La Seggiovia c’è ma la neve?
Avviata e subito spenta per mancanza di neve. La nuova seggiovia triposto “le Cotaline” inaugurata giovedì scorso in pompa magna non avrà vita facile. Secondo i gestori dell’impianto funzionerà 360 giorni l’anno, secondo l’associazione La Lupus in Fabula solo poche settimane. Una spesa di 590.000 euro, prelevata dalle tasche dei contribuenti marchigiani, per trasportare prevalentemente sciatori (infatti sostituisce lo skilift) per poco più di 100 metri di quota, da 1358 a 1468, cioè fino alle pendici del monte Acuto. Secondo Luca Ceriscioli e Minardi Renato Claudio si tratta di “un esempio dell’azione di strategia turistica regionale nell’ambito del brand parchi e natura”, “una visione che vale per la montagna marchigiana in generale…insomma un esempio da seguire”. Secondo la Lupus invece si tratta di uno scempio ambientale e sperpero di denaro pubblico. Il distinguo fondamentale ovviamente è la neve. Le prime nevicate sul massiccio del Catria ci sono state a novembre 2017, ma gli impianti ancora devono aprire. Il motivo è che non ha mai nevicato a sufficienza e che la elevate temperature successive alle nevicate non hanno consentito la permanenza del manto nevoso. Mentre in vari centri alpini a 1500 metri di quota vengono dismessi gli impianti sciistici perché anti economici, la regione Marche su richiesta del Comune di Frontone, e con la collaborazione della provincia di Pesaro e Urbino, decide di puntare sul turismo invernale, ignorando i cambiamenti climatici in corso e le previsioni dei prossimi decenni. In tutto saranno spesi tre milioni e mezzo di euro per potenziare l’offerta dello sci da discesa, saranno estirpati 26.000 metri quadri di bosco in area protetta e verrà costruito un bacino idrico in quota.
Al contempo nel bilancio regionale sono stati tagliati i fondi per il sociale e la famiglia, per la cultura e il turismo e per l’ambiente. Se questa è la visione strategica degli amministratori locali per la nostra montagna e se queste sono le priorità c’è da essere molto arrabbiati. La Lupus è certamente favorevole allo sviluppo turistico delle aree interne, ma con attività a ridotto impatto ambientale (escursionismo, ciclismo, sci da fondo, …) che abbiano ricadute economiche nel breve come nel lungo termine. Ma è assolutamente contraria alle “cattedrali nel deserto” o ai “luna park” in cima ai monti.
Invitiamo i cittadini a prestare la giusta attenzione e a leggere le carte senza farsi influenzare da politici ormai consumati che facendo gli interessi di pochi, offrono per lo più prospettive prive di ragionevolezza e senza futuro.
Pesaro, 08/01/2018
Il V. presidente
Claudio Orazi