La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo non trova pace. La sua gestione, a seguito dell’iniziale scellerata idea di assegnarla alla Provincia di Pesaro e Urbino, ha purtroppo dovuto seguire negli anni le vicende alterne di quell’ente, dei suoi amministratori e dei dirigenti che si sono susseguiti nel ruolo di Direttore. Ora che della Provincia sono rimasti solo alcuni pezzi questa importantissima area protetta è più che mai un elemento esterno poco considerato e poco voluto. Il personale è fisicamente e mentalmente distante dal Furlo mentre sul posto non ci sono che pochissime figure che assistono inermi alle piccole e grandi mansioni da svolgere, alle questioni tecniche e politiche che vanno quotidianamente affrontate, senza parlare della visibilità sul territorio e il contatto con le popolazioni locali che c’è stato poco in passato e non c’è più per niente ora. Un gioiello di natura e di storia che viaggia senza timone nel mercato del turismo; una delicata area con una tra le più alte biodiversità del centro Italia che subisce continuamente gli agguati del bracconaggio, delle moto sui sentieri, dei quad sui prati, di furgoni che trafficano misteriosamente legna. Una gestione che è rimasta clamorosamente muta di fronte al dibattito per la riapertura della strada Flaminia dentro la Gola, lasciando ai sindaci la patata bollente della decisione che poi di fatti alla fine è stata quella sbagliata, e ogni domenica si assiste alla penosa impari sfida tra i tanti pedoni e le tante macchine. Una gestione che applica a singhiozzo il Piano di Gestione rinviando provvedimenti decisivi come la chiusura al traffico delle strade dei prati sommitali, la riqualificazione della cava bassa, la ottimizzazione della perimetrazione, la ricerca scientifica, l’assurdo piano di abbattimento dei cinghiali, la gestione dei carichi pascolivi e soprattutto la vigilanza. Non è possibile fare progettazione e neanche svolgere la normale amministrazione senza essere sul territorio: con il Corpo Forestale dello Stato non è mai stato trovato un accordo funzionale così che l’unica opzione è l’assunzione di Guardie Parco. Pare incredibile come una Riserva di così piccole dimensioni, quasi totalmente di proprietà demaniale, con i suoi finanziamenti pubblici annuali che la potrebbero rendere autonoma, debba andare a rimorchio di un ente come la Provincia, governato da uffici distanti 50 chilometri. La Gola del Furlo merita molto di più. Trovare un nuovo ente gestore o quanto meno ridisegnare un nuovo assetto è diventata la priorità, per non vedere più il Furlo in questo stato di incompiutezza e dare un senso ai soldi pubblici che annualmente arrivano per proteggere e valorizzare questa meraviglia della natura.
LA LUPUS IN FABULA – Il Consiglio Direttivo