COMUNICATO STAMPA
Cosa è accaduto alla “Collina delle Fate” in località San Venanzio a Fossombrone?
Un posto magico, una piccola altura che si affaccia sul Metauro e sul bacino di San Lazzaro, con il centro storico di Fossombrone a fare da sfondo. Da diversi mesi sono in corso dei lavori che hanno completamente sfigurato la collina: enormi movimenti terra, nuove strade e parcheggi, centinaia di metri di muri in cemento armato, e poi alcuni manufatti in parte costruiti abusivamente ed in parte autorizzati: un frantorio oleario, una cantina di vinificazione, un garage, una cisterna, ma anche muri di contenimento e nuova viabilità.
Tutto questo in buona parte all’interno di un vincolo di “tutela integrale” in cui non è ammessa nessuna nuova costruzione e nemmeno modifiche ai profili dei versanti, ma solo conservazione volumetrica. Il vincolo deriva dalla presenza in cima alla collina di una Pieve del 1892 con annessa canonica in discreto stato di conservazione, sottoposta a vincolo paesaggistico con apposito decreto della Soprintendenza di Ancona.
La Lupus ha fatto un sopralluogo e poi ha chiesto al comune di Fossombrone di visionare la pratica. Il comune ha prima informato della domanda di accesso agli atti la ditta proprietaria dell’area, nonché committente dei lavori, e poi ha spedito all’associazione solo una minima parte della documentazione richiesta, rifiutando di fornire, planimetrie, relazioni, rapporti dei vigili urbani e del C.F.S., con la giustificazione che alcuni atti sono stati secretati dall’autorità giudiziaria, ma anche perché, a suo dire, alcuni documenti non sarebbero pertinenti con fini istituzionali dell’associazione ambientalista. Appare evidente un abuso di potere da parte del responsabile del procedimento che evidentemente ignora, o finge di ignorare, che D.L.vo 33/2013 prevede per le amministrazioni e gestori dei servizi pubblici, la “trasparenza totale” (art.1), e l’obbligo di pubblicare documenti, informazioni o dati, e il diritto di chiunque di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione (art.5). Lo stesso decreto sancisce che la richiesta di accesso civico non e’ sottoposta ad alcuna limitazione, e la legittimazione soggettiva del richiedente non deve essere motivata.
La negazione della documentazione è un fatto molto grave che probabilmente punta a nascondere procedure ed atti non proprio corretti da parte dei tecnici dell’amministrazione forsempronese.
Probabilmente sono state eseguite abusivamente alcune opere, ma sembra che altre siano state autorizzate pur in presenza dei vincoli del P.P.A.R. e del P.R.G.
La Lupus vuol vederci chiaro su questo progetto di notevole impatto ambientale per cui rinnoverà la richiesta di accesso a tutta la documentazione e informerà dei fatti l’Autorità Anticorruzione.
Fano, 01/12/2015
LA LUPUS IN FABULA onlus