Le associazioni Argonauta, Italia Nostra, La Lupus in Fabula, Legambiente, il Forum Paesaggio Marche, il Coordinamento Regionale Guardie - WWF Pesaro, la rappresentante della componente ambientalista presso la Consulta Utenti Ato 1 Marche Nord e il Gruppo Intervento Giuridico Onlus scrivono a tutti i comuni della Provincia diffidando i sindaci a mettere in atto quanto è di loro competenza per prevenire il rischio alluvioni.
A causa dei cambiamenti climatici il regime delle precipitazioni è radicalmente cambiato e gli eventi estremi sono sempre più probabili. Lunghi periodi di siccità si alternano a piogge sempre più intense e concentrate, con prevedibili conseguenze sul regime idrico superficiale. Ma di questo ci si accorge solo quando si deve fare la conta dei danni o si devono piangere dei morti. Invece di programmare una diversa gestione del territorio o di mettere in atto azioni di prevenzione ci si limita ad agire solo in condizioni di emergenza, ed in questo caso, quasi esclusivamente agendo sull’ultimo stadio del problema, cioè la messa in sicurezza di brevi tratti di fiume, con interventi, il più delle volte, non risolutivi. Per questo le associazioni ambientaliste chiedono ai comuni della Provincia di Pesaro ed Urbino di attivare tutte le procedure idonee a modificare i propri Piani Regolatori Generali là dove questi contemplino previsioni edificatorie, anche di completamento, nelle aree che sono state interessate dagli ultimi fenomeni alluvionali e di dissesto (anni 2013/2014) perché è noto come le recenti esondazioni abbiano prodotto seri danni sia al patrimonio pubblico che privato con conseguenti impegni di spesa da parte della pubblica amministrazione.
In particolare le associazioni invitano i Comuni a perimetrare le aree interessate dalle recenti esondazioni nelle carte di pericolosità geologica dei PRG e di chiederne alle Autorità di Bacino l’inserimento nei P.A.I., qualora non già ricomprese, al fine della loro adeguata tutela. Chiedono inoltre ai sindaci di verificare l’esistenza, in prossimità dei corsi d’acqua che attraversano il territorio di loro competenza, di manufatti -capanni, garage e altri utilizzi…- privi delle opportune autorizzazioni e che, per la loro particolare collocazione, rappresentano un ostacolo al normale deflusso delle acque applicando, là dove fosse necessario, le dovute sanzioni compresa l’eventuale demolizione/rimozione del manufatto.
Auspicano infine che gli enti locali promuovano, in tutte le sedi, un approccio ed una progettualità, anche normativa, più rispettosa di suoli e corpi idrici. A questo proposito vale l’esempio, negativo, della recente legge forestale che sembra voler favorire lo sfruttamento ed il taglio di boschi e foreste anche in zone a forte pendenza, con drammatiche conseguenze sul dilavamento dei suoli e conseguenti maggiori rischi di esondazioni.
Qualora gli amministratori comunali perseguano politiche edificatorie o utilizzi del territorio non compatibili con la sicurezza di cose e persone, là dove è ormai dimostrato lo stato di pericolosità e precarietà dei corpi idrici, se dovessero ripetersi fenomeni di dissesto idrogeologico con aggravio sulla spesa pubblica, anche a causa di procedure risarcitorie avanzate da privati, le Associazioni si troverebbero nella condizione di promuovere e attivare azioni legali per tutelare l’interesse dei cittadini e la salvaguardia dei contesti naturali.
Pesaro, 25/06/2014