Per non avere discariche bisogna differenziare di più e meglio. Ma il comune di Fano ha deciso di rinviare tutto al 2025
“Non c’è più tempo da perdere, non c’è più tempo per scendere a compromessi per ragioni politiche o economiche. È imperativo agire e prendere iniziative urgenti ed efficaci. Tutti i Paesi del Mediterraneo devono coordinarsi e reagire, impegnarsi in uno sforzo collettivo per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica…È dovere di tutti noi agire in questa direzione e adottare politiche concrete volte a questo sforzo…. “. Sono le parole del Presidente della Repubblica e non di una associazione ambientalista. Parole che probabilmente cadranno nel vuoto. I nostri amministratori, dal Governo agli Enti locali, non hanno il coraggio di fare scelte radicali, e continuano a premiare chi inquina, chi distrugge gli ambienti naturali, chi sfrutta le persone fragili. Eppure, il 99,9% degli scienziati è concorde sulle cause del riscaldamento climatico e sulla perdita di biodiversità. Sono chiare anche le soluzioni. Ma le resistenze al cambiamento sono enormi, in parte per ignoranza, ma soprattutto per l’ostilità alla rinuncia di piccoli o grandi vantaggi economici o sociali. Prendiamo ad esempio il tema dei rifiuti. Tutti hanno seguito la vicenda di Riceci. Un movimento di cittadini, associazioni e partiti ha indotto l’Ata 1 Pesaro – Urbino ad una pausa di riflessione. Tuttavia, poiché nessuno vuole una discarica vicino a casa, sarà difficile che un altro comune (rispetto a Petriano) si proponga per ospitare discarica capace di contenere 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali. Nel parallelo settore dei rifiuti urbani esiste lo stesso problema. Qual è la soluzione? Produrre meno rifiuti e riciclarli almeno al 90%. Impossibile? No! Ci sono comuni che sono molto vicini a questo obiettivo: Fermignano 87%, Piandimeleto 86%, Montecalvo in Foglia 84%, Mondolfo 80% (dati anno 2022). Invece Pesaro è al 68% e Fano al 74%. La media provinciale è del 74% ( la seconda nelle Marche) ma con una alta produzione di rifiuti pro capite, pari a 547 Kg/anno (secondi solo ad Ascoli Piceno che ne produce 548). Ma basterebbe cambiare metodologia di raccolta, che immediatamente si potrebbe avere una crescita della R.D. del 15%, una consistente riduzione dei rifiuti prodotti e una migliore selezione dei materiali. Sono sostanzialmente due i sistemi più efficaci: il porta a porta “spinto” e lo stradale “intelligente”. Terre Roveresche e Colli al Metauro hanno già adottato il primo sistema, San Costanzo e Pesaro stanno sperimentando il secondo. L’obiettivo è arrivare a misurare i rifiuti prodotti da ogni singola utenza e far pagare la tariffa in funzione del peso o del volume. Le esperienze virtuose non mancano. Ma il comune di Fano ha deciso di rinviare tutto al 2025. Infatti, la mozione presentata dal movimento 5s che chiedeva al comune di Fano di avviare, in accordo con Aset, in maniera graduale su tutto il territorio comunale, una nuova modalità di raccolta dei rifiuti urbani attraverso il sistema PaP spinto e/o con il sistema dei cassonetti Smart dotati di videocamera e pesatura elettronica, è stata emendata dalla maggioranza allungando i tempi e subordinando la scelta ad uno studio sull’impatto tariffario. Emerge chiaramente dalla mozione approvata la volontà di non decidere, per paura che nuovi investimenti comportino un incremento delle tariffe. A questo punto, invitiamo il sindaco Seri a proporre nel comune di Fano un sito per la nuova discarica provinciale per rifiuti urbani e industriali, così potrà facilmente smaltire il 26% di rifiuti indifferenziati e circa il 25% delle impurità presenti nella raccolta differenziata.
La sensibilità ambientale e la lungimiranza non appartengono a questi amministratori.
Fano, 07/08/2023