COMUNICATO STAMPA

Il paesaggio è la vera ricchezza del nostro Paese, ad esclusione di quella parte (il 9,12% della superficie utile) che è stata seppellita sotto il cemento e l’asfalto dell’urbanizzazione. Una ricchezza che nessuno ci può copiare e rivendere a basso costo, che non può essere delocalizzata, ma che ogni giorno è minacciata da opere di dubbia utilità o al servizio di interessi particolari. Un governo locale lungimirante dovrebbe avere cura del patrimonio paesaggistico, utilizzarlo senza intaccarne la bellezza e la possibilità che porti benefici anche in futuro. Però l’amministrazione comunale di Fano non sembra avere interesse per la ricchezza del proprio territorio se con provvedimenti ferragostani, con un dibattito inesistente, in fretta e furia, decide di sacrificarne una parte per realizzare una strada che non risolverà nessun problema, se non quello di spostare l’inquinamento e il rumore di qualche centinaio di metri dal centro storico in zone comunque densamente abitate. Ma torniamo al paesaggio, un bene non ripetibile e per questo soggetto in alcuni casi a dei vincoli di tutela. La zona a nord del torrente Arzilla, fino a Fosso Sejore, con un D.M. del 25/08/1965 è considerata di “notevole interesse pubblico, perché costituita da numerosi nuclei di verde con molteplici strade che la percorrono contenenti altrettanti punti di vista e belvedere dai quali si gode lo spettacolo di quelle bellezze, nonché un ampio panorama di vasto raggio sul mare Adriatico…” Quindi è la bellezza che il vincolo paesaggistico vuole tutelare. Che ne sarà di questa bellezza, che tutti i fanesi apprezzano visto che usano quelle colline per fare rilassanti passeggiate o pedalate, se una strada di 3,58 km larga 8,50 ml. con gallerie e ponti coprirà con cemento e asfalto tre ettari di terreni agricoli e aree boscate a ridosso del torrente Arzilla e a monte dell’abitato di Carmine-Gimarra? Una scelta dovrebbe sempre essere la sintesi migliore tra benefici e costi per la collettività. In questo caso i costi, quanto a perdita di paesaggio e danno ambientale, sono certi, i vantaggi sono dubbi e in ogni caso irrisori. L’interquartieri che sbucherà sulla statale all’altezza dell’ex hotel Riviera si trasformerà in una circonvallazione urbana, ma non risolverà in alcun modo le saltuarie lentezze del traffico da e per Pesaro. Inoltre questa nuova strada che taglierà il piede della collina, impedirà di potenziare la rete di percorsi e frequentazioni oggi possibili in ambienti di interesse per il tempo libero e massacrerà un territorio dal perfetto equilibrio tra interventi dell’uomo e ambiente collinare.
E’ molto grave che si spendano soldi pubblici senza un’adeguata analisi di origine e destinazione del traffico, senza che sia stata valutata anche la soluzione casellino/autostrada di immediato raccordo con la viabilità compensativa. A nostro parere un casello unidirezionale verso Pesaro in zona Belgatto, insieme a quello di Santa Veneranda, farebbe dell’autostrada il collegamento più veloce per Pesaro e a minor impatto ambientale e paesaggistico. Chiediamo alle forze politiche presenti in consiglio comunale di non fare nessuna scelta di tracciato, di aprire immediatamente un dibattito con la cittadinanza e le forze sociali ed economiche della città di Fano e quindi di avviare un tavolo di confronto con il comune di Pesaro, per arrivare ad una scelta partecipata, ma soprattutto utile ed ecologicamente sostenibile.

Fano, 10/08/2020
Apriti Pesaro  –  Articolo 1  –  Circolo Rosso & Verde  –  ENPA Pesaro Urbino –  EPMC sezione Pesaro-Urbino  –  FIAB–FOR.BICI  –    G.A.S. Gruppo di Acquisto Solidale-Pesaro “Gasetto”  –  G.A.S. Gruppo di Acquisto Solidale-Pesaro “La Gluppa”   – Guardie Zoofile ENPA  –   Italia Nostra Pesaro   –   La Lupus in Fabula  –    LIPU Pesaro  –  Movimento Sostenibilità Equità Solidarietà –Fuoricentro – Argonauta – Fano – G.a.s. Fortuna Fano