Comunicato stampa

Per il secondo anno consecutivo l’associazione La Lupus in Fabula assegna il premio “Cemento Armato” che viene attribuito annualmente a quell’amministratore di un ente pubblico, o al politico, che si è particolarmente distinto per aver causato, in maniera diretta e indiretta, significativi danni all’ambiente.

Il lock down ha ritardato quindi solo di qualche mese l’assegnazione di questo riconoscimento che quest’anno è stato conferito a pari merito a tre amministratori che hanno contribuito al disastro ambientale ed economico sul monte Acuto (Catria).

Infatti dopo l’aggiudicazione del Premio Cemento Armato 2019 al sindaco di Frontone Francesco Passetti ci sembrava ingiusto non riconoscere l’intenso impegno profuso, negli ultimi anni, da tre noti personaggi politici, per favorire gli interventi di ampliamento e l’ammodernamento degli impianti sciistici da discesa del Monte Acuto che, ricordiamo, sono estesi in un’area tra i 1200 e i 1450 m. slm.

Quindi si aggiudicano il premio Cemento Armato 2020:

1) Il Presidente della Giunta della Regione Marche Luca Ceriscioli per aver deliberato l’erogazione di circa 6,5 milioni di euro di fondi regionali a favore della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Frontone per i lavori di potenziamento e messa in sicurezza del comprensorio sciistico del Monte Catria;

2) L’ex Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Daniele Tagliolini perché durante il suo mandato la Provincia ha chiesto al comune di Frontone di assumere la funzione di “Capofila” in nome del quale emanare atti e autorizzazioni relative ad interventi per lo sviluppo del comprensorio sciistico del Monte Catria, ha autorizzato gli interventi escludendoli dalla V.I.A., non ha adeguatamente vigilato sul rispetto dell’autorizzazione dirigenziale e delle annesse prescrizioni;

3) Il Vice Presidente del Consiglio della Regione Marche Renato Claudio Minardi perché è dal 2011 da assessore provinciale, e dal 2015 come consigliere regionale che si adopera con grande impegno per l’impiego di finanziamenti regionali e la realizzazione delle opere connesse agli sport invernali sul Monte Catria.

Ricordiamo che dieci associazioni ambientaliste pochi mesi fa hanno presentato un esposto alla Magistratura per denunciare irregolarità nelle procedure autorizzative e nell’esecuzione dei lavori a cui è seguita da parte della Procura di Urbino l’apertura di un fascicolo di inchiesta.

E’ stato altresì chiesto alla Provincia di Pesaro e Urbino la revoca o l’annullamento d’ufficio in autotutela della determinazione 236/2017 (esclusione dalla V.I.A.)  e di tutto quanto ad essa antecedente, presupposto,  conseguente ed esecutivo.

Tuttavia i lavori continuano ancora e il danno ambientale è ben visibile anche dalla costa.

Questi amministratori, tutti del PD, che hanno voluto e permesso lo spreco di 6,5 milioni di risorse regionali non hanno fatto i conti con i cambiamenti climatici, già evidenti all’epoca di approvazione del progetto. Nella Stagione invernale 2019/2020 gli impianti sciistici non hanno mai aperto, mentre nell’inverno 2018/2019, sul Catria si è sciato solo in due fine settimana: negli altri o non c’era neve o la cabinovia non funzionava per lavori o per il troppo vento.

A Ceriscioli, Tagliolini e Minardi, va quindi attribuito il demerito di aver impiegato soldi pubblici per un’attività che non ha ne’ presente ne’ futuro, che ha causato l’eradicazione di quasi 6 ettari di faggeta, la perdita di biodiversità  in  una zona che sembra essere gestita come un luna park, nonostante sia uno degli ambienti naturali più significativi della provincia di Pesaro e Urbino e dell’Appennino Centrale.

Il Consiglio Direttivo

Fano, 11/09/2020