PRG light: più deregulation che semplificazione, anzi aumenta il potere discrezionale dell’amministrazione. Appello ai consiglieri comunali, e richiesta di rinvio con istituzione di un apposito forum che ascolti la città in tutte le sue componenti.
In merito alla vicenda del PRG light i grossi dubbi manifestati dall’inizio da diverse associazioni, comitati e partiti non possono che confermarsi, diventando anzi una critica severa. E’ soprattutto il metodo ad essere ingiustificabile, ovvero il periodo scelto, quello estivo, ma soprattutto il poco tempo a disposizione concesso per studiare un provvedimento lungo e molto complesso. Ed infatti i quartieri hanno avuto meno di dieci giorni per esprimere le proprie osservazioni (rendendo impossibile ascoltare i cittadini), la commissione comunale competente solo una settimana per arrivare a produrre emendamenti o chiedere ulteriori chiarimenti, ma soprattutto non vi è stata alcuna discussione pubblica su un tema vitale per la città e per il suo futuro come il suo Piano Regolatore.
Ci chiediamo anche quali siano gli ordini professionali che l’assessore dice di aver ascoltato, perché ad architetti, ingegneri e professionisti del nostro gruppo di lavoro non risulta nessun contatto; forse si riferiva a Confindustria, data la sua appartenenza…
L’amministrazione insomma sembra guidata molto più che dal principio della trasparenza e della condivisione, da una estrema fretta che lascia seri dubbi sulle sue motivazioni e che rischia di “fare i gattini ciechi”, come con il pasticcio dell’Unione dei Comuni.
Non siamo solo noi ad avere queste perplessità, ma anzi ci risulta che anche in ufficio di presidenza sembrava si volesse far slittare il voto a settembre, e pure la Provincia, col suo parere ufficiale, richiede chiarimenti cui difficilmente si potrà dare risposta in pochi giorni.
Entrando nel merito infatti, anche la Provincia, come noi, ritiene non opportuno cancellare tutti gli articoli del PRG che costituiscono le linee guida del piano stesso, essendo necessari per i professionisti per l’interpretazione delle norme tecniche. Sempre la Provincia rimanda al regolamento edilizio per le norme sugli edifici in muratura, e precisa inoltre che per i centri commerciali la competenza è la sua, e non del Comune. Ma soprattutto, richiede la dimostrazione che le variazioni apportate dal PRG light non modifichino la distribuzione dei carichi insediativi e la dotazione degli standard.
E’ proprio quest’ultimo punto che non convince neanche i firmatari di questo comunicato, e l’utilizzo dell’articolo 15 comma 5 della legge regionale urbanistica, che la Regione si è affrettata a modificare, guarda caso, proprio a febbraio di quest’anno, che renderebbe la variante non sostanziale e quindi non soggetta a Valutazione Ambientale Strategica, nonostante il DGR 1813 del 2010 e la Legge Urbanistica n.1150 del 1942 detta “fondamentale” sembrino dire il contrario. Questo PRG light risulta assolutamente impattante sulla città, sia perché ci sono ad esempio “modifiche relative alle destinazioni d’uso ammesse per diversi subsistemi” – vedi quelle per il centro dal commerciale al terziario o residenziale – sia perché, nonostante assessore e dirigente ci dicano che questa variante non sopprime regole, si assiste invece ad “eliminazione di prescrizioni sugli edifici in muratura”, “eliminazione della tutela del perimetro del bosco”, e nuove norme su restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia ed altro ancora.
Dalla lettura dell’articolato sembra anche risultare che si conceda la possibilità di abbattere alberature protette per fare parcheggi, e che non si elimini invece il vincolo notarile tra autoparcheggi ed abitazioni, che invece doveva decadere secondo norme più recenti.
Quello che ci preme ribadire è che nessuno ovviamente sarebbe contrario ad un’opera di semplificazione normativa che – oltre ad aggiornare il PRG a nuove leggi regionali o nazionali – rendesse più agile il lavoro dei professionisti del settore, e tantomeno al dichiarato intento di rivitalizzare il centro o aiutare la rivalutazione di aree degradate, e riscontriamo qualche positività nel risparmio di suolo derivante dalla riduzione del numero di parcheggi obbligatori per le nuove attività, che era nettamente sovradimensionato, o nella volontà di aumentare gli spazi per orti, solo per fare qualche esempio.
Ma ci pare proprio che questo intento sia solo sbandierato ma non effettivo, perchè da un lato si assiste ad una vera deregulation a seguito di tutte le norme cancellate, e dall’altro la soppressione di tutte le linee guida riduce ancor più la chiarezza e trasparenza, e dopo aver già eliminato la commissione edilizia, si va ad aumentare il potere interpretativo discrezionale degli uffici tecnici e dell’amministrazione, con la conseguente possibilità di disparità di trattamento.
E’ palese che per un intervento così importante serva più tempo e soprattutto più confronto, per cui ci appelliamo a tutti i consiglieri comunali, affinché valutino bene se assumersi la responsabilità di votare una variante con pesanti interrogativi formali e sostanziali. Ma soprattutto ci appelliamo al “valore della partecipazione cittadina nella costruzione e gestione di ogni politica urbana”, chiediamo che si rinvii il voto di questa variante e che, in base all’art. 1.2.2 del PRG stesso – contenuto guarda caso nella parte che si vorrebbe cancellare… – : “l’amministrazione pubblica attivi l’istituzione di un «forum» sulla città nel quale le diverse istanze cittadine possano proporre e discutere idee su temi di riconosciuta importanza generale”, come assolutamente è questo.
Circolo RossoVerde, Comitato “Salviamo il Campus”, Italia Nostra – Pesaro, “La Sinistra” – Pesaro, Legambiente – Pesaro, La Lupus in Fabula, MoVimento 5 Stelle, “Pesaro, Masterplan al Centro”, Sinistra Ecologia Libertà, WWF – Pesaro
Pesaro, 25 luglio 2015