Ben presto l’estate metereologica manifesterà tutte le sue caratteristiche, con altre temperature, umidità e assenza di precipitazioni. Chi potrà si rifugerà al mare o in montagna per trovare un po’ di refrigerio, ma chi non potrà spostarsi per uscire dalla città, dovrebbe poter contare sulla frescura di viali e giardini pubblici.
Ma sarà difficile, perché Aset ha “rubato” l’ombra ai fanesi.
Basta passeggiare sulle vie o nelle aree verdi che sono state oggetto delle pesanti ed ingiustificate potature di questa primavera per accorgersi che tigli, platani, pioppi, melie ecc. hanno pochissime foglie in parte generate da gemme dormienti, poiché con l’asportazione di quasi tutta la chioma sono state recise anche le gemme apicali (vedasi nelle due foto la differenza tra tigli potati e non potati). Tralasciando, in questo momento, il tema del grave danno arrecato alle alberature da siffatte potature, vorremmo evidenziare che tra le importanti e fondamentali funzioni eco-sistemiche che svolgono gli alberi (e in misura minore tutta la vegetazione) c’è quella di ridurre gli eventi metereologici estremi.
E’ noto a tutti il fenomeno delle isole di calore. Nelle aree urbane per effetto della presenza di ampie superfici impermeabilizzate la differenza di temperatura può essere anche di 4/5 gradi rispetto alla campagna circostante. Quindi gli alberi non solo fanno ombra, ma diminuiscono gli effetti delle ondate di calore estive attraverso la traspirazione: ad esempio un pioppo adulto di venti metri può traspirare fino a 20 metri cubi di acqua. Inoltre in occasione di precipitazioni intense fungono da spugna raccogliendo l’acqua piovana per poi rilasciarla gradualmente. Pertanto gli alberi non sono degli inutili ornamenti, ma degli organismi viventi evoluti indispensabili per l’uomo e per gli animali, dovrebbero essere trattati con cura e rispetto, e nelle città dovrebbero stare dappertutto, nella quantità maggiore possibile, anche perché sono lo strumento più efficace per abbattere la CO2.
Con questa visione che guarda al presente del riscaldamento climatico non si può essere che contrari all’ipotesi di trasformare l’area dell’ex. distributore Agip in parcheggio, o in piazza cementata o peggio ancora in un serbatoio per auto. Dobbiamo togliere, per quanto possibile, il cemento e l’asfalto e creare aree verdi alberate. Questo non è un vezzo ambientalista, ma una vera emergenza: speriamo di avere amministratori all’altezza delle sfide di questo tempo.
Fano, 14/05/20219
Per Associazione LA LUPUS IN FABULA odv
Il V. Presidente