Sono anni che sosteniamo pubblicamente che la vera e sola complanare tra Fano e Pesaro è l’autostrada A14, che basterebbe un casello mono direzionale a Fano Nord e a Pesaro Sud per trasferire parte delle auto che ora transitano sulla S.S.16 su un tracciato meno congestionato e più veloce, che bisogna smettere di costruire nuove strade che distruggono il paesaggio collinare e impermeabilizzano il suolo e incentivare altre forme di mobilità, agendo anche sui tempi di lavoro, che la sostenibilità ambientale non si realizza con le pie intenzioni ma con i fatti. Il comune di Fano ha perso tempo prezioso con un ricorso al TAR alla bocciatura del progetto del casello da parte del Ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali che aveva espresso parere negativo già nel 2013. Otto anni in cui si sarebbe potuto ragionare su un nuovo progetto ambientalmente meno impattante, ma ugualmente funzionale.
Ora sembra che la Regione a guida centro-destra voglia spingere Società Autostrade a realizzare un nuovo casello a Fenile e per acquisire informazioni più dettagliate si è scomodato anche l’assessore regionale Baldelli che è andato sul posto a prendere visione del possibile sito. L’attenzione degli amministratori non è più per l’area vicino al Belgatto, ma per un terreno intercluso tra l’autostrada, la strada comunale per Roncosambaccio (Via del Castello), la S.P. 45 e l’abitato di Fenile. Ma i residenti di Fenile sono stati informati? Oppure dovranno accettare un’opera che influirà sulla loro qualità della vita, senza poter dire nulla od ottenere al massimo qualche insignificante opera di mitigazione?
La Lupus in Fabula ha un’idea precisa su dove andrebbe localizzato il nuovo casello (di certo non appiccicato al centro abitato!): perché allora non avviare un confronto partecipato per individuare l’area migliore, che garantisca i migliori risultati sulla mobilità e i minori impatti su ambiente e salute? Perché aspettare che sorga un nuovo comitato, come quello di Salviamo Trave Arzilla e Gimarra, per mettersi intorno ad un tavolo e fare quello che in altri Paesi europei si fa per consuetudine?
Se i cittadini si allontanano dalla politica e non credono nelle istituzioni ci sarà pure una ragione! Forse occorre cambiare metodo, avere più lungimiranza e agire per il bene comune non solo degli attuali abitanti del pianeta, ma anche per quelli futuri.
Fano, 26/06/2021
Il Consiglio Direttivo