COMUNICATO STAMPA – Circonomia: un festival con luci e ombre
Sulla stampa locale sono apparsi commenti trionfalistici di amministratori e organizzatori sul Festival Circonomia. Ci permettiamo, avendo presenziato attivamente a vari appuntamenti della manifestazione, di portare un contributo di riflessione critica sul Festival Circonomia in cui ci sono state luci e ombre, andando al di là di bilanci genericamente entusiastici ed entrando nello specifico dei contenuti.
Partiamo dal Processo alla Transizione Ecologica, con nomi altisonanti ma poco informati sull’argomento, come ha ammesso lo stesso Giuliano Ferrara. Come temevamo il dibattito si è svolto quasi solo sul piano economico, disquisendo se la transizione vada attuata o meno e se potrebbe essere più o meno un affare, glissando sulla necessità e sull’assoluta urgenza di questa pratica. Borgonovo, vicedirettore della Verità, è riuscito a mettere in dubbio le responsabilità dell’uomo rispetto all’emergenza climatica, ignorando che anche gli sceicchi del petrolio nell’ultima Cop 28 hanno convenuto che sul banco degli imputati ci sono i combustibili fossili: invitare chi ignora le ricerche del 98% degli scienziati climatici è come invitare i neo-nazisti ad un dibattito sul razzismo, per sentire tutte le voci, come se avessero pari dignità etica e scientifica. Se ci fosse stato uno scienziato serio, esperto della questione climatica, ci avrebbe detto che abbiamo meno di dieci anni per cambiare radicalmente la nostra economia. Insomma, invece che un passo avanti ne abbiamo fatto due indietro. Un’occasione persa insomma per ragionare insieme su come procedere nella transizione, scendendo nello specifico delle varie tematiche; facciamo solo un esempio: in questo periodo assistiamo ad un assalto alle nostre campagne per installare decine e decine di impianti fotovoltaici, solo nella nostra provincia, grazie al solito vuoto normativo che impedisce agli enti locali di opporsi alle domande degli installatori; sarebbe stato interessante discutere su come conciliare la richiesta di energia rinnovabile con agricoltura e paesaggio, sull’individuazione di alcune priorità (ad es. prima pannelli sui capannoni, a lato delle autostrade, sui tanti parcheggi asfaltati), sulla necessità di regolamentare la situazione invece del far-west attuale, magari coinvolgendo anche quei gruppi di cittadini autorganizzati che si stanno opponendo allo sconvolgimento delle nostre campagne.
In oltre due ore di dibattito, i sei studenti che componevano la giuria hanno avuto complessivamente cinque minuti per esprimere il loro parere: ci sembra un po’ poco per dare voce a chi dovrà nei prossimi mesi fare i conti con la pesantissima eredità climatica che gli lasciamo.
Per eventuali prossime edizioni suggeriamo vivamente di coinvolgere molto di più gli studenti e i giovani in generale che sono stati quasi assenti dalla gran parte degli incontri. Dalla nostra esperienza di educazione ambientale nelle scuole stiamo assistendo ad un calo di interesse e di partecipazione attiva dei giovani sul problema climatico ed organizzare un festival sulla transizione ecologica non può prescindere da loro che dovranno viverla. Ci sarebbe bisogno non di momenti estemporanei come la partecipazione ad un incontro ma di progetti sul tema elaborati per tempo, insieme alle scuole e che prevedano un percorso prima e dopo il festival.
Chiediamo anche un maggiore coraggio nell’invitare anche esperti che propongono di cambiare stili di vita e modelli economici per affrontare la crisi climatica e ambientale, evitando come relatori costruttori di yacht che diventano “sostenibili” solo perché su un mezzo di trasporto che divora grandi quantità di energia, senza alcuna sostenibilità sociale, ci mettono un motore elettrico.
Infine, siamo molto critici su alcuni sponsor, giustamente contestati da Extintion Ribellion, che al di là di qualche nicchia green e qualche frase evocativa generica, naturalmente in inglese, costruiscono la gran parte del loro business su grandi opere, anche nell’ambito dei combustibili fossili. D’accordo che è il Festival dell’economia circolare ma riciclarsi (fintamente) da imprese sostenibili non dovrebbe essere permesso.
Fano, 18/03/2024
Il Consiglio direttivo.