Lea è una dolce segugia ritrovata in montagna da una giovane coppia nell’ottobre 2007 impaurita,frastornata, disorientata, con indosso un collare elettrico.
Lo scorso lunedì 26 aprile 2010 il suo padrone, un cacciatore di Serra S.Quirico (A.P., 51 anni), è stato condannato per maltrattamento al pagamento di 3.500 euro di ammenda, la cagnetta è stata confiscata ed affidata alla Presidente dell’Associazione di Jesi che si è presa cura di lei in questi due anni e mezzo.
Gratitudine nei confronti del Pubblico Ministero ,dott. Vincenza Montoneri, che, con la sua arringa accusatoria, ha dimostrato grande coinvolgimento e massima attenzione a tutto quanto emerso dai testimoni ,alcuni dei quali sentiti per più volte al fine di cogliere ogni minimo particolare.
La cagnolina è stata sottoposta anche alla perizia di una veterinaria comportamentalista.
Grande scrupolosità nell’emettere la sentenza anche da parte del Giudice del Tribunale di Ancona distaccamento di Iesi, dott. ssa Antonella Passalacqua.
Soddisfazione per chi rispetta gli animali e le leggi che li tutelano, finalmente una decisione presa con grande attenzione che farà riflettere sull’uso di un tipo di collare di cui tuttavia,in assurdamente, è permessa la vendita.
Si ricorda che la prima condanna ad un addestratore scaturì da un filmato del 2005, di “Striscia la notizia” in cui si vedevano i devastanti effetti di scosse elettriche su cani che venivano “addestrati”; altre condanne si susseguirono confermate in Cassazione (sent.15061). Dato che c’è giunta notizia che in campi di addestramento marchigiani per cani da caccia si continua ad usare tale mezzo coercitivo e crudele(vietato peraltro anche dalla lr 10/97) ci auguriamo che la recente sentenza sia di monito a quanti hanno risposto in maniera arrogante all’informazione del suo divieto.