E’ noto che cambiamenti climatici sono una priorità ambientale globale. Come soddisfare l’insaziabile fame energetica senza aprire il fianco al nucleare e al carbone? La nostra provincia, come il resto del paese, ha bisogno di una politica basata sulla riduzione dei consumi e di rapida incentivazione alla produzione di energia pulita: il solare termico, il fotovoltaico e poi l’eolico, rappresentano la via maestra. Quasi tutte le fonti di produzione energetica hanno in qualche misura un impatto sul territorio, ma nulla è paragonabile alle conseguenze negative prodotte dalle centrali a carbone e da quelle nucleari. In Francia abbiamo avuto ben tre incidenti con fughe di contaminanti radioattivi solo nell’ultimo mese. Tuttavia, occorre una seria progettazione per evitare che anche la costruzione di impianti per la produzione di energia pulita si trasformi in dissesto ambientale.
Infatti, se per gli impianti di produzione di energia solare l’impatto sul territorio è quasi sempre trascurabile e comunque è improntato alla reversibilità, i parchi eolici pongono invece problematiche più serie.
L’apposizione di torri alte più di cento metri, con grandi pale rotanti e relative opere di urbanizzazione può determinare lo sconvolgimento di interi ecosistemi, con importanti morie di uccelli e lo stravolgimento del paesaggio su vasta scala. Un paesaggio su cui molto si dibatte e che è oggetto di convegni. Il valore del paesaggio del Montefeltro è universalmente riconosciuto, tanto che c’è il progetto di avvalorare la parte interna della nostra provincia quale patrimonio dell’umanità (UNESCO).
Sappiamo di alcuni progetti di parchi eolici in discussione presso vari comuni dell’interno; riteniamo utile che su questo si apra una discussione, nella quale le associazioni naturalistiche debbono essere presenti per valutare l’effettiva utilità di questi impianti e la loro effettiva sostenibilità. Siamo infatti convinti che in fase di progettazione e definizione dei siti si possa fare moltissimo per minimizzare l’impatto di queste opere.
Vanno adottate quindi tutte le misure necessarie quali la scelta dei siti, il ripristino delle aree di cantiere, l’ esclusione delle aree di transito di specie migratorie, interro degli elettrodotti, ecc. Soprattutto, crediamo serva coordinamento (su scala almeno provinciale), condivisione, insomma una regia superiore, che impedisca ad alcuni amministratori locali, non sempre e tutti particolarmente avveduti, di lanciarsi in avventure che rischierebbero di trasformare il futuro “patrimonio dell’Unesco” in un campo di battaglia, dove accanto alle torri eoliche poste magari sui crinali dei monti, passino i devastanti tracciati dei metanodotti, sorgano “termovalorizzatori”, ecc. ecc.

Fano, 8/08/2008

LIPU Pesaro
LA LUPUS IN FABULA
GREENPEACE gtl Urbino
WWF Urbania
Legambiente – Urbino