ANCHE IL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI A RISCHIO CHIUSURA

DAL WWF ED ALTRE 11 ASSOCIAZIONI IL GRIDO DI ALLARME PER IL PREVISTO TAGLIO DEL 50% DEI TRASFERIMENTI AI PARCHI NAZIONALI

L’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini rischia la paralisi delle sue attività a causa del taglio del 50% degli stanziamenti per il 2011. A lanciare l’allarme è il WWF Italia, insieme ad altre 11 Associazioni, sia ambientaliste che di rappresentanza del mondo delle aree protette.

“Il neo direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Franco Perco, avrà ben altre emergenze da gestire rispetto alla presenza dei cinghiali nell’area protetta, se saranno confermati i tagli previsti dalla manovra del Governo per la gestione dei Parchi Nazionali”, questo il commento del Consigliere nazionale del WWF Italia, Dante Caserta, alla recente intervista rilasciata dal nuovo direttore del Parco ad un quotidiano regionale.

La prossima Legge finanziaria colpirà infatti anche le aree protette nazionali, nonostante lo Stato spenda ad oggi per i Parchi Nazionali l’esatto equivalente di un caffè all’anno per ciascun italiano.

Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini il taglio dei finanziamenti (anche solo del 10% delle già ridotte risorse oggi a disposizione) rischia di determinare la paralisi delle principali attività di conservazione della natura e di valorizzazione del territorio, dal progetto di reintroduzione del Camoscio appenninico in fase di completamento (con 7 nuove nascite tra gli animali già liberati negli anni scorsi) ai rimborsi per i danni causati dall’Orso “Ulisse” che rischia di compromettere la convivenza con questo esemplare solitario della fauna italiana che rappresenta un importante segnale del benessere ecologico del territorio del parco, all’adeguato risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura, alla realizzazione di progetti di ricerca e conservazioni sui rettili e anfibi del parco, alla vigilanza complessiva del territorio da parte del Corpo Forestale dello Stato. A rischio anche le attività di educazione ed informazione ambientale fondamentali per far crescere la sensibilizzazione delle nuove generazioni verso la conservazione del nostro territorio e coinvolgere le scuole del territorio nella gestione del Parco ed infine la promozione del turismo nell’area del Parco attraverso la valorizzazione del circuito escursionistico del “grande anello dei Sibillini”.

Dal punto di vista finanziario i Parchi Nazionali sono già allo stremo e il taglio del 10%, che si somma agli analoghi ripetutamente fatti negli scorsi anni, porta gli Enti Parco sotto il livello della sopravvivenza e soprattutto colpisce anche gli Enti che negli anni hanno adottato misure di risparmio. L’eventuale taglio del 50% poi non consentirebbe neanche di ottemperare agli obblighi contrattuali in essere con il personale, per le sedi, per la sorveglianza, per la gestione dei mezzi. Insomma tutte le realtà economiche che ruotano intorno alle aree protette, le cooperative per l’educazione ambientale, per il turismo, per tutti gli altri servizi connessi alla conservazione della natura, nonché i posti di lavoro presso gli enti, subirebbero un gravissimo collasso.

Il popolo dei Parchi non rimane indifferente davanti alla crisi economica e ai sacrifici necessari a superarla, ma la medicina, il rimedio, non deve essere uguale per tutti altrimenti il rischio è quello di sterminare le aree protette, che pur essendo in forte sofferenza, riescono ancora a garantire un efficace presidio a tutela della natura sul territorio!

12 associazioni, sia ambientaliste che di rappresentanza del mondo delle aree protette (WWF, Legambiente, Unione per i parchi e la natura d’Italia, Marevivo, CTS, Aidap associazine italiana direttori e funzionari aree protette, 394 associazione nazionale dipendenti aree protette, AIGAP associazione italiana guardaparco, Istituto Pangea onlus, LIPU, Italia Nostra, FAI), hanno sottoscritto in un comunicato stampa congiunto un allarme – appello per evidenziare che i già limitatissimi finanziamenti per i parchi non possono essere ulteriormente ridotti, pena la morte certa di un paziente in molti casi agonizzante.
L’auspicio delle Associazioni è che si tratti di un errore materiale, che il Ministro Prestigiacomo provvederà a recuperare, ma anche in questo caso resta l’ulteriore taglio del 10% su tutte le spese, previsto per tutti i Ministeri, senza alcuna valutazione degli effetti e senza alcun sforzo di operare su realtà diverse con metro specifico (tutti uguali, i grandi e di piccoli, realtà molto diversificate).

Ma quello che appare più grave è che mentre da una parte si dichiara la necessità di far meglio funzionare l’Amministrazione pubblica, dall’altra si colpisce senza distinzioni, paralizzando la realizzazione di attività strategiche per la promozione del territorio. Non si capisce, infatti, come i parchi possano aiutare territori depressi o marginali a trovare una strada autonoma per lo sviluppo sostenibile, se non si possono organizzare iniziative, convegni, fare pubblicazioni o incontrare la gente nei paesi fuori dall’orario di ufficio.

Da sempre il WWF è convinto del ruolo propulsivo delle aree protette per lo sviluppo economico dei territori dell’entroterra delle Marche. In questi quasi 20 anni dall’entrata in vigore della legge 394/91 il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato un forte attrattore di risorse comunitarie e anche private verso territori spesso dimenticati o considerati marginali che hanno invertito il drammatico fenomeno dell’abbandono della montagna marchigiana.

I Parchi infine, è bene ricordarlo nel 2010 dichiarato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale della Biodiversità, sono il principale strumento per la conservazione della natura ed il mantenimento dei servizi che gli ecosistemi forniscono per il benessere umano. Sono, guarda caso, tra le poche realtà italiane dove il countdown 2010 per l’arresto della perdita di biodiversità non è fallito.

LE RICHIESTE DELLE 12 ASSOCIAZIONI:

– Chiediamo che il taglio del 50% non vada a interessare i parchi e le altre aree protette altrimenti non ci saranno nemmeno i fondi per pagare gli stipendi e le attività di conservazione delle specie e degli habitat e che venga data soprattutto alla Aree Marine, maggiore certezza rispetto ai trasferimenti

– Chiediamo con forza che i limiti imposti alle pubbliche amministrazioni, i tagli generalizzati ai Ministeri, le riduzioni dei personale, non si applichino agli Enti Parco, che già hanno contribuito negli anni con pesantissimi tagli, o che almeno si applichino solo alle risorse finanziarie trasferite dallo Stato, altrimenti verrebbe meno qualunque stimolo anche all’autofinanziamento di questi piccoli enti che gestiscono i gioielli naturali del Paese.

– Chiediamo che nell’Anno internazionale della biodiversità, ogni attività scientifica per la tutela di fauna, flora e habitat resti esclusa dal “blocco” degli studi e delle consulenze, poiché non è possibile attivare alcuna ricerca scientifica seria senza uno studio, né attivare partnership internazionali di spessore senza missioni all’estero, oppure limitare ogni attività formativa all’esclusiva della Scuola Superiore per la Pubblica Amministrazione. Non solo, ma è fondamentale che vi siano assegnate ai Parchi risorse mirate a indagini e monitoraggio della biodiversità, per evitare che la Strategia Nazionale rimanga senza attuazione.

HANNO ADERITO

WWF, Legambiente, Unione per i parchi e la natura d’Italia, Marevivo, CTS, Aidap associazione italiana direttori e funzionari aree protette, 394 associazione nazionale dipendenti aree protette, AIGAP associazione italiana guardaparco, Istituto Pangea onlus, LIPU, Italia Nostra, FAI

Fonte: WWF Italia