L’ALLEANZA n. 4.24                                                                      6 maggio 2024

                                                            COMUNICATO STAMPA

POLITICHE PER LA MONTAGNA: OLTRE AL DANNO LA BEFFA

Con D.G.R. 564 DEL 16/04/2024 la giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli ha stabilito di erogare un contributo a fondo perduto di un milione di euro alle imprese del settore turistico ricettivo dei comprensori sciistici della Regione Marche (in Fascia A) come sostegno economico per il mancato innevamento nel periodo invernale 2022/2023. A beneficiarne saranno gli operatori dei comuni di Carpegna, Piobbico, Frontone, Sarnano, Bolognola, Ussita, Castel Sant’Angelo sul Nera, Arquata del Tronto, purché dimostrino di aver subito un calo del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 30% nel periodo 1/11/2022 -15/01/2023. Il paradosso è abbastanza chiaro a chi ha buona memoria. Prima la regione Marche finanzia con decine di milioni di euro il potenziamento, l’ampliamento e il rinnovo degli impianti sciistici pur sapendo che l’evoluzione del clima e l’andamento delle precipitazioni non garantiscono un sufficiente innevamento delle piste, per il periodo necessario a consentire una remunerativa apertura delle strutture, poi regalano altri soldi agli operatori che lamentano un calo dei ricavi. Quindi i contribuenti ci rimettono due volte. Ormai è lampante che le stazioni sciistiche sotto i 1500 m.slm in Appennino non possono sopravvivere perché le precipitazioni nevose sono troppo irregolari e insufficienti: lo testimonia anche l’inverno 2023/2024 in cui la maggior parte degli impianti dell’Appennino centrale non hanno aperto nemmeno per un giorno. Eppure, la regione Marche continua a finanziare con milioni di euro le stazioni sciistiche regionali per nuovi impianti (circa 65 milioni di euro con risorse pubbliche destinate dal CIS -Contratto Istituzionale di Sviluppo- e dal fondo complementare Aree Sisma del PNRR).

Le associazioni ambientaliste avevano previsto tutto questo anche per il Monte Catria quando il comune di Frontone decise di potenziare gli impianti di risalita e allargare piste inesistenti a partire da 1200 metri di quota, provocando ferite indelebili alla montagna. Quindi mentre si nega l’evidenza e si chiedono ristori per i mancati guadagni, anche sul Catria vanno avanti progetti per potenziare l’innevamento artificiale con l’illusione che possa sostituire le scarse precipitazioni.

È infatti in corso di valutazione presso l’Unione Montana del Catria e del Nerone il progetto di una mega vasca di accumulo dell’acqua (in parte interrata) sul monte Acuto. Purtroppo, però la neve finta ha bisogno di basse temperature per essere generata e non ha quindi senso continuare ad investire in impianti che poi diventeranno nuove “cattedrali nel deserto”, a testimonianza della incompetenza di chi amministra il territorio.

L’ALLEANZA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE MARCHIGIANE: CAI, Enpa, Ente Zoofilo Ecologista, Federazione Pro Natura, Gruppo di Intervento Giuridico (GRIG), Italia Nostra, LAV, Legambiente, Lipu, Lupus In Fabula, Mountain Wildernes, Forum Salviamo il Paesaggio, WWF.