Le associazioni ambientaliste marchigiane sottoscriventi apprezzano la campagna di ascolto posta in essere dal nuovo assessore all’Ambiente e all’Energia, Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche e, per la sua chiarezza, apprezzano anche il documento presentato a luglio u.s. dall’Assessorato.
Si prende atto della triplice strategia proposta per perseguire l’obiettivo del «burden sharing» basata su:
- Incremento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile;
- Incremento della produzione di energia termica da fonte rinnovabile;
- Riduzione dei consumi finali lordi di energia.
La nostra opinione, rispetto al documento, è che debba essere però spinto al massimo il risparmio energetico e questo è il fattore che, diminuendo prepotentemente, può già di per sé permettere di elevare il contributo previsto nel 2020 da parte della nostra regione al raggiungimento del burden sharing, modificando al denominatore il rapporto (FER E + FER C)/CFL.
Per raggiungere questo obiettivo condividiamo la possibile strategia da perseguire per la riduzione dei consumi per settore, indicata nel documento fornito:
“-trasporti, attraverso azioni volte a favorire la mobilità pubblica e la mobilità elettrica” e quindi politiche rivolte all’efficientamento dei trasporti pubblici locali, anche mediante sinergie tra trasporti ferroviari e autobus, alla riapertura dei tratti ferroviari dismessi, al rilancio dei tratti depotenziati e soprattutto meno strade;
–“terziario e domestico, attraverso la riqualificazione energetica degli edifici (con priorità per le ristrutturazioni rispetto alle nuove edificazioni e per gli edifici pubblici) e dell’illuminazione pubblica; in tali settori occorrerà, inoltre, incrementare lo standard di efficienza richiesto agli edifici ristrutturati, portandolo il più possibile vicino alle nuove edificazioni” e quindi priorità assoluta per le ristrutturazioni rispetto alle nuove edificazioni, riqualificazione energetica degli edifici sia pubblici che privati, efficientamento dell’illuminazione pubblica;
-industriale e agricolo, attraverso l’efficientamento dei locali e dei processi”.
Riteniamo importante che nei vari settori si finanzino le tecnologie più avanzate in continua evoluzione, quali ad esempio le tegole o coppi solari, le nuove forme degli impianti eolici, non più a pala, di dimensioni contenute e con impatti ambientali minimi.
Per quanto riguarda il potenziamento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, condividiamo alcune affermazioni contenute nel documento quali le seguenti:
- “La strategia potrebbe puntare a incentivare, nel settore terziario o/e industriale, esclusivamente impianti fotovoltaici integrati agli edifici – alle pensiline fotovoltaiche a copertura dei parcheggi, delle fermate degli autobus e delle aree di ricarica delle auto”
- La fonte «bioenergie ha una potenzialità di crescita più limitata e comunque legata ai piccoli o piccolissimi impianti a servizio dell’attività agricola e forestale e alla riconversione degli attuali impianti di trattamento della frazione organica di rifiuti e di fanghi di qualità da aerobico ad anaerobico”.
- Per la fonte idroelettrica, non essendoci più possibilità di espandere la grande derivazione, la potenzialità di sviluppo di tale fonte sarà, pertanto, limitata e si concentrerà sui piccoli impianti.
- Per la fonte eolica condividiamo la opportunità di “individuare una strategia sostitutiva”.
Per quanto riguarda il potenziamento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili riteniamo che debba essere potenziato la produzione da fonti solare termico, da pompe di calore quali quelle che sfruttano la geotermia, dall’ idrotermia soprattutto per le località costiere ed il biometano. Le associazioni non sono favorevoli agli impianti a biomassa che provocherebbero il consumo del patrimonio boschivo regionale e l’utilizzo di processi di combustione perché inquinanti.
Per la fonte idroelettrica, che sarà limitata e si concentrerà sui piccoli impianti, le associazioni evidenziano la necessità di salvaguardare, anche mediante controlli efficienti, il Deflusso Minimo Vitale dei corsi d’acqua.
Ciò detto, a nostro parere, va redatto un regolamento di localizzazione che dovrebbe con chiarezza prevedere:
-il divieto di localizzare impianti di pannelli solari sui suoli agricoli, nei centri e negli edifici storici, al fine di salvaguardare sia la produzione agricola che il patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale;
-il divieto di localizzare impianti eolici nelle aree interne appenniniche/collinari della nostra regione perché esse sono di valore paesaggistico elevato e spesso oggetto di tutela specifica diretta ed indiretta in base all’art. 9 della Costituzione della Repubblica; questo rappresenta un valore assoluto, di interesse pubblico, ai fini della economia agricola, turistica e culturale del nostro sistema Paese.
Quindi le previsioni di larga massima indicate nel documento preliminare PEAR, dovranno essere modificate, se si vuol tenere conto del nostro contributo, con una ben maggiore riduzione dei consumi e la previsione di aumento con le tecnologie da noi indicate.
Infine, anche se l’argomento esula dal P.E.A.R., non possiamo non ribadire la assoluta contrarietà alle trivellazioni, previste dallo “Sblocca Italia”, sia in terra che nel mare Adriatico, così come a qualsiasi inceneritore di rifiuti previsto sul territorio marchigiano e al gasdotto Brindisi Minerbio che tocca pure alcuni comuni delle nostre Marche.
A tal fine chiediamo che il ricorso davanti alla Corte Costituzionale sia portato alle estreme conseguenze, contro l’esproprio dei diritti dei cittadini a decidere dell’assetto del proprio territorio.
Ancona, 24 settembre 2015
CAI Marche, Forum Paesaggio Marche, Italia Nostra Marche, La lupus in Fabula, No Tubo Abruzzo Marche Umbria, Terra Mater, WWF Marche
Per approfondimenti, leggi qui la presentazione della campagna di ascolto PEAR della regione Marche