Articolo pubblicato su Repubblica il 14 aprile 2010
La risposta della maggioranza a Bruxelles che aveva aperto una procedura per l’uso disinvolto delle deroghe da parte delle Regioni. Ora il rischio è un calendario più lungo, con conseguenze su turismo ed ecosistemi
di ANTONIO CIANCIULLO
In commissione Agricoltura della Camera l’articolo 43 della legge comunitaria, quello che contiene il provvedimento a favore della caccia “no limits”, è passato per soli 4 voti. Ora dovrà venire esaminato dall’aula di Montecitorio dove l’opposizione ha annunciato battaglia.
Il testo votato rappresenta una mediazione rispetto ai disegni di legge che erano stati avanzati nei mesi scorsi e che arrivavano a ipotizzare di mettere le doppiette in mani ai sedicenni, e concede spazio all’Ispra, l’organo scientifico di controllo. Nel testo si legge: “Fermo restando, le disposizioni relative agli ungulati, le Regioni possono posticipare i termini in relazione a specie determinate e allo scopo sono obbligate ad acquisire il preventivo parere di validazione delle analisi scientifiche a sostegno delle modifiche da apportare, espresso dall’Ispra, sentiti gli equivalenti istituti regionali ove istituiti e riconosciuti dalla commissione Europea, al quale dovranno uniformarsi”.
Ma il senso del provvedimento resta quello di una forzatura in direzione opposta a quella richiesta da Bruxelles. Dal punto di vista economico l’Italia rischia sanzioni pesanti. Dal punto di vista turistico la convivenza con una stagione di caccia allargata rappresenta un formidabile deterrente. Dal punto di vista ambientale si aggraverà l’impatto su una fauna già indebolita dall’impatto con i pesticidi e con il cambiamento climatico.
© Riproduzione riservata (14 aprile 2010)