In più di un’occasione illustri rappresentanti di Marche Multiservizi hanno ammesso candidamente che la multiutility non è interessata alla raccolta differenziata, ed il motivo è semplice: una società che, grazie alla partecipata Hera Spa, possiede la tecnologia per costruire inceneritori, guadagna di più a bruciare che a riciclare.

E’ altrettanto noto che, rispetto ad un’azienda totalmente pubblica, l’obiettivo di un buon dividendo per Marche Multiservizi è una missione irrinunciabile.

Quindi è logico che la componente privata di Marche Multiservizi non ha interesse a che si raggiungano elevate quote di raccolta differenziata; ma i rappresentanti degli enti pubblici in seno alla società, che sono il 60% del consiglio di amministrazione, che interesse hanno? Stanno lì a rappresentare il bene comune, l’interesse dei cittadini di oggi e di domani, o scaldano solo le poltrone? E certi assessori del comune di Pesaro svolgono diligentemente il loro ruolo di indirizzo e di controllo della società di servizi o fanno solo i passacarte?

Dopo la vicenda dei dati sui costi del “porta a porta”, queste domande sono più che ovvie.

Ora il comune di Pesaro ha deciso per un sistema misto (domiciliare in alcuni quartieri e di prossimità in altri) che costerà quanto ai cittadini fanesi costerà il sistema “porta a porta” con la separazione secco/umido.

Come mai a Pesaro la raccolta domiciliare dei rifiuti è così sconveniente mentre molti studi e rapporti dimostrano che in altre realtà analoghe è più vantaggiosa di quella stradale? Ci possiamo fidare di questi amministratori?

Noi siamo dell’idea che stanno sbagliando perché la raccolta di prossimità non permetterà il rispetto degli obiettivi di legge, non produrrà nessuna riduzione dei rifiuti, non responsabilizzerà il cittadino e non consentirà l’applicazione della tariffa puntuale sulla quota indifferenziata. Il vero obiettivo di una raccolta differenziata spinta deve essere quello di far pagare di più a chi separa di meno, cioè a chi non vuole dare una seconda vita ai rifiuti. Solo se si arriva a tassare in base al rifiuto che va in discarica si possono otterere elevate quote di riciclo, per tendere all’obiettivo “zero rifiuti” che è il traguardo a cui aspirano le decine di comuni che hanno aderito all’Associazione di Comuni Virtuosi.

Riciclare significa risparmiare materie prime ed energia, salvaguardare il territorio, e tutelare la salute delle presenti e future generazioni. Chi guarda prevalentemente all’interesse economico ed al tornaconto elettorale non fa un buon servizio ai cittadini.

 Pesaro, 24/03/2010

 LA LUPUS IN FABULA