E’ passato ormai più di un anno dal quel 4 Febbraio 2008 quando la Giunta regionale delle Marche deliberò all’unanimità l’istituzione della allora Riserva Naturale Regionale di Roti – Acqua dell’Olmo – Canfaito. A quel punto sembrò ormai essere una questione di pochi giorni il passaggio in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva (ma se ricorderete diffidai dai facili entusasmi). Nella delibera la Giunta regionale affidò la gestione della futura Riserva alla Provincia di Macerata e questo fu il primo “errore”, visto poi il pessimo comportamento tenuto nella vicenda dalla Provincia stessa e in particolare dall’assessore all’ambiente Migliorelli che, malgrado sia dello stesso partito dell’assessore all’ambiente della Regione Amagliani, non solo non ha apprezzato il “riconoscimento” da parte della Giunta, ma anzi ha operato sin dall’inizio per mettere i bastoni tra le ruote dell’iter istitutivo dell’area protetta. Innanzitutto facendo rientrare in gioco i Comuni interessati territorialmente che fino ad allora se ne erano fregati altamente della Riserva, anche perché i loro rappresentanti non erano in grado neppure di comprendere il significato di questo ambizioso progetto (e non lo sono tuttora). In questo modo dimostrando la perfetta inutilità di un ente come la Provincia, di fatto succube e dipendente in tutto dai Comuni ! Poi la “patata bollente” passò alla IV° Commissione consiliare dove il “problema” Riserva naturale venne assegnato, per ragioni squisitamente politiche e di maggioranza, al consigliere del PD Comi, invece che ad Altomeni (RC), come invece era sempre avvenuto in precedenza in tema di aree protette. Il compito assegnato a Comi dalla realpolitik fu quello di azzerare completamente il lungo e difficile lavoro di sintesi svolto dall’assessorato di Amagliani, peraltro dopo anni ed anni di lotte ed iniziative varie da parte delle nostre associazioni ambientaliste e storiche e di consegnare quindi, di fatto, la Riserva naturale nelle grinfie dei vari Sparvoli, Cavallaro, Martini ecc…, a cui non parve vero di poter stravolgere il frutto di tante menti e di cuori entusiasti, solo per tutelare gli interessi personali di privati o di proprietari terrieri che in quei territori hanno realizzato col tempo dei veri e propri feudi ! Il progetto, in particolare la perimetrazione dell’area protetta, venne quindi completamente stravolto dai Comuni, in maniera spudorata e disprezzante, stralciando vasti territori, quelli che interessavano ai cacciatori, ai cavatori, a quelli che vogliono ralizzare impianti eolici sulle praterie sommitali, agli enduristi e agli amanti dei fuoristrada ecc… La perimetrazione venne talmente modificata che fu necessario cambiare anche la denominazione stessa della Riserva, sancendo di fatto l’esclusione dall’area protetta di quelle località non più menzionate nella denominazione. Nel frattempo, la Provincia di Macerata (sempre loro) aveva rinnovato la licenza di operatività decennale all’Azienda Faunistico-Venatoria di Canfaito-La Forcella, nel cuore stesso della futura Riserva, creando così un grossissimo problema istituzionale e legislativo, di cui ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze ! Il resto è storia degli ultimi mesi, con l’approvazione in IV° Commissione della Riserva, con una superficie ridotta della metà e la bocciatura dei nostri emendamenti ad opera di due telefonate di Cavallaro e Silenzi. Poi la proposta di istituzione della Riserva “dimezzata” è passata alla II° Commissione, quella di bilancio, per presunte carenze di fondi assegnati e qui è stata parcheggiata per mesi. Ne è uscita pochi giorni fa per far ritorno in IV° Commissione, “ufficialmente” per sbrogliare la matassa della sovrapposizione tra gli istituti della Riserva naturale e della Azienda Faunistico-Venatoria e per cercare un “compromesso”. Ieri, in effetti pare che sia stato ricevuto in IV° Commissione il rappresentante legale dell’Istituto per il sostentamento del clero di Camerino – San Severino Marche, proprietario dell’altopiano di Canfaito e che percepisce un affitto da parte della A.F.V. Canfaito – La Forcella. Nel frattempo Comi é stato nominato vice Presidente del Consiglio regionale e dice che in una delle prossime riunioni della IV° Commissione dovrebbero risolvere gli ultimi problemi riguardanti la AFV di Canfaito-La Forcella ed il Comune di Apiro che era ad un certo punto uscito dall’area protetta, per poi rientrarvi, con la promessa di ottenere la sede operativa della Riserva… Dopodiché, la proposta dovrebbe approdare finalmente in Consiglio, probabilmente entro il prossimo mese di marzo. Il condizionale ovviamente è d’obbligo, anche perché non si è capito bene come Comi intenda risolvere il problema della AFV di Canfaito. A questo proposito ho sottoposto l’atto di rinnovo della concessione da parte della Provincia agli Uffici legali della LAC e del WWF, i quali hanno detto che la stesura dell’atto potrebbe far aprire un contenzioso tra Regione e gestore della AFV, ma la presenza della clausola, anche se inserita in modo anomalo, garantirebbe comunque di fatto la supremazia da parte del Consiglio regionale. L’Ufficio legale della LAC, inoltre, non ha escluso la possibilità di impugnare la delibera di istituzione della Riserva qualora, come sembra molto probabile, vengano stralciate dalla perimetrazione quelle aree precedentente incluse dalla Giunta e qualora la Riserva naturale si sovrapponga alla Azienda Faunistico-venatoria.

 

Febbraio 2009