Le ragioni del NO al MAXI eolico

In questi ultimi mesi un argomento sul quale si dibatte vivacemente è la realizzazione di  impianti eolici in 4 siti dell’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino: comune di Fossombrone, comune di Pergola, Monte San Lorenzo (ai confini con la riserva statale della Gola del Furlo) nel comune di Cagli e comprensorio di monte Montiego nei comuni di Piobbico ed Urbania.

In effetti, visto che l’esigenza di ricorrere alle fonti di energia rinnovabili è diventata ormai un’esigenza primaria, l’eolico viene visto come una valida fonte di energia alternativa.

Sicuramente l’eolico è una fonte di energia rinnovabile molto importante, laddove vi siano condizioni di ventosità ideali per la realizzazione di impianti eolici.

La Lupus in Fabula è del parere che in gran parte dell’entroterra pesarese non vi siano siti idonei per  realizzare parchi eolici,  per i seguenti motivi

 

  • Il vento non tira in maniera costante lungo tutto l’arco dell’anno: i periodi di minor ventosità corrispondono ai periodi di maggior consumo di energia (giorni più caldi dell’estate e quelli più freddi dell’inverno)

 

  • Gli impianti eolici di dimensioni gigantesche quasi sempre sono incompatibili con le caratteristiche ambientali e paesaggistiche dell’entroterra pesarese che è prevalentemente collinare: collocare pale eoliche di altezza media intorno ai cento metri  significherebbe stravolgere completamente il paesaggio.

 

  • Per il trasporto delle pale eoliche sino ai crinali dei monti sono previsti TIR lunghi 40 metri per cui bisognerebbe allargare le strade già esistenti e, dal momento che queste strade sono piene di tornanti, si dovrebbero creare delle piazzole di manovra per i TIR. Queste piazzole verrebbero create sbancando grandi quantità di terreno o riportandone, dove manca, quello derivante dall’allargamento delle strade.

 

  • Per montare una pala eolica alta 100 metri si dovrebbe realizzare uno scavo di fondazione di 250 metri quadrati e profondo oltre 3 metri (circa 800 m3 di terreno), e riempito con circa 400 m3 di cemento.

 

  • L’installazione degli impianti è praticamente irreversibile. L’ambiente verrebbe compromesso per sempre in quanto, anche se le pale in futuro venissero smantellate, i basamenti e i metri cubi di cemento rimarrebbero e così gli oli dispersi.

 

  • Per quanto riguarda le numerose specie di uccelli rapaci che sorvolano le colline dell’entroterra pesarese, il tasso di mortalità a causa della collisione con le pale eoliche sarebbe altissimo come dimostrato da impianti eolici realizzati sullo stretto di Gibilterra dove, nonostante studi di monitoraggio sui rapaci molto più approfonditi di quelli condotti nei progetti sui parchi eolici da realizzare nell’entroterra pesarese, il tasso di mortalità dei rapaci rimane sempre elevato.

 

  • Per quanto riguarda gli impianti eolici che si vogliono realizzare sul monte San Lorenzo e sul monte Montiego Lupus in Fabula è del parere che, visto il pregio ambientale e faunistico di questi due comprensori montani  oltreché l’enorme fragilità di questi ambienti,non sia assolutamente sostenibile la realizzazione di due macro impianti come questi ( sono previsti 12 pale eoliche di altezza media 100 metri sui crinali del monte San Lorenzo e addirittura 24 pale eoliche sempre di altezza media 100 metri nel comprensorio del monte Montiego).

 

L’impressione è che la ditta privata che ha presentato i progetti per la realizzazione dei impianti eolici nei siti dell’entroterra pesarese abbia come obiettivo non tanto quello di permettere alla gente di usufruire di energia proveniente da fonti di energia alternativa ma piuttosto quello di mirare ad altissimi guadagni: grazie ai certificati verdi per l’energia prodotta gli introiti sarebbero di diversi milioni di euro all’anno.

Del tutto favorevoli invece verso il minieolico che consiste in generatori con potenza, in genere, inferiore a 20 kw, con pale al di sotto dei 30 metri e che richiede meno ventosità. Questi impianti hanno sicuramente un impatto ambientale accettabile e sono costruiti per esigenze locali, di aziende o di piccole comunità, ma possono anche connettersi alla rete, e dare un vero contributo alla riduzione della CO2. 

Fano, 20/11/2009

 

Il Presidente