutanasia del tutto illegali e punibili penalmente.

Per quanto riguarda l’argomento posto da Baffioni relativo alle zanzare, ai microbi, agli scarafaggi e quant’altro, credo sia evidente a tutti quanto questi argomenti siano distanti dalla questione di cui stiamo parlando ora. E in merito agli animali e ai pesci che vengono uccisi quotidianamente per la nostra alimentazione, pur non volendo divagare introducendo discorsi che esulano da quello in oggetto, vorremmo ricordare che, per questioni etiche, salutistiche e spesso anche di tutela ambientale, molti oggi scelgono il vegetarianesimo o il veganismo (per un testo di approfondimento sull’argomento visitare il sito http://sites.google.com/site/progettonutrie/ e cliccare sull’ultimo link in basso a sinistra).

Concludendo, consigliamo a tutti di leggere il nostro progetto integrale, che diffonderemo al più presto, e poi di giudicarlo, senza pregiudizi o preconcetti, che ci allontanano soltanto dalla soluzione del problema. Già in altre parti d’Italia ci si sta interrogando sulla possibilità di trovare soluzioni alternative all’abbattimento. Riteniamo infatti che non sia da scartare a priori nessuna possibilità.

Grazie per la vostra attenzione

 

Le Sezioni e Delegazioni locali di ENPA, Lupus In Fabula e OIPA