Sabato scorso si è svolta in pompa magna, con la presenza del presidente della Regione Marche Ceriscioli, in sindaco di Frontone Passetti e il Vicepresidente del Consiglio Regionale Minardi, l’inaugurazione della nuova funivia del Catria, costata ai cittadini marchigiani 1.400.000 euro.
Ad attendere le autorità c’erano gli attivisti dell’associazione La Lupus in Fabula con un lungo striscione dalla scritta “milioni sprecati-basta scempi”. Perché si tratta proprio di questo. Per realizzare i nuovi impianti per lo sci da discesa sono stati sradicati 3 ettari di bosco maturo, aperte nuove strade e fatti sbancamenti di vari metri di altezza, chiaramente visibili anche dal satellite. Gli amministratori locali hanno magnificato l’opera definendola “strategica” necessaria allo “sviluppo, crescita e rilancio turistico delle aree interne” e per “dare lavoro ai giovani e permettergli di restare”. Ma non basta, oltre ad esaltare le potenzialità e le caratteristiche della bidonvia, per giustificare la bontà della spesa di fondi regionali, Ceriscioli e Minardi hanno precisato che la funivia “sarà aperta 365 giorni l’anno”. Ma le bugie hanno le gambe corte: da domenica gli impianti di risalita del Catria sono chiusi, prima a causa del forte vento, poi perché il manto nevoso è insufficiente per poter sciare.  Ma a parte le condizioni climatiche e l’innevamento, di per se sufficienti a sconsigliare l’investimento pubblico, occorre sottolineare che dal primo aprile al 30 novembre, sarà possibile raggiungere il rifugio Cupa delle Cotaline attraverso tre strade. Perché mai un turista, un escursionista, un residente della zona dovrebbe spendere 10 euro per salire con la funivia quando può farlo comodamente in auto? Se si volesse veramente utilizzare le potenzialità della bidonvia e anche salvaguardare la montagna dall’invasione di mezzi motorizzati, il divieto andrebbe esteso a tutto l’anno; ma ciò creerebbe disagi a chi da decenni si reca in montagna con l’auto per fare legna, per cercare funghi o per fare una breve passeggiata: quindi tutto resterà com’è, e di conseguenza la funivia resterà poco utilizzata.

Quanto ai posti di lavoro, invece, ci piacerebbe sapere quante sono le ore, i giorni o le settimane lavorative delle 36 persone che sembra siano occupate nella gestione della stazione sciistica (dal servizio del Tg Marche). Perché a quanto risulta dalla visura camerale estratta il 11/2 la società Monte Catria Impianti nel 2018 ha dato lavoro in maniera parziale a 6/9 persone. Comunque sia a fronte di 4.000.000 di investimenti in impianti che saranno aperti poche settimane all’anno, la promessa di nuovi posti di lavoro per i giovani e di rilancio economico del territorio è poco più di una favola.

Sicuramente questi soldi sarebbero stati impiegati più proficuamente nella sanità, mantenendo quei servizi di base, di emergenza e ospedalieri che servono ad una comunità, che con enorme disagio ora è costretta a servirsi dell’ospedale di Urbino o di quelli sulla costa, a volte a rischio anche della vita.

Fano, 14/02/19

Associazione la Lupus in Fabula

Il Vicepresidente