Al Resto del Carlino Pesaro
13/12/2017
Due titoli in prima pagina sul Resto del Carlino del 10 dicembre hanno colpito l’attenzione. Il primo: Capre sbranate allarme in città, il secondo: Parte un colpo dalla carabina: tibia fratturata ad un 14enne. Andando a leggere i due articoli si vede subito che il primo è l’ennesimo di una lunga serie che grida “Al lupo al lupo” fomentando allarmismo nei confronti di un animale particolarmente protetto e ferocemente perseguitato. L’allevatore ha sicuramente subito dei danni. Comprendiamo la sua esasperazione ma, come lui stesso ammette, le capre erano all’aperto di notte e in una zona non recintata. Se fossero state messe in atto tutte le misure a protezione delle capre forse il danno non si sarebbe verificato. Inoltre non c’è la certezza che il responsabile sia il lupo. Il lupo teme l’uomo e per evitare che non si avvicini alle zone antropizzate non bisogna invadere il suo areale e lasciare che abbia a disposizione le sue prede preferite, gli ungulati, di cui è il maggior predatore. Da quando è iniziata la caccia al cinghiale sono aumentati gli avvistamenti di lupi probabilmente disturbati dai cacciatori o in cerca di cibo.
Il secondo articolo è, a nostro avviso, troppo indulgente nei confronti del proprietario del fucile. Come può essere che un fucile carico si trovi in mano a dei ragazzini? Erano a caccia col padre? Il proprietario è un cacciatore? Come mai non aveva il fucile scarico e in custodia? L’episodio nell’articolo è definito “incidente” e considerato alla stregua di un gioco finito male ma non sarebbe meglio definirlo grave incuria da parte dell’adulto? Cosa accomuna i due episodi? Sicuramente uno sbilanciamento delle responsabilità ed una visione distorta della realtà. Nel primo caso un episodio condizionato da una cattiva gestione del territorio, nel secondo caso un evento che poteva avere conseguenze ancor più gravi dovuto alla superficialità e leggerezza con cui talvolta gli adulti lasciano incustodite le armi, per non parlare poi di quando, da parte dell’adulto, c’è l’intento di iniziare un minore all’uso delle armi da caccia, ma non è a questo caso che ci riferiamo. Ci auguriamo che gli organi di informazione contribuiscano a ristabilire il giusto equilibrio e alla valorizzazione non alla demonizzazione dell’animale che più di ogni altro contribuisce all’equilibrio della catena alimentare
Per la lupus in fabula
Orietta Benelli