Osservazione all’Accordo di Programma Preliminare per la realizzazione di un centro turistico termale denominato “Terme di Carignano” nel comune di Fano e nel comune di Pesaro del 28/05/2009 – inclusi nuovi elaborati depositati il 3/12/2009.

I sottoscritti Orazi Claudio, quale presidente dell’associazione ambientalista “la Lupus in Fabula”, con sede a Fano in Via P. III Malatesta n. 2 e Frulla Enzo quale presidente del Circolo Legambiente “Il Ragusello” con sede a Pesaro in Largo Aldo Moro n. 12,

 ESPONGONO QUANTO SEGUE

 in merito all’Accordo di Programma indicato in oggetto.

1) IL NUOVO RAPPORTO AMBIENTALE

1.1) Principali modifiche nel Rapporto Ambientale (R.A.).

Il R.A. è stato integrato con  alcuni studi che approfondiscono  lo stato e l’utilizzo delle risorse idriche, il bilancio idrogeologico, l’analisi sull’invarianza idraulica, l’impatto dei fitofarmaci e dei concimi nell’impianto da Golf. La cartografia è stata integrata con l’indicazione dei pozzi  ed è stata modificata l’impostazione del confronto con altre ipotesi progettuali, indicando correttamente l’ipotesi zero come lo stato attuale. Queste integrazioni erano state chieste dalla Provincia con parere istruttorio del 5/10/2009.

 1.2) Indicazioni  errate.

Nonostante che nel nuovo R.A. molte indicazioni errate del precedente studio siano state corrette, permangono ancora troppi errori e dati contradditori che disorientano il lettore e non permettono una facile comprensione della proposta, segno anche di un lavoro fatto di corsa e forse in maniera superficiale.

-Tavola Planivolumetrico: nella nuova tavola la  sup. territoriale in un punto (introduzione) è stata indicata di 593.319 mq, in un altro (Ambiti A.V.T. –A.E. -A.O.T.) continua ad essere 596.563 mq.

-In merito al carico insediativo ex novo i valori indicati a pagg. 10-53-144  del R.A. e quello indicato nella tav. VI (sintesi e planivolumetrico) non coincidono fra di loro.

-A pag. 80 è scritto che gli insediamenti  residenziali previsti sono 3000 mq e non 11880 come realmente sono.

-A pag. 142 è scritto “agli scenari 2 e 3” invece di 1 e 2.

-A pag. 32-40-52 del R.A. si continua a dire che l’Accordo di Programma (A.P.) prevede un nuovo progetto ma “senza aumento del carico insediativo e delle destinazioni già previste nel vigente Prg”. 

-A pag. 15 del R.A. si continua a scrivere che l’attuale proposta ha come indirizzo strategico il “mantenimento della volumetria già prevista dal Prg di Fano e distribuzione della stessa sul solo territorio di Fano”.

-Ancora a pag. 33-52 e 121 del R.A. leggiamo che le strutture insediative sono “nella percentuale imposta dal Prg” .

-A pag. 53 del R.A.  si scrive che le strutture edilizie del progetto “ricadono nelle medesime aree previste nel pre-vigente Prg anni ’90 e riconfermate nella variante generale di P.R.G recentemente approvata” e che si basa “sugli stessi carichi insediativi”.

-A pag. 143 e 144 del R.A.  si indica una Sul di 52588 mq invece di quella effettiva di 56317 mq.

 Ma a pag. 55 si dice (correttamente) che il carico insediativo “subirà un aumento quantificabile in 9803 mq di SUL

 2) DIMENSIONAMENTO DELL’INTERVENTO

Confronto tra P.P. Cervellati e nuova variante

                                                          

                                                           P.P. Cervellati                                               Variante                                                                                                                   Accordo di programma

                                                                        mc.                  mq.                              mq.

Attrezzature termali                                 14130              4415                          16086

Alberghi                                                      77510              24221                         12780

Residenze tur. Alberghiere                                                                                     6880

Commercio e pubb.esercizi                 12850                4015                            6991

Attività direzionali                                                                                                     1200

Residenze private                                                                                                      5000

Attrezzature per lo sport                    9450                  2953                            5200

Chiesa                                                            740                      232                              180

Self catering                                           10650                   3328

Centro congressi                                      4400                 1375                          2000

Scuola Form. Professionale                2900                   906

Distaccamento Comunale                     250                        79

Salone delle feste                                      800                    875

Nursery                                                      1790                    560

Totale                                                    137470            42959                         56317

           2.1) Dal raffronto, in merito agli usi, si evidenzia che nella variante in oggetto, rispetto al P.P. Cervellati, è aumentata notevolmente la Sul per le attrezzature termali, per il commercio e pubblici esercizi, per le attrezzature sportive e per la residenza; mentre sono diminuite di molto le superfici destinate ad alberghi. Infatti nel P.P del 1996 si prevedevano 515 camere (potenzialmente doppie), mentre nella variante si ipotizzano 170 camere (due alberghi) con 340 posti letto.

            Inoltre il raffronto tra il P.P. Cervellati e la nuova variante è piuttosto difficile: mentre nel primo caso il carico edilizio era espresso in metri cubi (mc) nel PRG vigente e nella nuova variante si parla di metri quadri (mq). Quando gli interventi si riferiscono principalmente ad alberghi, strutture direzionali e impianti sportivi è più corretto esprimere la loro misura in metri cubi perché con queste destinazioni d’uso (diverse dalle residenze) le altezze delle strutture che saranno realizzate possono portare a risultati completamente diversi. Infatti nel P.P. Cervellati l’altezza massima degli edifici non poteva superare i 10,50 m., mentre il vigente PRG ammette altezze fino a 16,50 m.

            Quindi per capire l’esatto dimensionamento degli interventi è necessario che gli elaborati allegati all’Accordo di Programma indichino le volumetrie in metri cubi e non in metri quadri.

           2.2) A pag. 53 del R.A. si legge che: “le politiche insediative ricadono sulle medesime aree già previste dal previgente Prg anni ‘90 e nella variante generale al PRG appena approvata.

Ciò è falso e fuorviante; basta guardare la fig. 8 a pag. 13 della Relazione Generale per rendersene conto. Il P.P. Cervellati prevedeva una cittadella termale compatta, a forma di un quadrilatero (194 ml x 169ml), sul modello di San Clementino (AP) perché si potesse inserire nell’ambiente come un manufatto storico sempre esistito. Nella nuova variante i volumi si estendono in una superficie molto più vasta e questo comporta un maggior consumo di territorio anche se, ovviamente, l’indice di utilizzazione territoriale è più basso.

            Questo tentativo goffo di dimostrare che l’intervento “pesa” meno sul territorio di quanto pesassero le ipotesi precedentemente formulate qualifica di per se in modo negativo tutta l’impostazione del R.A..

Sempre su questa tematica (a pag. 126) per dimostrare in modo oggettivo la bontà dell’intervento contrassegnato da un così basso indice di utilizzazione territoriale (0,087), il R.A. evidenzia che a livello comunale tale valore avrebbe raggiunto addirittura la percentuale del 14%.

            Da ciò la nostra proposta, di ridurre, visto l’alto indice di utilizzazione territoriale presente a livello di Comune, significativamente il carico urbanistico-edilizio dell’ipotesi progettuale prospettata ed ancor più della Superficie Territoriale coinvolta per togliere quanto meno suolo possibile all’agricoltura

                   2.3) Nell’A.P. a pag. 6, nella Relazione Tecnica a pag. 15, nonché nel R. A. a pagg. 33, 52 e 121 viene regolarmente e testualmente affermato in modo non corretto, improprio e fuorviante, che le Strutture residenziali private, nella misura di 5000 mq. corrispondono alla “percentuale imposta dal PRG” (di Fano); tale affermazione non corrisponde assolutamente al vero in quanto nelle NTA del PRG, in merito a tali strutture, vi è solo scritto “…con possibilità dell’introduzione di una quota residenziale non superiore al 10% dell’edificabilità consentita…”, cioè il 10% di 56317 mq. di Sul.

            Quindi chi legge è indotto a pensare che realizzare la quota residenziale sia un obbligo per il privato.

            Ma chi si intende anche solo un po’ di urbanistica sa che i PRG relativamente alle possibili trasformazioni attive del territorio, formulano previsioni fissando tetti massimi di possibile edificabilità la quale, in fase di strumentazione attuativa, può normalmente anche essere in parte, ma anche in toto, ridotta a seguito di valutazioni o di carattere prettamente paesaggistico o di quelle più generali inerenti la Valutazione Ambientale Strategica (VAS); nel caso in questione l’intervento è tutto ricompresso in una zona soggetta a vincolo paesaggistico di cui D.M. n. 273 del 25/02/67 e la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è appena iniziata.

                   2.4) La nuova variante introduce Residenze Turistico Alberghiere per 6880 mq di Sul. Tali strutture, di fatto, sono residenze mascherate da strutture ricettive. In sostanza le R.T.A. sono villaggi turistici costituiti da mini appartamenti indipendenti, che portano la quota residenziale prevista dalla nuova variante a 11880 mq. di Sul.

             3)      VALUTAZIONI IN MERITO A STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI

           

            3.1) Il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale (PTC) nella scheda 1b dice che nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale le trasformazioni devono avere chiare e forti motivazioni e si dovrà dimostrare che non esistono soluzioni alternative in zone non vincolate e si dovranno indicare tutte le soluzioni tecniche utili e necessarie a perseguire la compatibilità ambientale degli interventi.

            Nella scheda 8e il PTC auspica una politica di valorizzazione delle risorse ambientali e storico-culturali dell’entroterra favorendo una strutturazione leggera e diffusa del territorio tramite lo sviluppo dell’agriturismo delle country houses e delle aree attrezzate per il campeggio, camper e tempo libero, nonché il commercio minuto di prodotti alimentari tipici e di artigianato locale anche tramite il recupero di volumi delle strutture edilizie esistenti in zona agricola. …

            Per arricchire l’offerta turistica il PTC auspica la realizzazione delle previsioni urbanistiche delle terme di Carignano (P.P. Cervellati), ma formula l’indirizzo di non favorire la previsione di nuovi insediamenti turistico-residenziali (villaggi turistici e simili) isolati dai contesti già urbanizzati.

            Nell’Elaborato 4.1.1 il PTC da indirizzi per le nuove costruzioni:”attento esame della morfologia del luogo e dei caratteri architettonici degli edifici esistenti che costituiscono elementi consolidati del paesaggio. Le nuove costruzioni dovranno porsi in rapporto di assonanza e aderenza con le forme strutturali del paesaggio….In zone di rilevante valore paesaggistico dovrà essere valutata anche l’assonanza dell’opera rispetto alle dimensione degli edifici e alle caratteristiche degli elementi del paesaggio circostante. Sono da preferire volumi semplici, definiti, privi di sporgenze o rientranze ingiustificate, con coperture a falde inclinate rivestite in laterizio senza scale esterne o terrazzi a sbalzo in cemento armato”.

            3.2) Il  Piano Regolatore Generale (PRG) del comune di Fano approvato nel febbraio  2009 prevede per le residenze nuove superfici pari a 352.287 mq di Sul e per le zone direzionali e commerciali di nuova formazione ben 230.230 mq di Sul.

Queste cifre esprimono chiaramente come non vi è alcun bisogno di nuove superfici residenziali e nemmeno di nuove superfici commerciali in quanto sono già sovrabbondanti quelle che la variante generale ha introdotto in tutto il territorio comunale.

            4) VALUTAZIONI IN MERITO ALLE ATTIVITA’ ESISTENTI ED AGLI OBIETTIVI STRATEGICI

            4.1) Impatti su altri Centri Termali

Nel R.A. e negli altri elaborati mancano del tutto i dati di fattibilità economica dell’intervento: analisi dell’andamento economico del segmento termale, confronti con strutture analoghe in Italia (alcune strutture termali di grosse dimensioni sono in crisi, perché la domanda è orientata su strutture piccole e ben inserite nel territorio). Non vengono valutati effetti e ripercussioni sui centri termali già operanti nella provincia di Pesaro ed Urbino (Terme di Petriano, di Macerata Feltria, di Montegrimano) e quelli già autorizzati con varianti urbanistiche (Montefelcino-Loc. Valzangona, Pergola).

            In un comunicato stampa del gennaio 2010 l’assessore provinciale Renato Claudio Minardi salutava positivamente l’operazione voluta dai soci di maggioranza delle Terme di Macerata Feltria, i quali con un investimento di 3.5 milioni di euro hanno restaurato un convento del ‘500 trasformandolo in albergo a 4 stelle con 30 camere. Amministratori accorti e capaci dovrebbero porsi il problema dell’impatto del nuovo mega progetto di Carignano su queste piccole strutture in cui altri privati hanno messo del loro.

           4.2) Impatti su altre strutture turistico-ricettive

Nella zona di Carignano, Sant’Andrea, Fenile, Monte Giove esistono una decina di agriturismo e guest house che costituiscono una forma di ricettività in armonia con il territorio agricolo, come auspicato dal PTC e da altri strumenti di programmazione regionale. Questa forma di accoglienza (che ha fatto la fortuna turistica di altre regioni) potrebbe essere ulteriormente incentivata e sviluppata in quanto nel settore la domanda è in continua crescita, purché l’ambiente in cui sono inserite queste strutture sia mantenuto integro dal punto di vista paesaggistico.

            Potrebbero essere elargiti ulteriori contributi per incentivare il recupero dei cascinali da adibire ad attività turistica o di abitazioni da destinare a Bed & Breakfast all’interno del borgo storico di Carignano recuperando anche le emergenze storiche come la chiesa ed il castello.

            Queste considerazioni trovano conforto in  una nota apparsa sul sito della Provincia di Pesaro ed Urbino in cui si evidenzia la soddisfazione del Presidente Matteo Ricci per il grande interesse da parte del mercato olandese per il territorio provinciale e regionale; in particolare per agriturismi e country house situati in zone collinari e dotate di servizi di qualità con proposte legate all’enogastronomia al benessere e alle attività sportive a contatto con la natura e con l’ambiente

            Però le grandi superfici (con funzioni di albergo, pubblici esercizi, commercio) previste nella variante di cui all’A.P. con una capacità di attrazione di 2486 pp./g e 789.489 pp./anno (anche se occorre rilevare che questi dati non sono supportati da serie analisi di settore, ma sono ricavati da un calcolo sulla recettività teorica delle varie strutture previste) rischiano di mettere in ginocchio le attività esistenti. E’ ragionevole pensare che riflessi negativi possano interessare anche altre attività commerciali nelle vicine città di Pesaro e Fano, ed in particolare nella frazione di Fenile.

             4.3) Gli impianti sportivi

Altra anomalia che avvalora la tesi della non coerenza del Piano con gli obiettivi strategici è lo scorporo della quota afferente le attrezzature sportive e religiose (pari a 5380 mq di Sul) dalle volumetrie che realizzeranno i privati (Soc. Terme di Carignano srl e altri e Società Golf sas). Poiché l’Accordo di Programma prevede la realizzazione di opere di “rilevante interesse pubblico” riguardanti strutture termali, turistico-ricettive e sportive di valenza intercomunale e provinciale, lasciare all’iniziativa pubblica,  l’onere di realizzare le attrezzature sportive e religiose, dimostra come queste siano solo “lo specchietto per le allodole” per rendere  più completa e importante l’operazione, ma solo all’apparenza. Tali attrezzature sembrano rafforzare l’interesse pubblico, ma non vi è alcuna certezza sui tempi e sui modi  della loro realizzazione, anche in considerazione del fatto che le risorse degli enti locali sono sempre più assorbite dalla spesa corrente.

            Nutriamo anche forti dubbi sulla loro necessità,  visto che, dopo la redazione del PTC nel territorio provinciale limitrofo a Carignano sono sorti numerosi impianti sportivi ed altri sono in progetto, come ad es. la nuova piscina comunale in zona Trave-Fano: per questi motivi riteniamo superflua e ridondante la previsione di 5200 mq di Sul per nuove attrezzature sportive. 

             4.4) Conflitto di interessi

Da rilevare infine una sorta di “conflitto di interessi” per gli enti pubblici come il comune di Fano e la Provincia di Pesaro ed Urbino, che sono sia proprietari delle aree su cui si svilupperà la variante (nei due nuovi comparti il Comune di Fano detiene circa il 25.4% delle aree, mentre un altro 7,4% vede la Provincia ed il comune di Fano al 50%), ma sono anche organi di controllo, programmazione e valutazione. Il rischio è che la tutela del bene e dell’interesse pubblico sia sottomesso a calcoli finanziari o agli interessi del partner più forte.

             5) VALUTAZIONI IN MERITO AI BENI NATURALI, IL PAESAGGIO E LA SALUTE

Analizziamo ora il nuovo R.A mettendo in evidenza le lacune presenti e le difficoltà, considerato il livello di dettaglio degli elaborati allegati all’Accordo di Programma, che questo studio ha ad esprimere una valutazione seria e valida sugli impatti ambientali che produrrà la nuova variante.

            5.1) Acqua.

 L’art. 144 D.Lgs 152/2006 stabilisce che:

-le acque costituiscono una risorsa che va tutelata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.

-la disciplina degli usi delle acque è finalizzata alla loro razionalizzazione, allo scopo di evitare gli sprechi e di favorire il rinnovo delle risorse, di non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici.

-gli usi diversi dal consumo umano sono consentiti nei limiti nei quali le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che non ne pregiudichino la qualità.

5.1.1) Acque termali.

            Nel R.A. sono indicati gli attuali utilizzi per cure termali pari a 96.000 lt./anno ma non sono indicati i probabili utilizzi futuri per piscine, vasche, cure, docce, ecc., però considerando le portate delle acque attualmente utilizzate (Beatrice-Sara e Orianna) che hanno una capacità complessiva di 18.133.200 lt./anno e quelle potenzialmente utilizzabili (Alessia, Arcadia, Sondaggio2)  sembra che ci sia sufficiente disponibilità di acque termali.

5.1.2) Acque potabili.

            L’ipotesi di consumi pari 353.000 lt/giorno di acqua potabile, corrispondente ai 1412 abitanti equivalenti del nuovo centro turistico-termale, sembra essere una stima attendibile (consumi medi Italia centrale); questo consumo equivale a circa 4 lt/secondo che saranno forniti attraverso l’acquedotto comunale e quindi in sostanza prelevati dal fiume Metauro. Dal potabilizzatore di Tavernelle (Ponte degli Alberi) escono in media 600 lt/secondo che servono, in gran parte, le città di Fano (150 lt/s) e di Pesaro. La città di Fano ha anche un impianto di ricarica della falda che fornisce circa 50 lt/secondo ed alcuni pozzi.

            Se 4 lt/s. possono sembrare esigui sul totale delle disponibilità medie occorre ricordare che nel comune di Fano per tre mesi all’anno si è in condizioni di sofferenza, tanto che negli ultimi anni si è dovuto ricorrere alle acque profonde del pozzo del Burano per evitare ordinanze di divieto di razionamento o d’uso dell’acqua potabile. La crisi idrica è stata sfiorata in più occasioni.

            Quindi programmare un centro turistico-termale delle dimensioni proposte rischia di accelerare ed aggravare la crisi idrica con pesanti conseguenze sulle utenze domestiche o su quelle turistiche già avviate. Per questi motivi si chiede un forte ridimensionamento della Sul e delle destinazioni d’uso non direttamente collegate all’attività termale.

 5.1.3) Acque per l’irrigazione impianto da Golf di 23 ha con percorso a 9 buche.

 Le risorse idriche destinate all’irrigazione sono sufficienti?

            Nella relazione si afferma che per la maggior parte del fabbisogno di acque per l’irrigazione dell’area del golf si farà riferimento ai pozzi Provincia e Alessandra, dichiarando le seguenti disponibilità idriche :

•          pozzo Alessandra – portata 16.0 l/min, pari ad una portata giornaliera di 23.000 lt.

•          pozzo Provincia – 100 l/min pari ad una portata giornaliera di 144.000 lt.

•          totale portata dei due pozzi – 167.000 lt/giorno (167 mc/giorno).

Sono presenti poi delle considerazioni sulle risorse idriche a disposizione, tramite quei pozzi, nei mesi di Luglio ed Agosto: totalmente 167mc x 31giorni = 5.177 mc/mese, sufficienti ad irrigare 5.177/900 = 5.7ha  (dove 900mc sarebbe il fabbisogno mensile per ettaro).

Nel R.A. si parla anche di possibilità di captazione delle acque a scorrimento superficiale, di sfruttamento di acque reflue da depuratori, sistemi per ridurre i consumi idrici, ma al momento sono solo ipotesi senza nessuna garanzia di fattibilità.

             A) Non conoscendo tecnicamente da che tipo di prova di portata provengano i valori riferiti per questi pozzi e senza una verifica attuale delle reali potenzialità di questi pozzi, non è possibile ipotizzare di pompare acqua per due mesi, 24 ore al giorno, per poter raggiungere quantitativi idrici anche molto minori a quelli auspicati, senza considerare un possibile svuotamento della falda. 

            Chiediamo che siano effettuate verifiche realizzabili tramite prove di emungimento a gradini di portata crescenti, e prove di falda a lunga durata (sino a 72 ore) e portata costante da effettuare sui pozzi da mettere in produzione quale che sia l’utilizzo finale.

            B) I dati sui probabili consumi di acqua sono molto scarni.

Secondo la tabellina proposta in pag. 34 dello studio “Caratteristiche delle captazioni attuali…..”, allegato al nuovo R.A., nei mesi di luglio ed agosto sarebbero necessari per l’irrigazione 900 mc/ha di acqua al mese, che significa 30 mc/ha al giorno.

            Abbiamo cercato dei riscontri, ma è molto difficile reperire dei dati, ancora più difficile reperire dati ufficiali e attendibili. Abbiamo trovato uno studio fatto dal sig. Ruggero Vaia che sembra essersi dato molto da fare per trovare dei dati da varie fonti. Del suo studio ci limitiamo a considerare i dati estratti dalla rivista “Il mondo del golf” (vedasi allegato) dedicata agli appassionati di questo sport. Qui si afferma che nei periodi di maggiore necessità (presumibilmente luglio e agosto) il green richiede fino a 7 mm (millimetri) giornalieri, da cui si toglie il 30% per l’utilizzo delle essenze “macroterme”, si ha un fabbisogno di 50 mc/ha. Nel caso di Carignano sarebbero 30 mc giornalieri (green 0,6ha x 50 mc/ha). I fairway richiedono 5 mm di acqua ogni due gg., da cui detratto il 50% per l’utilizzo delle “macroterme” si ha un fabbisogno di 12,5 mc/ha al giorno. Nel caso di Carignano sarebbero  86,25 mc giornalieri  (fairway 6,9ha x 12,5 mc/ha).

            Quindi, senza considerare la superficie occupata dei battitori (che richiede lo stesso consumo di acqua dei green), secondo i dati della rivista “amica” dei golfisti, il fabbisogno di acqua per l’impianto di Carignano sarebbe di 116,25 mc al giorno, un valore 4 volte superiore a quello fornito nel R.A., con i quali si potrebbero irrigare solo 1,48 ha (5177 / 30 / 116,25) e non 5,7 ha. Visto che abbiamo preso in considerazione dati provenienti da una fonte che non è al di sopra delle parti c’è da pensare che i consumi saranno molto più alti ed anche molto più prolungati nel tempo, in considerazione del tipo di precipitazioni degli ultimi anni, che vede forti concentrazioni di piogge ma lunghi periodi di siccità.

            Quindi chiediamo che si valuti con grande attenzione il fabbisogno di idrico per l’impianto da golf e si verifichi la disponibilità delle fonti di approvvigionamento.

           

            5.2) Biodiversità e connettività ecologica.

L’ampia diffusione degli insediamenti  sui 36 ha nel comune di Fano costituiscono una barriera  tra i torrenti Arzilla e Bevano che della rete ecologica costituiscono gli assi portanti; l’impermeabilizzazione del terreno agricolo e la sua trasformazione non possono non incidere sulla biodiversità in quanto l’ambiente costruito, anche se con adeguati standard di verde, è idoneo solo ad alcune specie.

            Le nuove piantumazioni non ripristineranno le connessioni interrotte. Gli interventi di riqualificazione indicati in tavola VII potrebbero rappresentare delle mitigazioni nell’impatto sulla fauna  (oltre che sul suolo, acqua e aria) ma vista la scala di progetto (poco di più di uno schizzo) in questa fase hanno solo valore indicativo.

            L’incidenza del rumore potrà diminuire solo con una riduzione delle cubature, delle funzioni e quindi dei transiti-sosta giornalieri. Invece non ci sono garanzie che l’attività venatoria sarà vietata nelle aree verdi circostanti le nuove strutture. Anzi proprio la sottrazione di territorio di caccia dovuta alla nuova urbanizzazione favorirà una concentrazione dell’attività venatoria nelle immediate vicinanze del sito termale vanificando le misure di mitigazione sulla fauna.

 

            5.3) Consumo del suolo.

 Il suolo agricolo non è reversibile quando è oggetto di urbanizzazione e non esiste una percentuale di consumo accettabile. Quindi si può sostenere che la variante comporta per lo meno il consumo 36 ettari di suolo nel comune di Fano, in cui saranno realizzati la quasi totalità degli interventi. Di questi ettari una parte significativa sarà impermeabilizzata.

            Non riteniamo significativo il conteggio della superficie impermeabilizzata indicato nel R.A. perché: non è noto in quanti piani si spalmerà la Sul complessiva; non è certa la superficie impermeabile dei parcheggi (da notare che la superficie complessiva dei parcheggi indicata a pag. 92 del R.A. differisce da quella indicata nelle tavole “scheda di progetto”); non sono conteggiati marciapiedi, camminamenti, piazze, anfiteatro, impianti che non determinano nuove cubature (es. campi sportivi). Inoltre in più punti si specifica che quella in esame è solo un’ipotesi che potrà essere profondamente modificata in una fase di maggior dettaglio.

            Comunque il consumo di suolo agricolo diretto ed indiretto è evidente (certamente superiore a quanto indicato nel R.A.), e ciò contrasta con gli obiettivi della STRAS.

            Sicuramente l’ipotesi progettuale del P.P. Cervellati per quanto eccessiva e non condivisibile in termini volumetrici aveva il pregio di prevedere un’edificazione compatta con impermeabilizzazione e consumo del suolo ridotti, pur in presenza di spazi aperti e fruibili adeguati.           Solo modificando la proposta planivolumetrica ricercando la massima compattezza possibile dell’edificato ed  eliminando alcune funzioni non legate a quella principale si può tentare di ridurre al minimo l’impermeabilizzazione del suolo e i conseguenti effetti di laminazione delle acque superficiali.

             5.4) Flora e Fauna.

Il R.A. non prende in esame la fauna e la flora, forse perché gli impatti su tali componenti ambientali sono analizzati nella Valutazione di Incidenza alla SIC denominata IT5310008 Corso dell’Arzilla.

              5.5) Permeabilità del suolo.

             Sebbene nel R.A. si ipotizzi l’utilizzo di superfici grigliate e permeabili per i parcheggi e per le aree a verde, non esiste nessuna certezza che ciò accada, in quanto nessuna norma dell’accordo di programma lo sancisce. Stesso discorso per gli interventi di rinaturalizzazione per la riduzione del rischio di frane e inondazioni.

            Le “risposte e indicazioni” del R.A., sebbene utili in fase di progettazione esecutiva, non sono affatto vincolanti e quindi non garantiscono che i criteri di compatibilità saranno raggiunti.

           5.6) Salute Umana – inquinamento acustico e elettromagnetico.

           Nello R.A. è scritto che non esistono linee ad alta tensione, ma in realtà ai margini dei due comparti corre un elettrodotto da 380 volt. Per quanto concerne l’inquinamento acustico (che sarà rilevante) va considerata l’affluenza media giornaliera di 2446 persone (pag. 57 R.A.), che si muoveranno principalmente in auto.

            L’inquinamento acustico interesserà le abitazioni lungo la strada provinciale che collega i centri di Fano e Pesaro, i ricettori sensibili presenti all’interno delle nuove terme (strutture sanitarie e alberghiere) ed avrà un forte impatto sulla fauna. In occasione di particolari manifestazioni sportive l’afflusso di auto potrebbe essere anche superiore.

            Nel R.A. manca una quantificazione che può essere ricavata da aree con strutture analoghe già monitorate. Si chiede un integrazione in tal senso.

             5.7) Inquinamento dell’aria, energia e riscaldamento climatico

           Le emissioni di gas “climalteranti” saranno notevoli, sia in fase di  costruzione che di esercizio delle strutture e degli impianti. Gli impatti sono certi, diretti e di lunga durata e va considerato che l’impermeabilizzazione del suolo (in buona parte del sub-comparto 1 nel territorio di Fano) impedirà le funzioni di assorbimento di CO2 svolte dalle coltivazioni o dalla vegetazione (anche erbacea) presente.

            Nel R.A. non è stata quantificata l’entità degli inquinanti prodotti nella prima fase, mentre è stato elaborato un conteggio delle emissioni di CO2 (pag. 151) per consumi elettrici e riscaldamento e delle possibili mitigazioni, per la seconda.

Si stimano gli alberi da piantumare (in totale circa 4800) per ridurre dell’8% le emissioni del traffico e delle nuove costruzioni che il progetto in esame produrrà annualmente.

            Premesso che con l’adesione al Protocollo di Kyoto l’Italia si è impegnata a ridurre le emissioni di CO2 del 6,5% rispetto al livello raggiunto nel 1990, il conteggio come è stato impostato non ha alcun senso, perché: andrebbe considerato anche il traffico da e per il centro termale; non ci sono garanzie che gli edifici saranno a basso consumo (al di fuori delle abitazioni); la Sul non è 52.687 mq ma  56.317; va compensata tutta la nuova produzione di CO2 e non solo l’8%; non si capisce da dove esce l’8%.         

            In effetti aveva più senso la previsione di  42.957 alberi (107 ettari di bosco) del precedente R.A. perché con tale dotazione, secondo il metodo adottato dai consulenti,  sarebbe stata assorbita circa l’80% della nuova CO2 prodotta e non solo l’8%!

            Comunque mancando i dati delle specifiche prestazionali degli edifici e delle fonti di approvvigionamento energetico è difficile fare un conteggio realistico. Più facile potrebbe essere il conteggio dell’inquinamento da traffico, visto che si conosce la media dell’affluenza annuale (784.000 soste) e che è logico pensare che la stragrande maggioranza dei transiti/sosta utilizzerà l’auto (valutata pure la praticità della nuova uscita a Fenile e la scarsità di fondi pubblici per il potenziamento delle corse di trasporto collettivo). Ma il R.A. sottostima la quantità di gas prodotti dal traffico perché si limita a valutare gli spostamenti interni all’area d’intervento e non quelli da e per.

            Sicuramente  l’intervento proposto è in contrasto con gli obiettivi della STRAS che sollecita la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e può incidere significativamente sulla qualità dell’aria di una zona agricola, ricompresa in una valle piuttosto stretta, introducendo tutti gli inquinanti tipici delle aree urbane.

            Si chiede un’integrazione per quanto riguarda i dati dell’inquinamento da traffico.

            Le precedenti considerazioni fanno emergere ancora una volta la necessità di un Piano di Particolareggiato vero per poter fare attendibili previsioni di sostenibilità ambientale.

         5.8) Paesaggio

         L’importanza della conservazione del paesaggio, definita come parte di territorio così come è percepita dalla popolazione, è tale da essere disciplinata da una Convenzione europea recepita dallo stato italiano con la l. n. 14 del 09/01/2006. Tra le premesse si dice che “il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro; che le evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale e pianificazione  mineraria e delle prassi in materia di pianificazione  territoriale, urbanistica, trasporti, reti, turismo e svaghi e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi;  che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo”. Tra le misure specifiche, per il raggiungimento di obiettivi di qualità paesaggistica si dice che “ogni parte si impegna a stabilire degli obiettivi di qualità paesaggistica riguardanti i  paesaggi individuati e valutati, previa consultazione pubblica, mentre per attuare le politiche del paesaggio, ogni parte si impegna ad attivare gli strumenti di intervento volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione dei paesaggi”.

La trasformazione di un’area di 61 ettari da agricola a turistico-residenziale, all’interno di una zona con vincolo paesaggistico per effetto del D.M. n 273 del 25/02/1967, impone forti motivazioni di valenza sociale, approfondite analisti su costi economici/ambientali e sui benefici prodotti per benessere collettivo, precise previsioni su evoluzioni future dell’investimento, compensazioni ambientali certe.

          Le preesistenze edilizie sono ormai percepite in armonia con l’ambiente circostante e una loro riqualificazione non può giustificare la totale trasformazione dell’area. Con l’intervento proposto ci sarà il passaggio tra un territorio agricolo ad uno fortemente urbanizzato, con riflessi negativi sulla percezione di tutta l’area collinare circostante.

          L’impatto sul paesaggio è determinato sia dalle caratteristiche e dalle qualità del progetto (al momento sconosciute) sia dai volumi o quantità urbanistiche. Ricordiamo che le N.T.A. del Prg vigente consente altezze fino a 16,50 ml per tutte le previsioni ad eccezione delle destinazioni residenziali (5.000 mq di Sul) che possono raggiungere  9,50 ml. di altezza.

 

              6) SCENARI ALTERNATIVI

L’attuale proposta, in base al R.A.  risulta migliore rispetto agli scenari zero uno e due perché soddisfa interamente l’Obiettivo strategico 1: potenziamento della struttura turistico-ricettiva. Ma questo ragionevole obiettivo, che corrisponde anche al bisogno della collettività, non necessariamente deve includere le strutture sportive di valenza sovracomunale, le civili abitazioni, le R.T.A. , le superfici commerciali. 

            Il R.A. dovrebbe, come si dice a pag. 27 descrivere e valutare le ragionevoli alternative possibili alla luce degli obiettivi O1 E O2 ma ciò non avviene.

            Il R.A. analizza gli effetti dello scenario 3 sull’ambiente, ma non  propone nessuna analisi e nessun approfondimento (funzioni, distribuzione delle funzioni, viabilità ecc. del progetto) per gli scenari 1 e 2 rendendo di fatto difficile un confronto costi-benefici tra i tre scenari. 

            Inoltre: nel R.A. (pagg. 127-128-129) per lo scenario 1 e 2 il potenziale edificatorio è stato espresso in mc mentre lo scenario 3 in mq.; per lo scenario 3 è stata esclusa dal conteggio la Sul delle superfici di interesse pubblico; non c’è un confronto (con la sovrapposizione dei progetti) tra lo scenario  2 e 3.

            Si cerca di dimostrare che lo scenario 3 è il migliore perché ha un tasso di occupazione del suolo più basso. Ma è chiaro anche ad un bambino che questo è un parametro ridicolo per confrontare i vari scenari. Il peso edificatorio e la distribuzione dei volumi hanno un impatto indipendente dalla superficie territoriale. Il fatto che la variante proposta affianca al carico edilizio anche le mitigazioni ambientali non è di per se un valore aggiunto, perché non sono state prese in esame le mitigazioni possibili per gli altri scenari.

            Di fatto manca una vera ipotesi alternativa capace di soddisfare allo stesso tempo l’obiettivo di rilancio dell’attività termale ma con un peso edilizio compatibile con il contesto paesaggistico e naturale ed economico.

           7) RAPPORTO DELLA VARIANTE CON I PIANI SOVRAORDINATI E LEGGI VIGENTI

          7.1) Non concordiamo con le valutazioni positive che lo R.A. esprime nel rapporto tra gli obiettivi strategici, le azioni della variante e gli obiettivi dei piani sovraordinati come il PTCP, il PPAR e la STRAS, soprattutto per quanto riguarda al consumo delle risorse naturali non riproducibili e alla produzione di inquinanti.

         7.2) A differenza di quanto espresso nel R.A. riteniamo che la proposta in esame evidenzia impatti negativi sui seguenti obiettivi della STRAS: ST1 ST2 ST3 ST5 ST8 ST11 ST15 ST18. Tali impatti possono essere ridotti in fase progettuale con alti livelli prestazionali, ma con risultati trascurabili se non ci sarà una forte diminuzione delle cubature.

           7.3) La  variante proposta contrasta con le finalità previste dalla L.R. 14 del 17/06/2008 (Legge sulla Bio-edilizia); in particolare con: l’art. 5, comma 1.b (compatibilità con l’integrità fisica e l’identità-storico culturale del territorio), comma 1.d (riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturalistico-ambientali), comma 1.e (riduzione del consumo di nuovo territorio, evitando l’occupazione di suoli ad alto valore agricolo o naturalistico).         

            Mancano le analisi di settore previste dall’art. 5 comma 2, e sono carenti le norme e le indicazioni progettuali e tipologiche tali da garantire il miglior utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la prevenzione dei rischi ambientali (comma 3)

            Ai sensi dell’art. 4 della L.R. 14 del 17/06/2008 le Province devono incentivare gli interventi di edilizia sostenibile nell’ambito di propri piani e programmi e verificare il rispetto degli strumenti urbanistici previsti dall’art. 5 sopra richiamato.

           7.4) Rispetto alle informazioni che la legge (D. Lgs. n. 4 del 16/1/2008) obbliga a fornire nel Rapporto Ambientale:

-non è stato per niente affrontato il rapporto della variante in parola con le nuove previsioni edificatorie del P.R.G. approvato nel febbraio 2009 ed al quale non è stato applicato il procedimento della VAS (lett. a all. VI D.Lgs 4/2008);

-non è stata illustrata la probabile evoluzione dell’ambiente dell’area oggetto di variante in assenza dell’intervento proposto (lett. b all. VI D.Lgs. 4/2008)

-non è stata presa in esame una vera ipotesi zero (nessun nuovo intervento) dando per realizzata o prontamente realizzabile la previsione di Piano vigente, attribuendo così ai proprietari delle aree un diritto di edificabilità acquisito che invece acquisito non è in alcun modo, in linea generale ed ancor di più in questo caso, dove l’area di intervento è tutta ricompressa in vincolo paesistico e l’intervento discende da una previsione di un PRG non sottoposto a VAS pur essendo stato approvato dopo l’entrata in vigore del Decreto 4/2008;

 8) CONCLUSIONI

              8.1) Nel R.A. si dice che il livello di dettaglio che la variante richiede non consente valutazioni su: rete stradale e sistema della mobilità, impianto fognario, rete ecologica, innalzamento della qualità insediativa (pag. 69)…  e che il progetto proposto contrasta con l’Obiettivo 4 del P.T.C.P. che consiste nel “compattare la forma urbana” in quanto la residenza e le strutture sportive avrebbero potuto trovare luogo in ambiti periubani o in adiacenza all’urbanizzato del comune di Fano (pag. 70).

            A pag. 69 del R.A. si dice che la compatibilità ecologica e paesistico ambientale del Piano dipende non solo dalle quantità messe in gioco ma dalla specifica localizzazione dei volumi e delle infrastrutture stradali, dai sedimi scelti per l’insediamento, dalle altezze e dalle interazioni tra i volumi e contesto paesaggistico. Ma nonostante questo è chiaro il tentativo di rendere accettabile la proposta sotto il profilo ambientale, infatti le conclusioni del processo di valutazione danno un giudizio complessivamente positivo alla variante di Piano,  nonostante gli evidenti impatti su suolo, aria, acqua, paesaggio, biodiversità.. Lo studio tende in maniera evidente a sopravvalutare le misure di mitigazione (in gran parte incerte) ed a sottovalutare gli impatti e puntando quasi esclusivamente sulle nuove piantumazioni (3000 alberi) come misura di compensazione valida per ogni possibile impatto.

            Le misure di compensazione suggerite (compattezza dell’edificato, permeabilità delle superfici piane, vasche di prima pioggia, impianti di fitodepurazione, percorsi carrabili specifici in fase di cantiere, ecc.) sono solo teoriche, sono indicazioni o proposte che per essere cogenti devono essere indicate come vincolanti e ben specificate negli elaborati o nell’A.P..

Le uniche cose certe sono le superfici edificabili (ma non le cubature) e le destinazioni d’uso.

             8.2) In merito alla partecipazione l’A.P. non è stato oggetto di incontri pubblici preliminari, conferenze, approfondimenti, con confronto tra ipotesi e tesi diverse. Trattasi di un accordo conclusosi tra i vertici delle amministrazioni locali  e i proponenti in virtù di un’idea di potenziamento del centro termale risalente a decine di anni fa.

            8.3) La presenza di soggetti pubblici tra i sottoscrittori dell’Accordo di Programma e tra i proprietari dei terreni non è condizione necessaria e sufficiente per caratterizzare l’intervento urbanistico/edilizio di “rilevante interesse pubblico” come è più volte ribadito nell’Accordo di Programma Preliminare (pagg. 2, 3, 14, ecc).

            Nemmeno la presenza di strutture sanitarie private per la cura del corpo e di affezioni respiratorie e la previsione di impianti sportivi, la cui realizzazione sarà a cura degli enti pubblici partner dell’Accordo di Programma, sono condizioni sufficienti per dichiarare il “rilevante interesse pubblico” per l’intervento proposto (definizione riservata ad opere quali importanti strutture viarie, dighe, ponti, ospedali, ecc). Degli interventi previsti nell’accordo di programma, solamente le strutture sanitarie potrebbero essere considerate opere di interesse pubblico (comunque non rilevante): in tal caso, tuttavia, la necessità di realizzazione sarebbe comunque limitata a tali strutture e non alle previsioni nel loro complesso.

Per i motivi sopra riportati chiediamo per il progetto delle Terme di Carignano una forte sostenibilità ambientale, che non può essere in alcun modo compensata da ipotetici e non dimostrati benifici per la collettività di tipo economico.

            Quindi riteniamo necessario un significativo ridimensionamento della Sul, eliminando le previsioni non strettamente attinenti e necessarie all’attività termale, in modo da rendere il progetto più coerente con gli indirizzi e contenuti del PTC, PPAR, la direttiva Urban Spraw in Europe (2006) e le Strategie d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia (Cipe 2002), sia per ridurre gli impatti negativi, sia per rendere credibili ed attuabili le misure di mitigazione e compensazione, sia per non compromettere le attività economiche già avviate negli stessi settori su cui interviene la nuova variante.

                9) NORME TECNICHE D’ATTUAZIONE:  RIDUZIONE delle TUTELE

 9.1) Comune di Fano – N.T.A. – Sistema paesistico ambientale

All’art. 8 comma c) viene modificata la delimitazione del vincolo geologico – ambito di tutela orientato che viene ridotto di 20 ml. (da 120 a 100). Quindi la zona di rispetto per il torrente Arzilla, dove vige il vincolo di inedificabilità, passa da 120 ml a 100 ml,

 9.2) Comune di Pesaro RELAZIONE TECNICA / tav. Serie e.a.1 Ambiti Definitivi di Tutela

Nella Relazione Tecnica si legge che viene modificata la delimitazione del vincolo geomorfologico – ambito di tutela orientato per il torrente Bevano e la stessa cosa è evidenziata nell’All. 17 – 3. Serie e.4.1 tav. lato B. In questo caso la riduzione del vincolo (nemmeno indicata in termini di distanza) non viene in alcun modo giustificata.

 E’ evidente che la riduzione è funzionale alla realizzazione delle previsioni di Piano, ma non si può basare sugli interessi di parte (anche se trattasi di strutture di pubblica utilità): la riduzione del vincolo non può trovare attuazione se non si fonda su motivazioni tecniche che giustificano una diminuzione delle necessità di tutela del corpo idrico e delle sue sponde.  Chiediamo spiegazioni in merito.

             10) ACCORDO DI PROGRAMMA PRELIMINARE

Nell’Accordo di Programma all’art. 4, punto 2, si afferma che “il presente Accordo di programma costituisce variante urbanistica di dettaglio e progettazione attuativa ai sensi dell’art. 5 (in realtà è l’art. 15) comma 4 della L.R. 34/92 e s.m.i.. Per l’esecuzione delle opere  sarà necessario ricorrere al Permesso di Costruire Convenzionato” e ciò mentre a pag. 29 della Relazione Generale R01 e nella tavola VI_ sintesi e planivolumetrico si dichiara che “Postulato 4. La presente ipotesi progettuale si è resa necessaria al fine della quantificazione dello standard e della verifica distributiva delle funzioni e dei volumi entro i rispettivi ambiti. Tutti i conteggi derivano “di fatto” da questa ipotesi, la quale pur essendo dotata di sostenibilità urbanistica, non può essere ritenuta vincolante alla scala di progetto di maggior dettaglio. Ne risulta che la progettazione urbanistica e architettonica, pur nel rispetto della vincolistica e dei parametri progettuali  e patti di cui al presente Accordo di Programma, potrà essere adeguatamente modificata in sede attuativa e a pag. 61 del Rapporto Ambientale relativamente al centro sportivo sovracomunale previsto si precisa che ”le tipologie di attrezzature che verranno sviluppate non sono ad oggi chiare e dipendono dai futuri esiti di pubbliche politiche”. Ciò è francamente sconcertante!

            La realizzazione di un intervento di tale portata che interessa circa 60 ha di territorio ora quasi tutto agricolo, per realizzare  58.067 mq. di Sul ed un Campo di Golf, tramite intervento edilizio diretto convenzionato sulla base di un “disegnino” che fra l’altro, in fase attuativa, potrà tranquillamente essere modificato e quindi non essere poi più quello, è indice di una approssimazione tecnico-politico-operativa inaccettabile, sulla base della quale anche la VAS più seria e rigorosa produrrebbe verifiche inattendibili.

            Inoltre si ribadisce che la L.R. 34/92 e s.m.i., al citato art. 15, punto 4, precisa che la progettazione di dettaglio deve essere “almeno in scala 1/500”, mentre l’ipotesi progettuale prospettata ci sembra contraddistinta solo da elaborati in scala 1/2000.

OSSERVAZIONI ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA PRELIMINARE e relativi allegati

 Considerato quanto sopra esprimiamo le seguenti richieste ed osservazioni:

 1) Espressione da parte delle Autorità competenti di PARERE NEGATIVO nell’ambito della procedura di VAS e di VALUTAZIONE DI INCIDENZA e conseguente riformulazione della variante, con integrazione degli studi e dei dati mancanti, per una corretta e consapevole valutazione degli impatti ambientali.

2) Annullamento del presente Accordo di Programma e della relativa ipotesi progettuale allegata, al fine di ridefinirne un altro la cui VAS sia sviluppata su almeno tre ipotesi progettuali particolareggiate alternative (non caratterizzate da assurdi livelli di elasticità), in scala almeno 1/500, differenziate per un loro diverso carico urbanistico-architettonico,  contrassegnate da una puntuale e rigorosa verifica degli impatti paesaggistico-ambientali e complete del dettaglio degli interventi, delle soluzioni, delle misure atte a compensare completamente gli impatti generati.

 3) In subordine alle precedenti osservazioni, eliminazione delle seguenti quote di Sul dal progetto urbanistico di cui all’A.P.:

  • Residenza Privata,  per una Sul pari a 5000 mq.                          
  • Residenze Turistico Alberghiere, per una Sul pari a 6880 mq.   
  • Attività Commerciali di media struttura superiore, per una Sul pari a 3051 mq.
  • Alberghi per una Sul pari a 5000 mq.
  • Attrezzature sportive e religiose per una Sul pari a 5380 mq

 4) Ripristino dei vincoli vigenti riferiti all’ambito di tutela orientato dei torrenti Arzilla e Bevano (Comune di Fano – N.T.A. – Sistema paesistico ambientale – Comune di Pesaro RELAZIONE TECNICA / tav. Serie e. a.1 Ambiti Definitivi di Tutela).

 5) Inserimento, come parte integrante dell’Accordo di Programma, dell’obbligatorietà di una progettazione di maggior dettaglio (un vero Piano Particolareggiato), da cui far dipendere la progettazione architettonica.

 6) Inserimento, come parte integrante della progettazione delle nuove Terme, anche del restauro della chiesa e del castello del borgo di Carignano

 7) Inserimento nel progetto architettonico di dettaglio dei seguenti vincoli:

  •  Produzione in loco di energia da fotovoltaico, minieolico, geotermico per almeno il 40% dei consumi, per la restante parte unico impianto di co-generazione a metano.
  • Costruzione di tutti gli edifici in bio-edilizia secondo gli standard previsti dal c.d. Protocollo Itaca.
  • Piantumazione di un albero di prima grandezza ogni 2 posti auto.
  • Progetto del verde e di riqualificazione ambientale in scala di dettaglio (almeno 1:500) con indicazione dei tempi di intervento, delle specie, delle quantità, delle modalità di manutenzione.
  • Creazione di un’oasi faunistica lungo tutto il corso del torrente Arzilla da Fano fino ala frazione di S.M. dell’Arzilla (PU)
  • Doppia conduttura (acqua dai pozzi –es. pozzo Provincia e pozzo Alessandra- e acquedotto comunale)
  • Sistema raccolta acque piovane e successiva depurazione per usi irrigui
  • Permeabilità di tutti i parcheggi
  • Compensazione di tutta la CO2 prodotta dal nuovo centro turistico-termale attraverso piantumazioni da realizzarsi, a spese del proponente o del lottizzante, anche su terreni pubblici, qualora le aree riferite ai comparti del centro turistico-termale fossero insufficienti
  • Raccolta differenziata spinta dei rifiuti solidi urbani
  • Riciclaggio delle acque di scarico

Rispetto alle integrazioni, domande, richieste di approfondimenti ed osservazioni sopra espresse ed in particolare a quelle che non saranno accolte o saranno solo parzialmente accolte, si richiede che le decisioni di merito negative o parzialmente negative espresse dalla Provincia, siano adeguatamente motivate dal punto di vista tecnico-amministrativo. Solo in questo modo si sostanzia il nostro diritto di partecipazione riconosciutoci dalle norme vigenti tramite la procedura formale delle Osservazioni.

Tale precisazione si rende necessaria perchè le Osservazioni espresse sul precedente Rapporto Ambientale non sono state assolutamente controdedotte dalla Provincia e non sappiamo pertanto neanche se siano state esaminate; dal parere emesso dalla Provincia si evince solamente che sono state semplicemente passate al soggetto proponente il Progetto Terme per una loro (letteralmente) valutazione, in occasione della prescritta riformulazione di un nuovo Rapporto Ambientale che è poi quello oggetto delle presenti.

 

Fano, lì 01/02/2010

                                                          

                                  

Associazione Ambientalista

LA LUPUS IN FABULA      

            Il Presidente

            Claudio Orazi

 

Circolo LEGAMBIENTE

“Il Ragusello” Pesaro

         Il Presidente

         Enzo Frulla