Prato del Campus: incuria od interventi dannosi

Le nostre amministrazioni continuano a distinguersi per una mancanza di interesse e di cura del verde urbano.

Ci è stato segnalato un altro esempio riguardante lo spazio verde antistante il Campus scolastico di Pesaro che da oltre un mese è impraticabile per la presenza dell’erba, cresciuta circa un metro.   Dopo la solita inaugurazione in pompa magna da parte della Provincia assistiamo al solito degrado, acuito anche dalla mancata pulizia dei pochissimi bidoni per i rifiuti che spesso traboccano per settimane prima di essere ritirati. Proprio in questo periodo questo spazio avrebbe potuto essere utilizzato per le attività motorie delle scuole ma anche per lezioni all’aperto di altre discipline, anche perché numerose classi degli istituti superiori del Campus non hanno la disponibilità delle palestre interne che tra l’altro l’Amministrazione Provinciale dovrebbe ben conoscere, dato che ha il compito di provvedere all’edilizia scolastica delle scuole superiori.  Nonostante varie richieste delle scuole ad oggi niente si è mosso, sembra anche a causa di un passaggio di competenze tra la Provincia e altri enti;  succederà, come altri anni, che taglieranno l’erba l’ultima settimana di scuola: oltre al danno anche una beffa per i tremila studenti del Campus, che si vedono negata la possibilità di accesso a questa magnifica aula verde: anche se nel Campus è stata piazzata una scultura in memoria del Covid ci si è dimenticati in fretta dell’importanza degli spazi verdi che il Covid ci aveva costretto a valorizzare.

Come associazione ambientalista ci sembra di vivere in un mondo all’incontrario in cui vengono tagliati anzitempo altri spazi verdi che per salvaguardare la loro biodiversità dovrebbero prima poter andare  a seme, come succede al Parco Miralfiore ed invece dove potrebbe essere privilegiata una fruizione pubblica si interviene fuoritempo.

Ricordiamo anche che il prato del Campus è già stato oggetto di interventi discutibili dal punto di vista ambientale sia con la creazione di stradine asfaltate al suo interno che servono solo per impermeabilizzare del suolo fertile sia con delle potature dei pioppi cipressini che dire drastiche è un eufemismo, con il risultato che dopo due anni dalla potatura 8/9 piante si sono seccate: temiamo che come è già successo per un’altra quindicina di pioppi venuti meno nel corso degli anni non verranno rimpiazzati da nuovi alberi.

Quello che fa molta tristezza è la distanza tra i proclami sul verde sbandierati nei convegni in cui tutti ormai si proclamano green e sostenibili e l’agire quotidiano delle nostre amministrazioni.

Pesaro, 29 maggio 2023

 

LA LUPUS IN FABULA

Il Consiglio Direttivo