L’associazione La Lupus in Fabula non chiede sconti a nessuno! E tantomeno fa “sconti” quando si tratta di denunciare spese pubbliche contrarie all’interesse generale, che siano fatte in montagna, come al mare.
Una stazione sciistica a 50 km dalla costa e a 1400 mt. di quota è soggetta a condizioni meteo estremamente variabili che non possono garantire periodi prolungati di apertura di tutti gli impianti. Se si considera che l’afflusso di utenti è quasi tutto concentrato nel fine settimana, troppo vento, poca neve, troppa neve, neve gelata, neve molliccia, nebbia, ecc. sono situazioni che spesso determinano la chiusura delle piste o degli impianti proprio in quei pochi giorni di maggiore interesse per il turismo locale.
Se quindi è assurdo condizionare una spesa di 5 milioni di euro ad una neve che per gran parte dell’inverno, o non c’è, o non è sciabile, è parimenti insensato rinnovare di sana pianta una funivia che ottimisticamente lavora nei fine settimana per quattro mesi l’anno. Se il sindaco Passetti vuole limitare il transito delle strade che raggiungono il rifugio Cupa delle Cotaline in accordo con i comuni limitrofi, anche per gli altri mesi, faccia pure, noi lo diciamo da anni, ma siamo certi che non farà nulla.
La chiusura degli ospedali dell’entro terra da parte della Regione Marche risponde alla stessa logica dello spreco di risorse per impianti da sci: favorire gli interessi di pochi privati, a detrimento dell’interesse generale, con motivazioni ovviamente diverse. Nessuno ha obbligato la Regione a chiudere gli ospedali o ad affidarne alcune funzioni ai privati; lo sci da discesa è in crisi sull’intero l’arco alpino e sopravvive solo grazie ai finanziamenti pubblici a fondo perduto e alla neve artificiale: si tratta di scelte.
A differenza di chi pensa solo al proprio interesse economico, la Lupus ama così tanto la montagna che, nel rispetto delle tradizioni locali, vorrebbe che sia valorizzata e salvaguardata con la creazione di un Parco Nazionale. Creare un marchio di qualità per i territori dei comuni dell’entroterra: questo sì sarebbe un investimento strategico che può incentivare giovani e famiglie a restare, perché un Parco significa attrarre turismo italiano e internazionale, significa dare lavoro a strutture ricettive e ristoranti, guide turistiche e esercizi commerciali, ma non solo per pochi mesi l’anno!
Fare sbancamenti di roccia alcuni metri di altezza, trasformare sentieri in strade, tagliare e sradicare alberi di 50/70 anni, (come hanno anche rilevato i carabinieri-forestali) per costruire impianti di risalita, fare tagli cedui a raso che creano evidenti fenomeni di erosione, non significa salvaguardare la montagna, come sostengono gli Uomini Originari di Frontone, ma palesa una visione miope e antiquata dello sviluppo, alla quale continueremo a dire di no, anche attraverso legittime e pacifiche forme di protesta.
Fano, 19/02/2019
Il Presidente